Comunicato stampa del 16 luglio 2009
Il 16 luglio 2009 la Commissione europea ha presentato la relazione sulle cifre chiave dell’educazione in Europa che mette in luce le tendenze positive nei sistemi d’insegnamento europei, ma anche le grandi sfide che hanno di fronte.
Tra le evoluzioni positive, si indica l’aumento delle iscrizioni alla scuola dell’infanzia dei bambini di 4 anni, l’aumento considerevole del numero di studenti nell’istruzione superiore ed una tendenza generale all’allungamento della scolarità obbligatoria. In futuro dovranno tuttavia essere affrontate alcune importanti sfide, tra cui l’andamento demografico in Europa, che nei prossimi anni vedrà sia la diminuzione del numero di bambini in età scolare sia il pensionamento di moltissimi insegnanti in numerosi Paesi. La relazione sottolinea anche una generale tendenza in Europa all’aumento dell’autonomia delle scuole.
L’edizione 2009 di Cifre chiave sull’istruzione in Europa, elaborata dalla rete Eurydice, si fonda su 129 indicatori per dare un panorama delle tendenze più recenti in materia di organizzazione e di funzionamento dei sistemi d’istruzione in 31 Paesi europei (gli Stati membri dell’UE più l’Islanda, il Liechtenstein, la Norvegia e la Turchia).
Ján Figel’, commissario europeo responsabile dell’istruzione, della formazione, della cultura e della gioventù, ha dichiarato:
“La nostra relazione sulle cifre chiave rivela elementi incoraggianti: registriamo un crescente numero di iscrizioni alla scuola dell’infanzia e le nostre università accolgono sempre più studenti. È la prova che l’istruzione e la formazione lungo tutto l’arco della vita stanno diventando una realtà per tutti e che esse costituiscono un fattore chiave per la coesione sociale e per una ripresa economica sostenibile nell’Unione Europea. Vi sono però delle sfide da affrontare: si prevede un numero insufficiente di insegnanti in alcune zone e una diminuzione del numero di iscritti nell’istruzione obbligatoria”.
Messaggi chiave
1) Cambiamento demografico: diminuzione del numero di allievi nell’istruzione obbligatoria e pensionamento di moltissimi insegnanti
“Le proiezioni demografiche nell’Unione Europea indicano un calo del numero dei ragazzi in età scolare, mentre cresce il bisogno dei cittadini di padroneggiare competenze e conoscenze aggiornate. Parallelamente, poiché la percentuale di insegnanti anziani è particolarmente alta in numerosi Paesi, nel prossimo futuro andranno in pensione moltissimi insegnanti e ciò potrebbe determinare una penuria di docenti, specialmente in alcune zone. Questi cambiamenti demografici, se da un lato costituiscono una sfida per i sistemi d’insegnamento, dall’altro offrono l’opportunità di modernizzarli e di migliorarne l’efficacia e la qualità.
2) Allungamento della scolarità obbligatoria e notevole aumento del numero di studenti nell’insegnamento superiore
Anche se nella grande maggioranza dei Paesi europei la scolarità obbligatoria dura nove o dieci anni, ma un bambino che oggi ha 5 anni probabilmente frequenterà la scuola per una media di 17 anni. Ovunque la tendenza è orientata all’aumento della scolarizzazione. Alcuni Paesi hanno introdotto riforme volte a ridurre i tassi di abbandono scolastico. In Italia e nei Paesi Bassi, ad esempio, tutti gli allievi fino a 18 anni devono restare a scuola finché non abbiano ottenuto un certificato di studi di base (non sono bene informati sull’Italia. NdT).
Il numero di studenti nell’istruzione superiore è in costante aumento dal 1998 e ha superato i 18 milioni (un aumento cioè del 25% in otto anni). Attualmente un terzo dei ragazzi di età compresa tra i 20 e i 22 anni segue un corso di studi superiori. Nel complesso, le donne sono più numerose degli uomini nell’istruzione superiore (123 donne contro 100 uomini), ma persistono squilibri notevoli in alcuni settori di studio.
3) Maggiore autonomia delle scuole e aumento delle valutazioni esterne, ma con politiche diverse in materia di pubblicizzazione dei risultati
La tendenza quasi universale a favore di un aumento dell’autonomia delle scuole è stata accompagnata dall’adozione di misure volte a far sì che i sistemi d’istruzione, le scuole e il personale siano valutati in modo regolare e sistematico.
Si può affermare che dal 2000 vi è stato in Europa un cambiamento di mentalità per quanto riguarda la certificazione della qualità nel settore dell’insegnamento, come risulta per esempio dal fatto che molti Paesi hanno introdotto valutazioni standardizzate.
Tuttavia, i risultati vengono pubblicati in modo regolare e sistematico solo in una minoranza di Paesi.
4) Lo studio fornisce anche risposte (che si basano sui dati del 2006 e 2007) a molti altri quesiti, quali:
- In che misura i genitori nei diversi Paesi europei hanno la libertà di scegliere la scuola a cui iscrivere i propri figli?
- Quali Paesi spendono di più per alunno?
- Quali Paesi retribuiscono meglio gli insegnanti in rapporto al PIL pro capite?
- Qual è l’orario settimanale di insegnamento dei docenti?
- Quali Paesi fanno pagare le tasse universitarie e a quanto ammontano?
- Come viene trattata nei diversi stati la questione degli alunni non di madre lingua del Paese in cui frequentano la scuola?
La rete Eurydice fornisce informazioni ed analisi relative alle politiche ed ai sistemi d’istruzione europei. Si compone di 35 unità nazionali nei 31 Paesi che partecipano al programma comunitario d’istruzione e di formazione lungo tutto l’arco della vita (gli Stati membri dell’UE, gli Stati membri del SEE e la Turchia). Il suo coordinamento e la sua gestione sono garantiti dall’ “Agenzia per l’Istruzione, gli Audiovisivi e la Cultura” (EACEA) con sede a Bruxelles, che cura le pubblicazioni ed elabora le banche dati della rete.
Download
- Lo studio integrale in inglese: Key Data on Education in Europe 2009
Link
- European Commission: 2008 Report on Progress towards the Lisbon objectives in education and training – Indicators and benchmarks
- European Commission: Education and training