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STUDENTS AND MONEY

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In un seminario, organizzato dalla Banca d’Italia, dall’OCSE e dall’INVALSI, è stata presentata il 9 luglio a Roma la 1^ indagine OCSE PISA sulle competenze finanziarie dei quindicenni, in contemporanea con l’illustrazione del rapporto internazionale a Parigi e a Washington. I dati italiani, che vedono i nostri studenti ultimi fra i Paesi OCSE, sono stati accolti con sconcerto e imbarazzo. Enrico Castrovilli e Fabrizio Rozzi forniscono un’acuta analisi della financial literacy e avanzano proposte per l’Italia.

Le competenze finanziarie dei 15enni per il 21° secolo

[stextbox id=”grey” image=”null”]Le competenze finanziarie dei 15enni per il 21° secolo[/stextbox]

Indagine OCSE PISA 2012 presentata a Roma il 9/07/2014.

Seguono due articoli degli esperti che per ADi hanno seguito la presentazione:

  • Fabrizio Rozzi del gruppo di ricerca ADi sulla valutazione.

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 COS’E’ LA FINANCIAL LITERACY E PERCHE’ E’ IMPORTANTE
di Enrico Castrovilli

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Enrico CastrovilliDopo i risultati delle Indagini OCSE PISA su matematica, lettura e scienze resi noti a dicembre 2013 e quelli sul problem solving apparsi in primavera, sono stati resi disponibili il 9 luglio scorso anche i risultati sulle competenze finanziarie.

E’ stata buona cosa che questi esiti, raccolti nel VI Volume del PISA 2012, Students and Money. Financial literacy skills for the 21st century, siano apparsi in un momento distinto dagli altri, senza essere oscurati dalle tradizionali più importanti Indagini dell’OCSE PISA.

I Paesi partecipanti all’indagine

 L’OCSE PISA sulla financial literacy
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L’OCSE PISA sulla financial literacy, FL, è stato preso in considerazione da un certo numero di Paesi: 13 appartenenti all’OCSE (Comunità fiamminga del Belgio, Estonia, Australia, Nuova Zelanda, Repubblica Ceca, Polonia, Stati Uniti, Francia, Slovenia, Spagna, Israele, Repubblica Slovacca, Italia) ed altri 5 Paesi partner dell’OCSE (Shangai-Cina, Lettonia, Federazione Russa, Croazia, Colombia).

L’ordine in cui sono scritti i Paesi elenca dal più alto al più basso i loro punteggi medi! Sul fatto che l’Italia come si vede sia risultata ultima del gruppo dei Paesi OCSE ritorneremo in seguito.

Il fatto che il numero di Paesi partecipanti sia assai minore di quello delle indagini PISA principali e che si tratti della prima occasione in cui l’OCSE PISA si esercita sulla Financial literacy induce a una certa cautela. In ogni caso la testa non va messa sotto la sabbia.

Cos’è la Financial Literacy, FL

E’ a questo punto necessario condurre un’analisi approfondita su questo grappolo di competenze finanziarie.

Innanzitutto cosa è la FL? La definizione del framework PISA 2012 sulla FL è la seguente“

la conoscenza e la competenza dei concetti e dei rischi finanziari unite alle competenze, alla motivazione e alla fiducia in se stessi per utilizzare tale conoscenza e comprensione al fine di prendere decisioni efficaci in un insieme di contesti finanziari, per migliorare il benessere finanziario delle singole persone e della società e consentire la partecipazione alla vita economica”.

Qui la tautologia sovrabbonda.

Il framework della Financial Literacy
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Vediamo allora di analizzare il framework e alcune delle prove rilasciate, per distinguere in modo più nitido la FL. Il framework fa riferimento a un insieme di:

  1. contenuti, relativi a denaro e transazioni, pianificazione e gestione delle finanze, rischi e ricavi, panorama finanziario
  2. processi, relativi a identificare informazioni finanziarie, analizzare le informazioni in un contesto finanziario, valutare questioni di tipo finanziario, applicare la conoscenza e la comprensione finanziaria
  3. contesti, quelli dell’istruzione e lavoro, di casa e famiglia, individuale e sociale
  4. Infine vengono ritenute rilevanti in OCSE PISA sulla FL le due aree della motivazione e della fiducia in sé, in quanto influiscono sul comportamento di gestione del denaro, interagiscono con le componenti cognitive della financial literacy, con l’accesso all’informazione e all’istruzione, l’accesso al denaro e a prodotti finanziari, l’atteggiamento e il senso di competenza riguardo alle questioni finanziarie alla spesa ed al risparmio.

Alcune prove rilasciate

Vediamo ora alcune delle prove rilasciate.

[stextbox id=”grey”]br4_finanza_04Un primo esempio è relativo a quale priorità negli acquisti, tra:

  • l’abbonamento alla TV via cavo
  • il pagamento dell’affitto
  • l’acquisto dei mobili da giardino

deve essere realizzata da alcuni ragazzi che stanno ottenendo i loro primi stipendi.[/stextbox]

[stextbox id=”grey”]Un secondo esempio è quello di Nadia che lavora in un ristorante tre sere alla settimana per 4 ore, guadagnando 10 zed all’ora e 80 zed a settimana di mance.
Nadia, evidentemente è una buona risparmiatrice, riesce a mettere via metà dell’ammontare del guadagno settimanale.

Ora Nadia vorrebbe andare in vacanza spendendo 600 zed e la prova PISA chiede: quante settimane di lavoro serviranno a Nadia per mettere via i soldi necessari?[/stextbox]

[stextbox id=”grey”]Altri esempi di prove sono relativi:

al rimborso di un mutuo,
agli acquisti di frutta al mercato,
alla capacità di riconoscere l’errore contenuto in una fattura.[/stextbox]

La FL appare quindi come un insieme vasto di tematiche non solo finanziarie in senso stretto, la finanza essendo consistente nelle relazioni che si instaurano tra soggetti in avanzo e soggetti in disavanzo di mezzi di pagamento, ma più ampiamente economiche e sociali, laddove si valutano le padronanza di competenze utili per compiere atti relativi ai redditi, ai consumi ed ai risparmi, ai pagamenti, al lavoro, agli stipendi. In una parola ai tanti atti e fatti della vita in cui una persona o una comunità deve scegliere come utilizzare al meglio le risorse di cui dispone, nella prospettiva che buone scelte rendano possibile nel tempo la crescita delle risorse.

Perché è importante una buona dotazione di competenze finanziarie

dotazione di competenze finanziariePerché può interessare ad un Paese, alle sue scuole ed ai suoi docenti, agli organi di informazione o agli intellettuali che esista una buona dotazione di queste competenze finanziarie?

Non bastano i risultati OCSE PISA in lettura, matematica e scienze per fare il punto sulle dinamiche cognitive delle giovani generazioni?

Forse no, ed è dalla motivazione della risposta negativa che sorgono i grandi problemi derivanti dal fatto che l’Italia con il punteggio medio di 466 è risultata ultima tra i 13 Paesi OCSE, per superare tra i 5 non OCSE solo la Colombia. Fabrizio Rozzi dà ampio conto nel successivo articolo dei risultati emersi dalla Financial Literacy 2012 dell’OCSE PISA.

Le competenze finanziarie derivano in buona misura dagli apprendimenti e dai comportamenti che maturano nell’arco della vita. Al tempo stesso tutti gli studi internazionali, in primis quelli condotti dall’équipe di Anna Lusardi, raccontano che una loro precoce acquisizione rende le persone più mature ed indipendenti, favorendo soprattutto i ceti svantaggiati e le donne, che per svariati motivi che qui non stiamo ad analizzare risultano possedere competenze inferiori a quelle del sesso maschile.

La FL è la competenza di carattere sociale che forse integra nel modo più forte di ogni altra dati intellettivi economici, finanziari e sociali con quelli derivanti dall’esperienza e dal contesto di vita.

La FL è una competenza inoltre con buone relazioni prospettiche con il benessere delle persone, che aiuta a vivere bene e a non commettere troppi errori nella gestione delle proprie risorse.

Le ragioni della maglia nera all’Italia

Le ragioni della maglia nera all’ItaliaI parametri della FL possono quindi essere utilmente iniziati a forgiarsi già negli anni della scuola ed il fatto che alla soglia dei 15 anni l’OCSE raccomanda che se ne valuti la padronanza la dice lunga del sistema scolastico di un Paese che come l’Italia continua a non considerare queste competenze come competenze generali da acquisire già nel contesto scolastico.

Dalla scuola e dalla società italiana arrivano le note dolenti.

Concentriamoci ancora per un attimo sulla scuola italiana, per vedere come potrebbero arrivare idee e pratiche migliorative.

  • La prima questione è che i decisori e gli operatori scolastici non possono sottrarsi da una presa d’atto e da un’analisi approfondita dei risultati italiani dell’OCSE PISA sulla FL. Non si può pensare che l’OCSE PISA sia una sorte di calamità naturale o di temporale (in questo caso) estivo.
  • La seconda questione è che i soggetti, importanti in Italia, che sono stati attivi negli ultimi anni nel campo dell’Educazione finanziaria (dalla Banca d’Italia a tutti gli altri) non possono né scoraggiarsi, né continuare come prima, come nulla fosse, i loro progetti di educazione finanziaria.

Una prima conclusione

Una prima conclusioneUna possibile conclusione è allora che:

  • gli ambiti dell’educazione formale nella scuola sui temi finanziari, economici e sociali devono assumere un corpo ben più ampio di quello dei progetti fin ad ora realizzati, estendendosi ad un monte ore adeguato.
  • Al tempo stesso occorre che queste competenze si radichino nelle discipline tradizionali (come storia, geografia, lettere, matematica, informatica, lingue straniere, …).
  • Il Liceo Economico sociale, progetti come quelli di Cittadinanza e Costituzione ed altri ancora possono o forse debbono esserne un primo ma non esclusivo veicolo.

Le connessioni della FL con le discipline scolastiche sono ampie, la scuola italiana e soprattutto i ragazzi che la frequentano non meritano di esserne privati.

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IL PREOCCUPANTE LIVELLO DELLE COMPETENZE
FINANZIARIE
DEI QUINDICENNI ITALIANI
di Fabrizio Rozzi

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La presentazione del rapporto per l’Italia

Fabrizio RozziLa presentazione per l’Italia del VI rapporto dei risultati di OCSE-PISA 2012 sulle competenze finanziarie, dal titolo spiccatamente concreto, “Students and money”, è stata oggetto di un seminario di discussione a Roma il 9 luglio.

L’evento è stato organizzato dalla Banca d’Italia, dall’OCSE e dall’INVALSI, in contemporanea con l’illustrazione del rapporto internazionale a Parigi e a Washington. Erano presenti eminenti esperti del mondo accademico (tra cui Tito Boeri ed Elsa Fornero) e rappresentanti di molte associazioni finanziarie e di categoria.

Assente il Ministero dell’Istruzione.

L’indagine rappresenta il primo studio internazionale su ampia scala per la valutazione delle competenze in campo finanziario degli studenti quindicenni. Lo studio, in linea con la filosofia di PISA, si focalizza sulle effettive capacità dei giovani di confrontarsi con situazioni della vita reale in ambito economico e non si limita a raccogliere informazioni sulle conoscenze e abilità dei giovani, ma anche sulle loro motivazione e sulla fiducia personale, due aree di indagine che, secondo gli esperti, incidono in modo diretto con le pratiche di gestione del denaro.

L’importanza di rilevare precocemente il livello di alfabetizzazione finanziaria

alfabetizzazione finanziaria Perché investire risorse per rilevare il livello di alfabetizzazione finanziaria su studenti così giovani?

In primo luogo si ritiene che la formazione di oggi inciderà sulla capacità degli uomini e delle donne di domani di esercitare una cittadinanza attiva e consapevole.

Gli studenti già a quindici anni, nei vari Paesi, si avviano al termine della scuola dell’obbligo e  possono decidere se indirizzarsi verso il mondo del lavoro o proseguire gli studi, scegliendo eventualmente carriere in ambito economico.

Inoltre i ragazzi, già da giovani, costituiscono il mercato di riferimento di tantissimi prodotti e servizi, e hanno già ha che fare con il denaro: è, dunque, importante comprendere la loro capacità di gestire questo mare di offerte con consapevolezza ed intelligenza ed intervenire laddove sia necessario.

I risultati poco incoraggianti a livello internazionale

risultati poco incoraggiantiEntrando nel merito dei risultati, si può sostenere che il quadro tratteggiato a livello internazionale sia tutt’altro che incoraggiante

Dei 13 Paesi OCSE che hanno partecipato alla rilevazione (a fronte dei 34 OCSE partecipanti all’indagine principale), non arriva al 10% la percentuale degli studenti che si pone a livello 5, il più alto della scala, mostrando padronanza nell’analizzare prodotti finanziari complessi e risolvere problemi finanziari non comuni. All’estremità opposta, in media, il 15% dei quindicenni si pone sotto al livello 2, rilevando una padronanza inferiore al limite minimo accettabile. Al livello 2 gli studenti dovrebbero essere in grado di riconoscere la differenza tra bisogni e desideri, prendere decisioni semplici per le spese quotidiane, individuare le finalità di documenti diffusi come fatture, ricevute, semplici contratti, applicare le operazioni aritmetiche di base a situazioni che probabilmente hanno già incontrato. 

I risultati sconcertanti dell’Italia                                

I risultati sconcertanti dell’Italia  Ma qual è la situazione nostrana?

I dati presentati a Roma sono stati accolti con imbarazzo e sconcerto.

L’Italia si pone in una posizione che oscilla, statisticamente, tra il 16° ed il 17° posto, ultima tra i

Paesi OCSE e superata (verso il fondo della scala) soltanto da Colombia e (forse) Repubblica Slovacca.

Ben il 21,7% di ragazzi (contro il 15,3% dell’OCSE) non riesce a raggiungere il livello base di competenze richieste per affrontare le questioni economiche e finanziarie con un minino di consapevolezza.

Alfabetizzazione finanziaria
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Anche sul piano delle eccellenze il nostro Paese rappresenta il fanalino di coda: soltanto il 2,1%, contro il 9,7% della media dei Paesi partner, raggiunge il top della scala.

A livello di regioni, sui livelli medi di alfabetizzazione si riproducono differenze analoghe a quelle descritte per la lettura, la matematica e le scienze, con il Nord al di sopra della media italiana (fatta eccezione per la Liguria e la Valle d’Aosta), e statisticamente in linea con la media OCSE, e le aree del Sud decisamente al di sotto di tale soglia (unica eccezione, in questo senso la Puglia). Si ricorda che per le competenze in lettura, matematica e scienze, diverse  regioni italiane avevano risultati superiori (e non soltanto pari) alla media OCSE.

Il quadro risulta ancora più preoccupante se i dati regionali vengono letti in riferimento ai vari livelli di competenza. Osservando le percentuali in termini assoluti, solo Lombardia, Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Trento e Veneto presentano una percentuale di studenti sotto il livello 2 migliore di quella OCSE. Abruzzo, Campania, Sardegna, Sicilia e Calabria toccano percentuali nettamente al di sopra di quelle italiane, già gravi. La Calabria tocca addirittura il 40%.

Il discorso sulle eccellenze concentra, invece, tutte le aree regionali italiane nelle parti basse delle graduatorie. Il territorio con la migliore percentuale di studenti ai livelli 4 e 5 è la Provincia Autonoma di Bolzano che raggiunge il 31%, a fronte del 31, 6 di percentuale dei Paesi OCSE. In Calabria ed in Sicilia – siamo al fondo della classifica  gli studenti migliori rappresentano soltanto il 6% del totale!

Alcuni dati comparati

Alcuni dati comparatiApplicando ai dati le tecniche di analisi della correlazione, emerge come gli studenti italiani ottengano risultati più bassi rispetto a quanto ci si sarebbe aspettato sulla base del  rispettivo livello di competenze in lettura e matematica.

In particolare, studenti con buone competenze in matematica, non raggiungono livelli alti di padronanza sulle competenze finanziarie. Quanto viene appreso sui banchi soprattutto sembra non dare agli studenti strumenti per affrontare con competenza questioni attinenti gli aspetti economici della vita.

Un elemento apparentemente positivo sembrerebbe derivare dallo studio della relazione tra lo status socio-economico ed i risultati dei nostri studenti, relazione significativamente più debole rispetto alla media dell’area OCSE (all’8% italiano corrisponde il 14% dell’OCSE). Questo, purtroppo, non può essere considerato come indice di equità del nostro sistema scolastico, dal momento che il nostro Paese, oltre a collocarsi ai livelli più bassi della graduatoria internazionale, riproduce anche una forte diseguaglianza tra le regioni: la differenza tra aree con i risultati migliori (Veneto e Friuli Venezia Giulia) e la Calabria è pari ad 86 punti (si ricorda che 75 punti rappresenta un livello di competenza sulla scala di PISA).

In Italia, infine, unico esempio al mondo, gli studenti maschi ottengono in media un punteggio leggermente più alto rispetto a quello delle femmine (8 punti per la media ed 11 per la mediana).

Esperienza e comportamento

Esperienza e  comportamentoPer quello che riguarda l’esperienza ed il comportamento degli studenti, che spesso viene messo in relazione con il livello di literacy finanziaria, solo il 44% circa è titolare di un conto corrente o una carta prepagata ed il 49% svolge un’attività lavorativa, anche saltuaria o informale.

Gli studenti italiani titolari di un conto corrente ottengono 10 punti in più rispetto agli altri, e coloro che hanno dichiarato (sono circa il 60%) di essere disposti a risparmiare per comprare un articolo costoso, ottengono risultati migliori.

Rispetto agli altri Paesi partner, però, le competenze dei ragazzi italiani non sembrano migliorare solo attraverso l’esperienza con il denaro, l’atteggiamento verso le questioni finanziarie e neppure attraverso la formazione specifica. Gli studenti che dichiarano di avere imparato a gestire il denaro frequentando un corso, non mostrano performance significativamente diverse dai coetanei, a parità di competenze in matematica e lettura.

Le conclusioni non sono, dunque, rosee perl’Italia. Il dato più eloquente riguarda il fatto che la nostra situazione è nettamente al di sotto di quella delle economie sviluppate che hanno partecipato all’indagine: il livello di competenze finanziarie dei quindicenni è ancora più preoccupante di quello, già grave, rilevato per gli adulti.

Le differenze tra i quindicenni, sono (statisticamente) “spiegate” dalle competenze in matematica e lettura e dal genere. Altre variabili – livello socio-economico e culturale, regione e dimensione del comune di appartenenza, tipo di scuola – entrano in campo, ma in modo trascurabile.

In conclusione

In conclusioneUrge, quindi, ripensare politiche di sensibilizzazione sulle tematiche economiche e finanziarie, a partire dalle nostre istituzioni politiche.

Su questo piano, occorre un forte cambiamento della prospettiva culturale e della visione della nostra scuola, ed forse è necessario rivederne gli ordinamenti, sin dalla secondaria di I grado, in modo da superare un approccio meramente disciplinare e attuare, finalmente, una reale didattica per competenze.

E’ fondamentale avviare i nostri studenti all’acquisizione di quegli atteggiamenti di autonomia e responsabilità, raccomandati dall’Unione Europea, che l’organizzazione scolastica italiana, però, rende di fatto difficilmente attuabili.

Le indagini internazionali, ancora una volta, mostrano il fallimento di un impianto vecchio e superato, ma per scardinare il quale sono necessarie ed urgenti scelte politiche coraggiose e dirompenti.