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EDUCARE PER IL FUTURO: IL CASO DELL’ASIA ORIENTALE

Di Raja Bentaouet Kattan - Traduzione a cura di ADI

di

Dal blog della banca mondiale

Curricoli per il 21° secolo

Lo scopo di qualsiasi sistema educativo è quello di fornire agli studenti la capacità di vivere una vita soddisfacente e produttiva.Attualmente, in Asia orientale ci sono sette dei dieci migliori sistemi educativi al mondo. Nonostante i risultati impressionanti ottenuti, questi sistemi, che realizzano apprendimenti sopra la media, non si accontentano dei risultati raggiunti: continuano ad approfondire la qualità dell’istruzione, correlando l’apprendimento ai nuovi bisogni emergenti. Il punto centrale della riforma del curricolo in questa zona del mondo è l’attenzione per l’apprendimento delle competenze del 21 ° secolo e la loro misurazione.

Tra i Paesi con i sistemi educativi più efficaci, l’attenzione si sta spostando da una pedagogia uniforme, incentrata sull’insegnamento e orientata all’esame, a percorsi di apprendimento diversificati centrati sullo studente, che mirano a fornire capacità per poter continuare ad apprendere per tutta la vita.

Questo cambiamento ha dato luogo a una maggiore attenzione per le competenze del 21° secolo in particolare ci si sta concentrando su questi tre elementi:

1) apprendimento e innovazione,

2) alfabetizzazione digitale,

3) competenze per la vita ed il lavoro.

In estrema sintesi, i sistemi scolastici delll’Asia orientale aspirano a far sì che i loro studenti conoscano se stessi, sappiano relazionarsi bene con gli altri, abbiano una mentalità cosmopolita e pensino in modo creativo e indipendente, dal momento che hanno già a portata di mano un’immensa conoscenza di qualsiasi luogo del mondo.

Drastica riduzione del curricolo formale

A Singapore, in Giappone, nella Repubblica di Corea e a Hong Kong (Cina), le riforme curriculari del 21 ° secolo riguardano una diversa gestione dell’istruzione.

Riconoscendo che l’economia globale è in rapida evoluzione ed è sempre più basata sulla conoscenza, quei Paesi stanno ponendo, nei loro curricoli, l‘accento più su “imparare a imparare” in modo che gli studenti possano acquisire quella flessibilità e adattabilità necessarie per far fronte alle dinamiche richieste del mercato del lavoro.

Nello specifico, hanno stabilito nuovi obiettivi, un nuovo format del curriculum e diverse pedagogie. Quei Paesi stanno riducendo il curricolo esistente: https://asiasociety.org/files/21st-century-competencies-east-asian-education-systems.pdf. Ad Hong Kong, ad esempio, il curricolo è stato ridotto a quattro aree chiave di apprendimento. In Giappone, il curricolo formale è stato ridotto del 30% e, a Singapore di un terzo.

Tra i principali sistemi educativi di quella zona del mondo, vi è anche un condiviso spostamento dall’acquisizione di conoscenze (storicamente basate sulla memorizzazione) verso lo sviluppo di competenze.
In Giappone, ad esempio, il cambiamento si manifesta nel passaggio da “cosa sanno gli studenti” verso “cosa possono fare con ciò che sanno”. Esempi a dimostrazione di questo cambiamento si trovano visitando le classi che ora includono attività basate su progetti, nonché problemi e temi basati sull’apprendimento integrato, sull’apprendimento esperienziale e sulle attività che comportano ricerche, dibattiti, discussioni e presentazioni di gruppo.

Verso valutazioni centrate sullo studente

In diversi Paesi dell’Asia orientale, si riconosce che i format di valutazione dovrebbero spostarsi dalle funzioni sommative alle funzioni formative basate sulle prestazioni, che pongano enfasi sull’imparare ad imparare. In tal modo, l’obiettivo è quello di creare valutazioni che consentano agli studenti di condurre attività di apprendimento autodiretto e agli insegnanti di abbandonare il teaching to the test e la mera trasmissione di informazioni

Recentemente, alcuni Paesi di questa zona, con punteggi storicamente alti in PISA e TIMSS, hanno compiuto sforzi per ridurre i test, introducendo più valutazioni incentrate sullo studente e orientate ai processi.
Nel 2014, il Giappone ha proposto un esame alternativo da attuare a partire dal 2019, che ridimensionerà la memorizzazione delle nozioni, dando priorità al pensiero critico, al ragionamento e alle capacità espressive degli studenti.
In uno sforzo analogo, la Corea del Sud ha implementato un semestre senza test (introdotto nel 2013, testato sperimentalmente per due anni e implementato a livello nazionale nel 2016), che consente agli insegnanti di utilizzare in modo flessibile il curricolo per un periodo di un semestre, di incoraggiare la partecipazione degli studenti attraverso discussioni e pratiche.

Mentre la necessità di competenze del 21° secolo è ben riconosciuta in tutta la zona, rimane comunque una sfida la comprensione, la definizione e il cambiamento delle pratiche di insegnamento e di valutazione per supportare meglio l’apprendimento e la misurazione di queste competenze.

Ora si richiede di più agli insegnanti e su di loro si concentrano le aspettative. Gli insegnanti stanno rispondendo lavorando più ore.

Anche le valutazioni sono diventate più complesse ora che gli studenti imparano a imparare piuttosto che semplicemente a memorizzare le informazioni. Valutare l’apprendimento che è intrinsecamente basato sui processi, come il ragionamento o le abilità interpersonali, è difficile, è davvero difficile da definire. Questo approccio richiede anche un coinvolgimento più profondo da parte dei genitori e delle comunità per comprendere e supportare questo cambiamento: un passaggio dall’apprendimento basato sui contenuti all’apprendimento basato sulle competenze.

Queste sfide ci dicono che c’è un continuo lavoro da svolgere e la necessità di condividere le migliori pratiche tra i Paesi.

Tre questioni fondamentali apprese

Finora, il processo di riforma del curricolo del 21 ° secolo in Asia orientale ha chiarito tre cose:

  1. Le competenze socio-emozionali rafforzano le capacità cognitive
    In tutta la zona, rimane una preoccupazione il conseguimento di competenze di base nell’alfabetizzazione linguistica e nella matematica, in particolare nei centri meno sviluppati della zona. Valutazioni internazionali, come TIMSS e PISA, rivelano che mentre quella zona dell’Asia ha alcuni dei sistemi di istruzione che producono i migliori risultati, ne ha anche alcuni con i risultati più bassi.Le competenze cognitive (lettura, scrittura, aritmetica, ecc.) e quelle socio-emozionali (consapevolezza, lavoro di squadra, empatia, ecc.) si rafforzano a vicenda. I soggetti con caratteristiche come capacità di guida, diligenza, perseveranza o buone abilità sociali sono più propensi ad applicarsi all’acquisizione di abilità cognitive e ad avere relazioni positive con gli altri. L’acquisizione precoce di una solida base di entrambi è fondamentale, perché insieme, esse determinano il corso della nostra vita (https://openknowledge.worldbank.org/bitstream/handle/10986/28340/211096ov.pdf).
  2. Valutare gli studenti per informare l’apprendimento
    È necessario concentrarsi maggiormente sulla valutazione basata sulle competenze, in modo che i doposcuola, le diffuse lezioni private e il teaching to the test possano veramente diventare cose del passato.
  3. Selezionare e supportare gli insegnanti durante tutta la loro carriera
    Per aiutare gli insegnanti a diventare più efficaci nell’attuazione della riforma curricolare del 21° secolo, sono necessari più numerosi e migliori corsi di formazione iniziale ed in servizio e uno sviluppo della carriera professionale.
    In Giappone ci sono scuole i cui gli insegnanti riescono a collegare l’apprendimento alle esperienze di vita quotidiana, collaborando strettamente con la comunità.
    In Indonesia, è in atto un movimento per l’utilizzo di metodi di apprendimento attivo in varie discipline.

Diversi paesi dell’Asia orientale hanno già iniziato a trasformare l’apprendimento per il 21° secolo. Affinché questa trasformazione possa pienamente realizzarsi, sono necessari un forte impegno politico, un allineamento istituzionale, un continuo sostegno professionale agli insegnanti, comprese le strategie per ridurre il loro orario di lavoro e un maggiore sviluppo dell’ insegnamento basato sulle competenze e sulla valutazione delle.

Nota

2Raja  Bentaouet Kattan lavora per la Banca Mondiale. All’epoca della ricerca lavorava nella zona dell’Asia orientale e del Pacifico.Ora lavora nella zona del Medio Oriente e del Nord Africa.