Jamie Steckart – Come una scuola itinerante ha ridisegnato il curriculum in epoca di pandemia

Atti del Seminario Internazionale ADi Online – Febbraio 2021

Benvenuti alla Think Global School,
la prima scuola itinerante!

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COME UNA SCUOLA ITINERANTE
HA RIDISEGNATO IL CURRICULUM
IN EPOCA DI PANDEMIA

intervista di Lene Jensby Lange a Jamie Steckart
ex Direttore della Think Global School, NewYork

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13aLene: Ciao, Jamie, sono così felice di averti qui a parlare della tua esperienza di scuola a distanza e delle novità che sono state introdotte.  Tu sei stato fino al giugno scorso direttore della Think Global School, lo sei stato per vari anni, e così conosci benissimo quella straordinaria esperienza.  Puoi farla conoscere anche a noi?   Sono notizie e informazioni preziose ora per gli insegnanti.  Potresti presentarti brevemente e condividere con noi un po’ di questa tua lunga attività? 

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Jamie: Sì, è stata un’esperienza fantastica, grazie per avermi invitato.  L’anno scorso fu un vero peccato non aver potuto svolgere il seminario in presenza che coincise con l’avvio del Covid. Io ero già arrivato a Bologna.  Dirigere la Think Global School è stata una delle esperienze più incredibili che un dirigente scolastico possa fare. È una scuola itinerante con due gruppi di 30 ragazzi in due diversi paesi. I ragazzi svolgono in questa scuola gli ultimi 3 anni dell’istruzione secondaria di 2° grado prima del diploma e prima di andare all’università. Studiano visitando 4 Paesi diversi in ciascun anno scolastico e alla fine dei 3 anni ne hanno visitati 12.  È un apprendimento completamente basato sui progetti, anche se deve, ovviamente, soddisfare gli standard richiesti per accedere all’università. Il compito degli insegnanti è quello di affiancare gli studenti, di essere i loro mentori e consiglieri. Hanno una relazione profonda con gli studenti. E questa relazione è molto, molto importante, a mio parere, per mantenere nei ragazzi la motivazione e l’impegno.

13aLene: Puoi spiegare brevemente, come si fa a conciliare l’impegno, i progetti e le esperienze di apprendimento autentico con il rispetto degli standard? 

3aJamie: Sì, proprio ora sto scrivendo un libro su questo tipo di problemi.  Quello che si constata è che l’impegno dei ragazzi diminuisce via via che attraversano   le varie fasi della scolarizzazione.  Quando giungono al termine è il momento del minor impegno.  Abbiamo invece scoperto che l’impegno aumenta enormemente quando agli studenti si dà autonomia, si dà possibilità di scelta e hanno uno scopo da perseguire.  Alla Think Global School abbiamo iniziato a misurare questi fattori e abbiamo avuto grandi risultati in una ricerca svolta sul lungo periodo. Ciò che è davvero importante è dare ai ragazzi effettiva possibilità di scelta e dare rilevanza a quello che fanno, quando definiscono i loro progetti che pur sono basati sugli standard.  Non è che la Think Global School sia una scuola completamente destrutturata, ha solo un diverso tipo di struttura, una struttura veramente incentrata sullo studente.   E queste sono cose che abbiamo messo davvero   in pratica.

13aLene: Sì, è vero.  E penso che sia percepito da tutti che voi vi concentrate davvero sull’impegno e la motivazione, perché è attraverso questi fattori che si cresce realmente. Ma poi tutti siamo dovuti andare in Didattica a Distanza, passare ad un ambiente virtuale.  E so che voi alla Think Global School utilizzavate, già prima, la didattica da remoto e quindi avete affrontato la nuova situazione dovuta al Covid alla luce dell’esperienza già fatta precedentemente. Ce ne potresti parlare brevemente?

3aJamie: Sì Quando ho cominciato la mia esperienza alla Think Global School, il primo Paese che dovevamo visitare fu chiuso a causa di un disastro naturale.   E allora dovemmo organizzarci online, perché i nostri studenti provengono da tanti Paesi e città diverse.  Ho chiesto loro se avessero mai praticato la didattica a distanza e mi dissero di si. Così ci siamo imbarcati immediatamente in questa esperienza, anche perché sapevo che il problema non era se sarebbe mai capitato ancora, ma quando sarebbe di nuovo capitato.  E nel corso degli anni abbiamo avuto altri eventi che ci hanno costretto a cambiar rotta, a cambiare programma, sia a causa di catastrofi naturali o di guerre nei Paesi dove dovevamo andare, sia perché avevamo noi impedimenti a partire.  E poi quando abbiamo adottato il calendario scolastico diviso in quattro periodi, 4 trimestri, abbiamo in realtà messo l’apprendimento online come priorità.  Infatti, nei primi 10 giorni di ciascuno dei 4 trimestri gli studenti rimangono nei loro paesi d’origine e si lavora con la didattica online. In quei 10 giorni imparano a conoscere il paese in cui stanno per andare.  E così quando siamo stati colpiti dal Covid, il nostro staff era già addestrato e qualificato per fornire l’apprendimento online e i nostri studenti erano già stati formati su come interagire online. Quindi non era niente di nuovo per noi.  E così non abbiamo avuto problemi.  Eravamo dispiaciuti, certo, di non poter andare nel Paese programmato, ma la scuola era comunque in grado di sviluppare un curriculum efficace.  E allora com’è un buon apprendimento online alla Think Global School?  Bisogna innanzitutto definire delle priorità.  Vuoi che sia in sincrono, che è quello che stiamo facendo ora, vuoi che sia asincrono, dove i ragazzi ricevono gli ordini di marcia, poi procedono da soli e poi tornano.  E così abbiamo diviso il tempo in 30 per cento sincrono e 70 per cento asincrono, perché avevamo ragazzi in 30 paesi diversi.  Quindi si pianifica con cura, come sostenere loro e il loro apprendimento, ma in un modo in cui loro stessi possano gestirsi autonomamente e autonomamente gestire il proprio tempo.

E poi si ha il 30 per cento in cui si decide cosa fare. Il punto è che noi non facciamo mai lezioni ex cathedra o con quei maledetti Power Points. I nostri studenti progettano il proprio curriculum.  Sono loro che fanno le cose.  Hanno solo bisogno di un mentore che li guidi per essere sicuri di rispettare e raggiungere gli standard.  E in realtà ciò su cui dobbiamo concentrarci maggiormente per svolgere l’apprendimento online, su cui dobbiamo profondere l’impegno maggiore è sulle relazioni, sulla costruzione di buone relazioni.  E così si fanno sia controlli e incontri uno per uno, sia incontri di gruppo sia po’ di curriculum insieme.  Ma quando si fa il curricolo è più un” OK, questo è il tema che svilupperemo oggi”, “Ok, ora potete procedere per conto vostro”.  Il fatto è che i nostri studenti sono molto predisposti a gestire autonomamente il proprio apprendimento.

La maggior parte delle scuole però non ha mai dato questo tipo di autonomia agli studenti.  E quindi sarebbe davvero rischioso gettare di punto in bianco gli studenti in mare aperto, per così dire.  Se non l’hanno mai fatto, non sanno come diventare improvvisamente autonomi.  Bisogna allenare i ragazzi.  E siamo stati fortunati alla Global School di averlo fatto per molto tempo prima del Covid.

13aLene: E, se si vuole cominciare a costruire quelle buone abitudini di apprendimento autonomo, da dove cominciare? 

3aJamie: Uno dei miei film preferiti è Il mago di Oz.  Vi ricordate quando Dorothy appare e parla con la strega cattiva e   apre la tenda e si rivela cosa c’è dietro la tenda.  Quindi, quello che devi fare davvero è rivelare agli studenti cosa c’è dietro il sipario dell’apprendimento, dimostrando come si costruiscono buoni progetti.  Ecco perché alla Think Global School e nelle altre scuole che ho diretto ci sono gli insegnanti che   progettano e ci sono gli studenti che progettano.

In termini di metacognizione, insegniamo agli studenti il perché i nostri progetti, i progetti dei nostri insegnanti, sono buoni progetti.  Sono il modello di ciò che noi vogliamo che loro siano in grado di realizzare.  E i nostri insegnanti devono essere formati in modo da essere capaci di spiegare non tanto quello che insegnano, ma quello che sta dietro al loro insegnamento, la metodologia che sorregge il loro progetto, in modo che quando gli studenti faranno i propri progetti personali, hanno   avuto degli esempi, dei buoni modelli con cui confrontarsi. È così che si cominciano queste cose e all’inizio non si devono far fare ai ragazzi progetti complessi, onnicomprensivi.  Bisogna procedere gradualmente, passo dopo passo. Solo così diventano bravi progettisti.

Purtroppo, quello che succede invece in molte scuole è che partono troppo in grande, pretendono tutto dall’inizio e alla fine è un fallimento. Si alza troppo l’asticella e si crea frustrazione nei ragazzi. Occorre partire con sfide alla loro portata, che riescano a vincere, in questo modo progrediscono con fiducia fino a creare buoni progetti autonomamente.

13aLene: E so che i numeri, i dati che avete sul livello di impegno e di motivazione dei vostri studenti sono davvero invidiabili! Quale pensi sia una componente chiave quando si lavora online, che cosa è davvero importante per gli studenti?

3aJamie: La cosa fondamentale è avere una buona relazione con i ragazzi. Noi misuriamo anche le relazioni tra pari. Misuriamo le relazioni tra studenti e l’insieme dei docenti, che sono sempre di alta qualità.  Misuriamo l’impegno degli insegnanti con i ragazzi, e la motivazione intrinseca che è quella che conta.  La motivazione estrinseca, carote e bastone tanto per intenderci, non ispira i ragazzi, va solo bene per dimostrare conformità agli standard.

Quindi non fate insegnamento online per dare voti, buoni o brutti che siano.  I voti non sono una buona motivazione, non inducono un apprendimento approfondito.  Ciò che occorre è la motivazione intrinseca, la loro curiosità di apprendere.

Ripeto quello che è importante è che i ragazzi siano intrinsecamente motivati.   Vogliono imparare perché sono curiosi di creare qualcosa di loro.  Quindi non bisogna caricarli di cose da fare, non bisogna minacciarli con i voti, bisogna motivarli, sollecitare la loro curiosità e dare continui feedback su ciò che stanno facendo. I feedback sono importantissimi, servono a tenere il polso della situazione e a non perdere i ragazzi.

13aLene: E come si fa a tenerli connessi con i loro coetanei, con gli altri studenti?

3aJamie: Ci sono molti modi, innanzitutto abbiamo progetti di gruppo, attività di gruppo che i ragazzi devono far insieme.  Abbiamo riunioni di gruppo per avere consulenza, consigli dagli insegnanti.  Non solo. Abbiamo avuto, ad esempio, un’insegnante che faceva fare esercizi fisici, feste da ballo online con ragazze e ragazzi.   Ci sono modi creativi anche per stare online in gruppo. E abbiamo pensato di fare un video con Tick Tock a mo’ di gara fra ragazzi.  Per le attività asincrone abbiamo spesso fatto fare video, film di gruppo, tour di gruppo.

Questi sono alcuni dei modi creativi con cui i ragazzi stanno usando la tecnologia per partecipare in modo efficace.

13aLene: Quindi da quello che posso capire voi avete creato un’atmosfera gioiosa, cose molto varie e fatte insieme, con molti momenti di lavoro collaborativo. Bene.  E quale sarebbero i tuoi consigli per un insegnante di scuola pubblica dove ora si pratica la Didattica a Distanza?

3aJamie: Se parliamo ad esempio di una scuola primaria, io direi che sicuramente voi tutti siete in grado di controllare un piccolo gruppo di 15 bambini. E io sostengo che si dovrebbe fare un’incredibile attività di gruppo con i bambini almeno una volta alla settimana. Bisogna trovare cose che li attraggano

E poi il gioco.  Non credo che usare il gioco a scuola sia una brutta cosa.  Penso che il gioco a scuola sia un incredibile strumento di apprendimento.  E quindi più giocoso si rende l’apprendimento, meglio è.  Voglio dire, la gamification ha fatto enormi passi avanti.   La mia figlia più giovane sta seguendo un corso online in scienze forensi che si sviluppa come un gioco.

13aLene: Continuerà?

3aJamie: Lei è incredibilmente entusiasta di questo corso online perché i suoi compiti riguardano praticamente risolvere il mistero di un omicidio, ma con un metodo rigorosamente scientifico. Gira per casa cercando indizi e roba simile.

13aLene: E lei fa il primo anno delle scuole superiori, vero?

3aJamie: Sì e sta facendo questo corso di scienze forensi.  Mentre il trimestre precedente c’era da morire…. tutti PowerPoint.  Odiava la scuola. Ora è davvero cambiato tutto, le piace incredibilmente questo corso di scienze forensi.

13aLene: Quindi è un modo coinvolgente di imparare le discipline STEM attraverso il gioco e vedere a cosa possono servire nella vita reale. Ma non le auguro di trovarsi realmente sulla scena di un delitto! 

3aJamie: Mio figlio, il più grande, sta facendo un corso di progettazione di giochi. E così sta imparando a programmare giochi, e gli piace moltissimo.  Sta anche facendo un corso di attività all’aperto e sta imparando un sacco di cose sulla sicurezza, per esempio la sicurezza dei cacciatori, la sicurezza dei veicoli, delle motoslitte, di tutte queste cose.  Questi sono modi divertenti, ma insieme efficaci.

E queste frequentate dai miei figli sono scuole di tipo tradizionale.  Questi sono modi davvero molto creativi di coinvolgere gli studenti. E ci sono stati molti più giochi quest’anno e questo trimestre che nel precedente in cui c’era da morire con i Power Point.

13aLene: Ah, quindi si tratta anche di uscire fuori. E ci sono cose che si possono fare all’aperto.  E cose che potete fare insieme online che siano significative e divertenti e ti facciano sentire parte di un gruppo. 

Infine, hai qualche consiglio anche per quei genitori che hanno i loro figli a casa tutto il giorno   loro stessi devono lavorare a casa in smart work?

3aJamie: Giusto… i genitori. Sapete, vorrei che in Italia si programmasse una bella merenda fuori con i propri figli, almeno una volta alla settimana.    Sai, siamo tutti intrappolati in casa; eppure, non ci prendiamo mai tempo per giocare con i nostri figli.  Qualcuno mi ha chiesto recentemente quale sia stata una delle gioie inaspettate del covid che non sia legata al lavoro.  E ho detto, beh, una delle gioie più inaspettate è stato godermi la mia famiglia.  E non è un lavoro di routine.  Non è un peso.  In realtà è stata un’incredibile opportunità di costruire relazioni all’interno della nostra famiglia, prima eravamo tutti troppo impegnati per relazionarci, per trovare il tempo di conversare, e giocare, e imparare a goderci la nostra vita insieme.  Quindi questo, per me che viaggiavo sempre, è stato un incredibile piacere.

13aLene: Jamie, è stato un piacere parlare con te.  Grazie mille e ci vedremo, si spera, quest’anno prima o poi.

3aJamie: Grazie mille a tutti voi.  State bene, state al sicuro, giocate e divertitevi insieme.  E questo Covid finirà e così torneremo alla normalità.   Grazie.  Grazie mille.

 

 

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