In un clima nazionale e internazionale caratterizzato da incertezza e inquietudini per il futuro, dalla precarizzazione del lavoro, da una preoccupante disoccupazione giovanile, dal caos della globalizzazione e dalla rivalutazione di comunità chiuse, sotto varie forme di populismi, noi, insegnanti e dirigenti scolastici dell’ADI, ci impegniamo a dar vita a una nuova primavera della scuola, ad un’educazione equa, di qualità, locale e globale, legata al proprio territorio e aperta al mondo.
E lanciamo la parola d’ordine “Educazione impegnata”.
Un’educazione fondata su un intreccio virtuoso di testa, cuore e mani, che dia credito, fiducia, autonomia ai giovani, che hanno la responsabilità di applicare le loro conoscenze e competenze in modo da rendere il mondo un posto migliore.
Un’educazione impegnata che colmi il persistente steccato fra istruzione generalista e professionale.
Un’educazione impegnata che assuma i valori della solidarietà, dell’inclusione e dell’universalità dei diritti di cittadinanza, che costruisca ponti e non muri, per questo ci facciamo promotori in Italia dell’organizzazione Global Goals Curriculum 2030, per coinvolgere la scuola negli Obiettivi Globali per lo sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU.
Infine le nostre proposte per superare alcune delle più pesanti storture del sistema scolastico del nostro Paese:
- Una nostra proposta di legge sugli Istituti Autonomi a Statuto Speciale, IASS, approvata dal Congresso; “ istituti diversamente pubblici” che, liberati dai fardelli della burocrazia ministeriale, sappiano creare le condizioni per il miglioramento e l’innovazione, con particolare attenzione: a) all’istruzione tecnica e professionale e alla riuscita degli studenti delle zone più deprivate, b) ai Licei quadriennali e alla valorizzazione dei talenti, troppo spesso mortificati nel nostro Paese.
- Lo sviluppo di una dirigenza scolastica che sia innanzitutto leadership educativa (“non c’è apprendimento senza adeguata leadership scolastica”) che possa valorizzare autonomia e responsabilità delle diverse componenti della comunità scolastica.
- La creazione della carriera dei docenti e l’istituzione di una leadership intermedia nelle scuole a sostegno dell’autonomia scolastica e dello sviluppo di nuove prospettive professionali per gli insegnanti.
- L’unificazione e il rilancio, in analogia con quanto fatto in Trentino Alto Adige, di Istruzione Professionale Statale e Istruzione e Formazione Professionale regionale, entrambe sofferenti per tale separazione, consapevoli che in questo settore si gioca la nostra capacità di risolvere l’incivile numero di NEET nel nostro Paese e di colmare parte del mismatch fra formazione e mercato del lavoro.
- L’unificazione della scuola dell’infanzia statale e comunale, superando la persistente anacronistica dicotomia, così da ridare nuovo slancio alle scuole comunali declassate e svilite rispetto al modello educativo virtuoso da esse per anni rappresentato.
Per realizzare questi obiettivi l’ADi si è dotata di una più snella organizzazione e ha avviato il coinvolgimento di una nuova generazione ADi di insegnanti e dirigenti scolastici |