Il 29 gennaio la Francia ha assistito a una massiccia mobilitazione contro la politica economica e sociale del Governo. Secondo la CGT più di 2,5 milioni di dipendenti pubblici e privati (la metà secondo fonti governative) hanno raccolto l’appello dei sindacati, per una volta uniti, e hanno sfilato per le strade delle maggiori città.
Particolarmente forte è stato lo sciopero nella scuola. Secondo il ministero ha scioperato il 48% degli insegnanti elementari e il 28% dei docenti della scuola secondaria; secondo i sindacati scuola le cifre sono rispettivamente il 69% e il 50%.
Per il sindacato SNES “la mobilitazione deve portare il governo a prendere in seria considerazione le richieste del personale scolastico, e cioè 1) ristabilire i posti soppressi negli organici, 2) rivedere la riforma della formazione vdegli insegnanti, 3) raddoppiare i posti nei concorsi“.
Tutto il mondo è Paese dunque!
Il ministro dell’Educazione Nazionale, Xavier Darcos, ha dichiarato che trova due elementi forti nei messaggi lanciati il 29 gennaio “1) una domanda di giustizia sociale, 2) un migliore potere d’acquisto per gli insegnanti” e ha aggiunto “questi due elementi sono al cuore delle riforme che ho intrapreso”
Il Presidente della Repubblica Nicolas Sarkozy, onnipresente negli slogan e sui manifesti degli scioperanti, ha detto che comprende le “inquietudini legittime” dei manifestanti e ha aggiunto che nel mese di febbraio incontrerà le organizzazioni sindacali e padronali al fine di “convenire su un programma di riforme da realizzare nel 2009 e sui metodi per gestirle al meglio“.
Reportage fotografico:
A la Bastille, chaque manifestant a ses raisons
LEMONDE.FR | 29.01.09