Adattamento dal sito di Norberto Bottani, consulente scientifico dell’ADi
Per prima cosa vale la pena segnalare questo nuovo tipo di documenti dell’OCSE che riprende PISA in Focus. Si tratta di Education Indicators in Focus, brevi documenti nei quali si commenta e si approfondisce un’informazione specifica estrapolata dall’insieme d’indicatori internazionali dell’istruzione che ogni anno l’OCSE pubblica nel volume EAG (ossia “Education at a Glance”, in francese “Regards sur l’éducation”, in italiano “Uno sguardo sull’educazione”).
Si tratta in genere di documenti brevi, essenziali, molto politici, che si leggono rapidamente; note succinte che estraggono il succo dai dati e dalle statistiche prodotti dall’ l’OCSE, in questo caso dagli indicatori dell’istruzione.
Finora sono stati pubblicati 6 numeri:
No: 6 What are the returns on higher education for individuals and countries?
Blog: Higher education: a good long-term investment?
No: 5 How is the global talent pool changing?
Blog: What will the global talent pool look like in 2020?
No: 4 How pronounced is income inequality around the world and how can education help reduce it?
Blog: How can education help tackle rising income inequality?
No: 3 How are girls doing in school – and women doing in employment – around the world?
Blog: Women’s outcomes in education and employment: strong gains, but more to do
No: 2 How are countries around the world supporting students in higher education?
Blog: Increasing higher education access: one goal, many approaches
No: 1 How has the global economic crisis affected people with different levels of education?
Blog: Higher education: an insurance policy against global downturns
[stextbox id=”info” image=”null”]Esaminiamo qui il tema del 5° numero: la distribuzione dei talenti a livello mondiale[/stextbox]
Il tema del 5° numero è imperniato su un fenomeno tipico del ventesimo secolo: l’espansione del settore universitario, ma sarebbe meglio dire dell’insegnamento terziario (che comprende sia il livello universitario sia il terziario non accademico, come gli alti istituti di tecnologia e scienze applicate). Il termine “insegnamento terziario è quasi sconosciuto in Italia perché, di fatto, dopo l’insegnamento secondario di 2° grado esiste pressoché unicamente l’università che esercita un quasi monopolio sull’insegnamento superiore (ancora del tutto irrilevanti gli ITS).
L’OCSE afferma che il pool mondiale dei talenti nel 2020 non sarà più concentrato negli Stati Uniti, in Giappone e in Europa come è stato finora, perché in Cina, India, Brasile, Indonesia, Argentina, Russia, Sud- Africa e Arabia Saudita l’espansione dell’insegnamento terziario è divenuta rapidissima. Nel 2000, nei Paesi dell’OCSE c’erano 51 milioni di studenti nell’insegnamento terziario nella fascia d’età dai 25 ai 34 anni . Nei paesi del G20 non appartenenti all’OCSE il loro numero era soltanto di 39 milioni. Nell’ultimo decennio questo divario è quasi scomparso. Per esempio nel 2010 erano 66 milioni i 25-34enni con titolo terziario nei paesi dell’OCSE, rispetto ai 64 milioni dei paesi del G20 non appartenenti all’OCSE. Se questo trend continua, il numero di 25-34enni con titolo terziario in Argentina, Brasile, Cina, India, Indonesia, Russia, Arabia del Sud e Sud Africa supererà di quasi il 40% i coetanei dei Paesi dell’OCSE.
Si tratta di una cambiamento epocale come si suol dire.
Secondo l’OCSE non c’è da preoccuparsi per il livello occupazionale di questa manodopera qualificata perché l’espansione della cosiddetta “economia della conoscenza” assorbirà tutti i talenti con diploma universitario.
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