Il 6 luglio ha avuto luogo la presentazione ufficiale dei primi risultati delle rilevazioni INVALSI per l’a.s. 2016-17, a cui hanno partecipato complessivamente 2.232.304 studenti. Di seguito alcune novità e molte conferme.
1. Nel 2017 forte incremento delle percentuali dei partecipanti, vicine alla totalità.
Passati sembrano gli eroici furori del 2015, che in realtà furono un effetto di trascinamento della Buona Scuola e che resero i dati di alcune regioni del Sud non sufficientemente significativi. Questa bonaccia è senza dubbio un buon risultato, ma la capacità di assorbimento di un organismo conservativo come geneticamente è la scuola è infinita. Altre informazioni sarebbero importanti: cosa ci dicono in proposito i primi nuclei dell’SNV che sia pure faticosamente hanno cominciato a girare nelle scuole? Cosa se ne fanno le scuole dei dati INVALSI? Li sanno e vogliono leggere? Presso chi li diffondono (insegnanti stessi, genitori, territorio)?
2. Le copiature sembrano lentamente ma significativamente diminuire.
Altra buona notizia: le copiature sembrano lentamente ma significativamente diminuire.
Anzi, alla presentazione a Roma dei risultati si è sentita, in un intervento, la previsione che, tolta la prova di terza media dall’esame, il trend positivo si accentuerà. Nota a margine: poiché l’osservazione è stata presentata senza indignazione e nello stesso modo è stata accolta, dobbiamo ipotizzare che nella “patria del diritto” e degli azzeccagarbugli un tale comportamento sia considerato un fatto normale ancorchè palesemente illegittimo da parte di docenti e presidenti delle commissioni nella mitica sede degli “esami di stato” (è abbastanza acclarato che il cheating si diffonda con movimento verticale e non orizzontale)?
3. I risultati sono da considerarsi ormai stabili.
La classifica è oramai stranota. Partiti in seconda primaria alla pari su tutto il territorio nazionale , senza differenze fra Nord e Sud, i risultati divergono progressivamente, accumulando grandi differenze territoriali . Movimenti parziali di miglioramento continuano a registrarsi fra le regioni del Sud dell’asse adriatico: ieri era la Puglia, oggi Molise e Basilicata. Mentre costante è la maglia nera della Sardegna.
4. Classifica stabile fra gli ordini di scuola secondaria di 2° grado
Anche fra gli ordini di scuola secondaria di 2° grado, la classifica è stabile con in alto i licei e in fondo i centri di formazione professionale. Qui, però, ci sarebbe da scavare, anche perché, ad esempio, gli istituti tecnici del Nord sembrano superare in matematica i licei del Sud . Inoltre un’analisi andrebbe fatta tra i licei, poichè non tutti sono uguali, nè per selezione sociale nè per curriculo. E ancora, come vanno rapporti fra istruzione e formazione professionale?
5. Permane la differenza fra le classi delle scuole del Sud
Costante, anche se in leggera diminuzione, la differenza fra le classi delle scuole del Sud, segno di una forte mancanza di equità e di segregazione sociale che si aggiunge a quella già macroscopica fra i diversi indirizzi. In taluni casi si tratta di evidenze da Paesi sudamericani. Perchè le élite anche al Sud sembrano esserci, anche non prendendo per indicatore i risultati degli esami di maturità. Tanti giovani pugliesi e siciliani studiano nelle università del Nord o all’estero e ricoprono incarichi importanti non solo nella Pubblica Amministrazione. Dove sono quando si fanno i test PISA o Invalsi? Non si impegnano perché il contesto non spiega loro la convenienza?
6. Consolidati i dati sul valore aggiunto
Anche i dati sul valore aggiunto longitudinale da due anni si consolidano.
Come negli altri Paesi ed in altre rilevazioni emerge che la maggior parte delle scuole ha valore aggiunto nullo cioè non è in grado di modificare il livello di apprendimento atteso per i propri allievi sulla base delle variabili principali, di cui è prioritaria quella socio-economica. Ma vi è una percentuale di scuole, sia pure minoritaria, che presenta un valore aggiunto positivo ed è presente in tutte le parti del Paese. Mentre invece la percentuale, sempre minoritaria, che presenta valore aggiunto negativo è presente soprattutto al Sud.
7. Procede la somministrazione informatica
Procede la somministrazione informatica delle prove, che per ora è stata applicata integralmente al questionario studente, permettendo così una raccolta dati quantitativamente e qualitativamente più attendibile . Il Questionario Stude nte è interessante di per sé, perché fotografa da vicino le caratteristiche della popolazione scolastica anche indipendentemente dai risultati .In prospettiva ravvicinata , e soprattutto nella prospettiva delle prove all’ultimo anno delle superiori, tale tipo di somministrazione sarà estesa anche ai quesiti cognitivi, permettendo una tempistica scaglionata e più controllata, poiché i quesiti potranno essere diversi anche se di difficoltà equivalente. Per permettere questa metodologia, che è alla base di PISA che somministra fin dall’inizio agli allievi questionari diversi e mescolati, INVALSI ha dovuto impegnarsi nella costruzione di ancoraggi, che prosegue sottotraccia da 5 anni
8. Organizzazione delle prove in livelli
Da ultimo anche nelle prove Invalsi, come in PISA , le prove, e pertanto anche i risultati, saranno organizzate in 5 livelli le cui caratteristiche verranno descritte mettendo in evidenza le competenze specifiche di ciascuno. E’ quanto verrà certificato dopo le prove che verranno sostenute durante il quinto anno in parallelo con i risultati dell’esame di maturità