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AL VIA UN’ORA SETTIMANALE DI EDUCAZIONE CIVICA

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ADI: no a nuove discipline, sì alla trasversalità e trans-disciplinarità

Il disegno di legge della Lega

Con la metodologia dominante degli annunci su facebook, il ministro Bussetti ha comunicato con un breve video che, insieme ai ministri Salvini (Interno) e Fontana (Famiglia), ha presentato un disegno di legge sull’educazione civica, che sarà ufficialmente portato alla Camera dei Deputati a gennaio 2019.



L’educazione civica diventerà obbligatoria dalla scuola dell’infanzia al diploma, come disciplina a sé stante alla quale saranno dedicate 33 ore annuali, corrispondenti ad un’ora settimanale, quindi con tanto di organico, di quale classe di concorso non è ancora dato sapere.

Questa disciplina, secondo le parole del Ministro, sarà costituita dalle seguenti “materie”: educazione alla legalità, educazione alla cittadinanza digitale, educazione all’ambiente e alla salute, educazione stradale.

La proposta di legge dell’ANCI

Va detto che questo disegno di legge della Lega non è solitario, si somma ad altre iniziative pregresse e parallele, perché in quanto ad aggiunte al curricolo in Italia non ci facciamo mancare niente. L’ANCI stesso ha fatto una proposta di legge sull’educazione civica, su cui si stanno ancora raccogliendo firme. Si legge nella proposta di legge di iniziativa popolare targata ANCI: “E’ istituito l’insegnamento di educazione alla cittadinanza come disciplina autonoma con propria valutazione, nei curricoli e nei piani di studio di entrambi i cicli di istruzione”. Il monte-ore necessario è “non inferiore alle 33 ore annuali”.

La mania italica di aggiungere discipline a curricoli già bulimici

Andrebbe ricordato che nelle Indicazioni e nelle Linee Guida per entrambi i cicli esiste già l’acquisizione della competenza “Cittadinanza e Costituzione”, ma in Italia ciò che non è soggetto a proprio specifico voto sulle pagelle e a specifico esame “non esiste”. E allora bisogna aggiungere. E’ successo con l’aggiunta di un’ora settimanale di geografia, è successo quando ci si è opposti nel primo biennio del 2° ciclo ad avere un’area scientifica unitaria, e potremmo continuare. Ma questo modo di procedere è antistorico.

Trasversalità dei saperi e inter/trans-disciplinarità: unica possibile riforma dei curricoli!

La riforma dei curricoli è una delle grandi necessità della scuola italiana, ma vi si potrà mettere mano seriamente solo quando si capirà che occorre abbandonare definitivamente il modello utilizzato finora, che vede la giustapposizione di un numero crescente di singole discipline, che al loro stesso interno vanno dilatandosi: una bulimia assurda che porta alla morte dei saperi.

Basterebbe guardare alle trasformazioni avvenute nell’attività scientifica, con il crollo di quei riferimenti e di quelle categorie di classificazione che fino a poco tempo fa la organizzavano e la descrivevano. I grandi settori dell’innovazione scientifica si situano in un punto di intersezione fra più spazi disciplinari, che vedono così cadere le loro frontiere tradizionali. Le scienze e le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, che si sviluppano non solo entro il loro campo specifico, ma anche in combinazione con le scienze umane e sociali, le scienze biologiche, le scienze cognitive o le nanoscienze, indicano molto bene questa trans-disciplinarità.

Nella scuola tentativi di superamento dell’apprendimento per singole separate discipline sta avvenendo con la metodologia del Project Based Learning. Di lì bisogna partire, approfondire e sperimentare.