ECOSISTEMI DI APPRENDIMENTO E CONNESSIONI VIRTUALI
di Nathan Strenge
progettista della formazione al Fielding International USA
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Perché continuiamo a insegnare in questo modo ai nostri figli? Perché continuiamo a farlo?
È una domanda che si pongono in molti. L’ho sentita da insegnanti e da genitori. E una domanda simile la pongono anche gli studenti.
- Perché continuiamo a farlo?
- Perchè continuiamo a tenere i giovani seduti nelle aule per la maggior parte della giornata, ad ascoltare e ascoltare?
- Perché le esperienze di apprendimento non si collegano mai a ciò che succede al di fuori dei muri della scuola?
- Perché ai bambini e ai ragazzi non è concesso di intervenire su ciò che imparano e su come imparano?
- Perché gli spazi dove i nostri figli imparano sono tutti uguali?
- E perché la valutazione avviene su cose che hanno risposte molto chiare e semplici, anziché impegnare i ragazzi su questioni più autentiche, complesse e stimolanti che li costringano davvero a pensare in modo critico e creativo?
Queste domande sono davvero al centro del dibattito sull’istruzione in questo momento. Ovunque nel mondo c’è questa aspirazione a rendere i ragazzi persone che pensino in modo creativo, che sappiano risolvere i problemi, che provino amore ed empatia per gli altri; che possano apprendere per tutta la vita; che siano protagonisti del loro destino; che siano cittadini responsabili; che padroneggino le competenze fondamentali comprese quelle digitali.
Ma queste visioni dell’apprendimento sono molto spesso disallineate, non sono cioè in sintonia con ciò che le scuole fanno. Quindi la domanda: “Perché continuiamo a insegnare così ai nostri figli?” È una domanda molto importante che va esplorata.
Io lavoro alla Fielding International come progettista dell’apprendimento e rappresento HundrEd negli Stati Uniti, HundrEd è l’organizzazione finlandese che raccoglie ogni anno da tutto il mondo le innovazioni più significative nel campo dell’educazione.
E le domande che vi ho posto sono al centro del lavoro di queste organizzazioni. E in quell’ambito ho la fortuna di incontrare e collaborare con persone a livello globale che affrontano gli stessi temi, per cercare di superare i disallineamenti, le incongruenze, che ci sono tra aspirazioni e realtà scolastica e riuscire a costruire ecosistemi di apprendimento che affrontino i problemi alla radice. E mi confronto anche con tante persone a livello locale che affrontano gli stessi problemi e si pongono la stessa domanda. “Perché continuiamo a insegnare così ai nostri figli? Perché continuiamo a farlo?”
CREARE ECOSISTEMI DI APPRENDIMENTO
Oggi vi parlerò di ciò che stiamo facendo sia alla Fielding International che a Hundreds, dove si sta davvero lavorando sul tema di come creare ecosistemi di apprendimento. Ci guida l’idea che i bambini e i ragazzi abbiano davvero la possibilità di agire, di essere protagonisti, di coltivare le loro curiosità, la loro creatività, che possano apprendere in contesti reali e attraverso sfide autentiche. Non devono più essere destinatari passivi di contenuti antiquati, ma devono poter scoprire contenuti pertinenti, complessi e reali nel mondo che li circonda.
Per affrontare questi temi, una delle cose che ho imparato personalmente nel mio ruolo alla Fielding International e a Hundred è il potere che si sprigiona quando ci si mette assieme, ci si connette.
So che sembra semplice, ma vi assicuro che unire le persone in modi davvero autentici e organici, non è facile, ma racchiude in sé potenzialità enormi, può sprigionare un grande potere, una grande capacità collettiva di risolvere i problemi.
Allora, qual è il mio ruolo come progettista dell’apprendimento a Fielding e quello come Country Lead di Hundred in USA. Consiste in realtà solo in due cose: 1) riunire le persone, 2) porre domande ed ascoltare con empatia.
Vi racconterò quello che abbiamo fatto nell’ultimo anno sia da una prospettiva globale che da una prospettiva locale, perché entrambe sono davvero importanti.
Quando ci riuniamo a livello globale, possiamo creare nuove connessioni, possiamo stimolare nuove idee, possiamo condividere le nostre migliori pratiche. Possiamo costruire e sostenere il lavoro migliore dell’uno e dell’altro. Nel corso dell’ultimo anno, molto del lavoro che stiamo facendo, è diventato virtuale. E ora voglio condividere con voi alcune di queste esperienze.
Nella fase iniziale, verso la fine di marzo, quando il Covid impose la chiusura delle scuole e delle imprese e bloccò le comunità in tutto il mondo, noi di Fielding abbiamo pensato che fosse un buon momento per usare questo tempo, questa rottura che si era generata e capire cosa potesse sortire da tutto quello che stava capitando.
Quindi abbiamo ospitato una serie di incontri che abbiamo titolato: Dalla chiamata a raccolta alla trasformazione. Per otto settimane abbiamo riunito oltre un migliaio di partecipanti da vari paesi e da quasi tutti gli stati USA. Il format è stato davvero semplice. Per ogni incontro abbiamo portato un relatore importante davvero al top fra quelli che immaginano il futuro dell’istruzione.
Abbiamo fatto intervenire persone come Yong Zhao ed Emily Liebtag, Ewan McIntosh, Heidi Hayes Jacobs, Suzie Boss, Tom Vander Ark, Tony Simmons. Queste persone ci hanno fatto immaginare non solo ciò che potrebbe essere, ma ciò che sta già accadendo in questo momento, e come possiamo sfruttare le migliori pratiche che abbiamo appreso prima del Covid, e che possiamo applicare oltre il covid. Oggi sappiamo molto di più su ciò che è possibile e abbiamo più libertà di esplorare nuove idee, perché il lockdown ci ha imposto di ripensare all’istruzione. Quindi in questa serie. Dalla chiamata a raccolta alla trasformazione abbiamo avuto in ogni incontro una relazione fondamentale, poi ci siamo divisi in piccoli gruppi, di circa otto persone, che hanno affrontato una o due domande guida. E abbiamo iniziato a immaginare le azioni che si potevano intraprendere. E sono uscite cose sorprendenti.
Potrei passare ore a parlare delle conversazioni che abbiamo avuto con persone in tutto il mondo su quello che potrebbe essere il futuro dell’apprendimento e delle azioni che si possono intraprendere a livello globale, nazionale e locale.
Una delle cose molto concrete che abbiamo fatto è stato un festival cinematografico che abbiamo ospitato in ottobre con partner di tutto il mondo. Fra i partner c’erano Hundred, Education Reimagined , poi Next Generation Learning Challenges e altri ancora. Non li elencherò tutti.
È stato un festival cinematografico virtuale, il primo di questo genere. Il festival cinematografico si è svolto su tre temi incrociati: razza, istruzione e protagonismo giovanile. Abbiamo messo insieme un’incredibile lista di film. Film documentari che hanno mostrato ciò che è possibile, ma guardano anche alla storia della razza e dell’ingiustizia, come questa si è manifestata nel nostro sistema di istruzione, un sistema che dobbiamo essere disposti ad affrontare di petto. Il sito di questo festival c’è ancora a questo link.
UN APPRENDIMENTO EQUO
In questi ultimi due mesi, ho avuto la possibilità di lavorare con alcune persone fantastiche sull’equità nell’istruzione, e abbiamo messo su una serie che si chiama Progettare un apprendimento equo. Abbiamo riunito una comunità di persone che è davvero in grado di definire cosa significhi progettare ecosistemi di apprendimento ed esperienze di apprendimento che siano realmente co- create con i giovani, che diano veramente voce ai giovani e diano potere ai giovani di esplorare, di esplorare sé stessi, la loro identità, ma anche di esplorare come possono contribuire con la loro azione al mondo che li circonda. È una serie incredibile e si possono trovare le registrazioni sul sito di Fielding International.
Anche questo esempio riporta all’idea che quando ci si riunisce, che sia di persona o virtualmente, a livello globale o nazionale o locale, si possono suscitare idee, si possono generare azioni, ci si può umanizzare a vicenda. Non significa che cantiamo Kumbaya, o che dobbiamo essere d’accordo su tutto. Ma significa che lavoriamo con amore e con passione. E stiamo mettendo i nostri giovani al primo posto. Quindi, alla fine, riunirsi in una grande comunità nazionale o globale può essere fantastico, ma quello che abbiamo scoperto è che il cambiamento nell’istruzione avverrà a livello locale, avverrà a livello scolastico. Accadrà a livello di distretto o di comunità.
E quindi quello su cui voglio concentrarmi ora è cosa possiamo fare radunandoci nelle nostre comunità locali.
Quello che abbiamo fatto a Fielding è stato mettere insieme un seminario chiamato “Allineare per progredire“. Ed è basato su questa idea: quando iniziamo a individuare il disallineamento nel nostro sistema fra ciò che facciamo e ciò che dovremmo fare, possiamo cominciare a dar vita a connessioni in un ecosistema di apprendimento online, dove condividiamo la nostra visione dell’apprendimento, la nostra visione degli ambienti di apprendimento, la nostra visione delle competenze delle persone e dei loro ruoli all’interno dell’ecosistema, i ruoli degli adulti, il ruolo dei giovani, ecc. E noi portiamo la nostra esperienza globale nella progettazione di spazi e ambienti. Abbiamo modelli di progettazione che illuminano davvero ciò che può essere un ecosistema allineato, dove le aspirazioni sono in linea con quello che si fa.
Abbiamo alcuni modelli di progettazione, come il nostro modello di comunità di apprendimento e modelli di spazi e modelli di connessioni interne esterne che si mettono in relazione con persone di tutto il mondo.
Ed è davvero importante l’idea di riunirsi a livello locale. Quando lo facciamo riuniamo ragazzi, insegnanti e amministratori, genitori e imprenditori locali e parliamo di qual è lo scopo dell’apprendimento, e poi mettiamo assieme ciò che si può fare per introdurre elementi relativi all’ ambiente, per realizzare la nostra visione per far progredire gli studenti e per definire il ruolo delle persone nell’ecosistema. E tutto questo sprigiona un incredibile potere di cambiamento.
Quello che stiamo sentendo da persone di tutto il mondo, in questo momento, è che in questa fase di transizione si devono affrontare sfide autentiche che riscoprono i contenuti e coinvolgono i ragazzi nella risoluzione dei problemi reali delle loro comunità. E voglio dire forte ai miei due amici, Emily Liebtag e Tom Vander Ark, che il loro libro “Difference making at the heart of learning” deve essere letto!. È un libro che ci mostra cosa è possibile e cosa sta già succedendo nel mondo.
CONCLUSIONI
E stiamo giungendo alla fine. Vi ho parlato del nostro lavoro a Fielding International. Vi ho parlato un po’ di Hundred, Vi ho parlato dell’idea di riunire le persone e di sprigionare quelle idee che generano cambiamenti per un mondo più sostenibile ed equo. Il sito web di Hundred contiene tante delle esperienze che si stanno sviluppando e che possono essere applicate a livello locale. Quindi visitate il loro sito web. E date anche un’occhiata anche a Fielding, dove possiamo aiutarvi a tenere queste conversazioni, questi meeting per iniziare ad allineare il vostro ecosistema di apprendimento. Ma non è necessario che vi rivolgiate a noi, potete farlo da soli. Potete creare un tempo e uno spazio per riunirvi.
Se riuscite a coinvolgere i giovani a co-creare con voi, allora davvero accade la magia.
Siamo felici di aiutarvi ma potete, ripeto, farlo da soli e quando lo farete inizierete a creare un ecosistema di apprendimento allineato, dove aspirazioni e realtà cominciano a coincidere, dove ogni singola persona, i giovani e gli adulti in quell’ecosistema, sono considerati esseri umani che hanno la capacità di fare qualsiasi cosa che si propongano, che sono ascoltati su quello che vogliono fare, e apprezzati e amati per quello che sono.
Quando riuniamo le persone, possiamo davvero cominciare ad affrontare i problemi del nostro mondo, possiamo usare l’istruzione come piattaforma per affrontare i problemi della vita reale, e ce ne sono tanti in questo momento. Insieme potete guardare attraverso la lente un cambiamento climatico o un’ingiustizia razziale, o la povertà e le crescenti disuguaglianze. Un modo per guardare a tutto questo è attraverso gli obiettivi sostenibili delle Nazioni Unite, ma potete anche semplicemente iniziare a guardare quali sono i problemi nella vostra comunità. Quando vi riunirete, e comincerete a parlare e ad ascoltare, sarà allora che inizierete a creare un efficace e vivo ecosistema.
È questo il momento di farlo, lo vediamo a Fielding International e a Hundred. Potete farlo anche voi! Grazie