Il giovane Capo di Gabinetto dell’ex Ministro Giannini, Alessandro Fusacchia, ha personalmente annunciato di avere lasciato il MIUR dopo l’arrivo della nuova Ministra Valeria Fedeli. Lo ha fatto in una sorta di lettera di addio, “Il mio ultimo giorno di scuola”, in cui si legge tra l’altro:
“Non è questo il luogo, né il momento, di fare un bilancio: su quali politiche abbiano funzionato meglio e su cosa avremmo potuto fare diversamente; sui semi a cui servono più stagioni per diventare una foresta, e sui treni deragliati in corsa; sulle emergenze di ogni giorno, e sul disegno di politiche pubbliche fatto di notte quando tornava la calma. Perché per fare un bilancio non basta un post, né tantomeno un’ora; e perché prima di raccontare tutto ciò che è stato, c’è bisogno di una cosa che richiede tempo: dare tregua ai corpi, far riposare gli animi.
Confesso solo che dopo essere stato al Ministero dello sviluppo economico e alla Farnesina, dopo questi tre anni al MIUR in cui ti ritrovi ad allocare centinaia di milioni, in cui la terra trema sotto i piedi dei tuoi alunni, in cui sei tenuto a valutare e decidere su tutto — dalle pulizie nelle scuole alle missioni nello spazio — ti accorgi che nel Paese non c’è un posto più rilevante del Ministero che gestisce l’istruzione; ti accorgi che c’è davvero poco che non passi per questa gigantesca fabbrica di cittadini.”
Non vi è dubbio che molte cose alcuni giovani che sono entrati al MIUR in questi ultimi tre anni abbiano lavorato sodo e alcune cose le abbiano realizzate, il tempo dirà quante si sedimenteranno. Ma il punto è un altro. Alessandro Fusacchia scrive :” al MIUR ti ritrovi ad allocare centinaia di milioni, (….)in cui sei tenuto a valutare e decidere su tutto — dalle pulizie nelle scuole alle missioni nello spazio ”
Finchè l’organizzazione, ma prima ancora la cultura, rimarrà questa, ossia la pretesa di “gestire” direttamente tutto da Viale Trastevere, in una sorta di ormai folle centralismo, la scuola non si riscatterà mai. Il centro non può “gestire”, deve “governare” , “guidare” i processi, la “gestione” deve essere decentralizzata! Che senso ha parlare di autonomia scolastica in queste condizioni?
Qui il link alla lettera di Alessandro Fusacchia “Il mio ultimo giorno di scuola”