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MODIFICAZIONI ED EVOLUZIONE NELLA “FORMAZIONE” DEL PERSONALE SCOLASTICO

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Nuova ripartizione delle risorse per la formazione: 60% alle scuole, 40% agli ambiti

Il 27/11/2019 ha avuto luogo al MIUR un incontro del FONADDS (il Forum delle 14 associazioni professionali riconosciuto dal MIUR, di cui ADI è parte) con l’Ing. D’Amico, D.G. per il personale scolastico, sulle innovazioni in materia di formazione, sull’analisi dei risultati finora ottenuti dalla piattaforma Sofia nonchè sull’utilizzo della Carta del docente.

Le modificazioni, che vedono in parte accolti alcuni suggerimenti del FONADDS, sono state soprattutto influenzate dall’intervento sindacale, che non si è limitato alla questione della ripartizione delle risorse, ma è entrato impropriamente anche sui contenuti della formazione.

Ripartizione delle risorse per la formazione

image002L’Ing. D’Amico ha riferito sul CCNI sottoscritto il 19/11/2019 con le organizzazioni sindacali sui criteri generali di ripartizione delle risorse per la formazione relativi al triennio 2019/20, 2020/21,2021/22. C’è stata una modificazione sostanziale che vede il passaggio di una quota maggioritaria di risorse dagli ambiti alle singole scuole: il 60% alle singole scuole (con possibilità di collegamenti in rete), il 40% agli ambiti (scuole polo).

L’assegnazione alle singole scuole può avere il vantaggio di una formazione più aderente al PTOF di istituto, ma l’esiguità della somma assegnata a ciascuna scuola, dai 2500 ai 3000 euro, ne vanifica l’efficacia. Per questo è assolutamente auspicabile che si attivi la formazione per reti di scuole.

Le iniziative formative sostenute da questi finanziamenti vanno rivolte ai soli docenti perché per il personale ATA i fondi vanno reperiti dalla ex L.440.

Attualmente i finanziamenti per la formazione sono disposti su due esercizi: il 50% è erogato come acconto in un anno finanziario, l’altro 50% nell’anno successivo a saldo. Ciò ne complica la gestione perchè i progetti formativi devono dar conto di essere stati realizzati, ciò significa che le singole scuole dovranno rendicontare alla scuola polo che, a sua volta, dovrà rendicontare al MIUR.

Il 12 dicembre il FONADDS è stato invitato ad un incontro al MIUR con i direttori regionali, durante il quale saranno restituiti i risultati del Piano Nazionale Formazione sulla base del monitoraggio realizzato da INDIRE su 76 ambiti. Si sa che l’analisi evidenzierà una serie di criticità, spesso dovute ai rapporti tra scuola polo e scuole della rete, ma anche alcuni punti di forza da valorizzare.

Le macro-tematiche

Il 18/11/2019 MIUR e OOSS hanno siglato un accordo sui contenuti dei percorsi formativi, definendo i macro-temi, come sotto riferito.

Tematiche per tutto il personale docente, educativo ed ATA:

  1. Sicurezza nei luoghi di lavoro
  2. Miglioramento degli apprendimenti e contrasto all’insuccesso formativo
  3. Inclusione degli alunni con BES, DSA e disabilità
  4. Riforme di ordinamento e innovazioni curricolari
  5. Obblighi normativi per la pubblica amministrazione (es. trasparenza, privacy ecc..)

E’ ancora una volta palese la demagogia di assegnare congiuntamente a personale docente ed ATA le “riforme di ordinamento e le innovazioni curricolari”, “il miglioramento degli apprendimenti e il contrasto all’insuccesso formativo”!

Formazione per i docenti

Si afferma che per i docenti la formazione è orientata a potenziare gli ambiti disciplinari e trasversali.

Per gli ambiti disciplinari le iniziative formative riguardano le competenze disciplinari didattiche e metodologiche.

Per gli ambiti trasversali le iniziative riguardano: 1) competenze di cittadinanza, 2) dimensione interculturale, 3) cultura della sostenibilità, 4) orientamento e continuità fra gradi scolastici; 5) educazione civica, 6) didattica inclusiva per alunni con BES, DSA e disabilità.

Altri interventi formativi possono essere rivolti a: 1) didattiche innovative e per competenze; 2) dimensioni organizzative, didattiche, di ricerca e innovazione dell’autonomia scolastica; 3) aspetti della valutazione degli allievi e di sistema; 4)innovazioni nella scuola dell’infanzia, nell’ambito del sistema integrato “zero-sei”, 5) percorsi per le competenze trasversali e di orientamento (P.C.T.O.), 6) istruzione per gli adulti, 7)misure di accompagnamento nei nuovi istituti professionali

Dalla presa visione di questa sorta di vaso di Pandora della formazione, si ha chiaro, ancora una volta, come l’invasione di campo delle organizzazioni sindacali in ambiti del tutto impropri diano luogo a demagogiche confusioni, che non aiutano certo a delineare con chiarezza la specificità della professione docente e a chiarire i modi e i percorsi per valorizzarla.

Utilizzo della carta del docente

image004Alcuni dati relativi all’evoluzione nell’utilizzo della carta del docente:

a.s. 2016/17 € 256 milioni

a.s. 2017/18 351 milioni

a.s. 2018/19 317 milioni

E’ cresciuta la spesa per la formazione, infatti per lo sviluppo professione e l’acquisto di libri sono stati spesi:

a.s. 2016/17 € 57 milioni pari al 21%

a.s. 2017/18 91 milioni pari al 26%

a.s. 2018/19 95 milioni pari al 30%

Utilizzo di Sofia

sofiaAlcuni dati per orientarsi:

  • 363.748 docenti (45%) risultano registrati in piattaforma SOFIA
  • 668.000 mila iscrizioni a corsi – cifra abbastanza rilevante sui 3 anni scolastici.
  • Circa 49.000 corsi pubblicati
  • 5400 le scuole che hanno pubblicato iniziative formative su SOFIA

Nell’a.s. 2018/19:

  • erano presenti 30.000 edizioni a catalogo e 231.000 iscrizioni a iniziative formative.
  • si sono avute 190.000 risposte complete ai questionari sui 220.000 docenti che hanno partecipato a percorsi formativi, che in parte permettono di sapere come sono andati i corsi.
  • dai questionari completati risulta che l’83% dei partecipanti ha espresso soddisfazione rispetto al raggiungimento degli obiettivi del corso e il 73,8% rispetto alla ricaduta sulla didattica.

Il sistema operativo si è dimostrato in grado di sostenere l’impatto delle migliaia di iscrizioni ai corsi. Va rilevato però che non c’è ancora un efficace filtro per una selezione di qualità. Di fronte al numero esorbitante di corsi su cui si sono lanciati moltissimi enti, organizzazioni , nuove associazioni ecc., andrebbero ricercate modalità più rigorose per accreditare e qualificare gli enti a cui assegnare la formazione.

Alcune considerazioni conclusive

Si dà atto al MIUR di tentare di dare organicità e continuità alla formazione professionale, ma rimaniamo convinti come ADi di alcune questioni di fondo rimaste inevase:

  • la formazione dei docenti va collegata allo sviluppo professionale e di carriera, aspetti entrambi tuttora assenti e trascurati;
  • la formazione degli insegnanti richiede la creazione di figure di leadership intermedia capaci di dare vita ad una organizzazione professionale che sa rispondere ai bisogni degli studenti in continua evoluzione;
  • la formazione degli insegnanti è uno degli aspetti dello Stato giuridico dei docenti (colpevolmente ignorato) e non può più essere demandata alla contrattazione sindacale.