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Il 13 marzo l’annuncio del direttore: l’Enciclopdia Britannica cesserà la pubblicazione cartacea dopo 244 anni Addio ai suggestivi 32 volumi (“quella bella fila di volumi nell’angolo dello studio del babbo” come dicono gli inglesi)!
Il Direttore ha assicurato che d’ora in poi l’Enciclopedia continuerà a vivere in forme digitali “bigger, more numerous, and more vibrant”. E ha aggiunto che siccome le scuole stanno tutte convertendosi all’iPad, la Britannica non mancherà all’appuntamento.
In realtà la decisione di chiudere l’edizione stampata è la naturale conclusione di un processo cominciato molti anni fa. Nel 1981 la Britannica creò la prima enciclopedia digitale (per LexisNexis); nel 1989 il primo CD multimediale; nel 1999 il sito http://www.britannica.com/ per la consultazione sul web. Un sito che è diventato il principale contatto con i lettori: 450 milioni di persone hanno consultato le sue pagine l’anno scorso.
A lanciare la sfida più pesante a Britannica è stata in questi anni Wikipedia.
Non va dimenticato ciò che rivelò il settimanale scientifico Nature: le voci di Britannica avevano errori in più rispetto a Wikipedia. Le voci esaminate erano in realtà in ambito scientifico, dove Wikipedia può contare sulla collaborazione di qualificate comunità scientifiche come i ricercatori universitari.
Per molti l’annuncio della fine dell’edizione stampata dell’Enciclopedia Britannica è risuonato un po’ come l’ultimo rintocco della campana a morto dell’era Gutenberg. Per chi ha queste nostalgie e sufficiente spazio in casa è in “saldo” sul sito la versione hardcover del 2010: 32 volumi a 1000 euro.
Questo il blog della Britannica http://www.britannica.com/blogs/2012/03/digital-encyclopedia/