Al seminario internazionale dell’ADi, abbiamo invitato l’amministratore delegato della Fondazione delle Studio Schools inglesi, David Nicoll, per illustrarci questa esperienza inglese nata da pochi anni e di cui il geniale Geoff Mulgan, uno degli ideatori, parla in termini entusiastici nel video che segue.
[stextbox id=”info” image=”null”]Chi è Geoff Mulgan[/stextbox]
Geoff Mulgan è considerato uno dei policy maker più innovativi d’Europa, uno dei guru dell’innovazione sociale. Autore insieme a Robin Murray Julie Caulier Grice del Libro bianco sull’innovazione sociale.
Il suo nome è legato alla creazione e allo sviluppo di due importanti enti inglesi, la Young Foundation – che ha diretto dal 2004 fino al 2011- e il National Endowment for Science, Technology and the Arts (Nesta) di cui è attualmente amministratore delegato, nonchè della Fondazione delle Studio Schools (Studio School Trust) di cui è oggi presidente.
Young Foundation e Nesta sono diventate un punto di riferimento importante per chi si propone di fare innovazione sociale, vale a dire progetti per risolvere i bisogni che emergono nella società del 21° secolo, progetti che sappiano attivare collaborazione e partecipazione sociale.
Un obiettivo che può sempre più far leva sugli strumenti offerti dalle nuove tecnologie digitali.
In precedenza, Geoff Mulgan ha avuto numerosi incarichi pubblici, in particolare nel governo di Tony Blair, ha fondato e diretto il centro studi Demos, per molto tempo il think tank di Blair.
[stextbox id=”info” image=”null”]Geoff Mulgan e le studio schools[/stextbox]
Sentiamo dalla sua viva voce come è nata l’idea delle Studio Schools e come si vanno sviluppando. La relazione a TED sotto riportata è del 2011, oggi l’esperienza è consolidata e si va rapidamente sviluppando
VIDEO del 2011
TESTO DEL VIDEO
Oggi voglio parlavi di un’idea. E’ l’idea di creare un nuovo tipo di scuola, che stravolga completamente la tradizionale idea della missione della scuola e del suo funzionamento.
L’idea è stata concepita in seno ad un’organizzazione chiamata Young Foundation che, nel corso di molti anni, ha prodotto diverse innovazioni nel campo dell’educazione, quali la Open University o quali le extended schools, le scuole per imprenditori sociali ecc…
Cinque anni orsono, ci siamo chiesti quale fosse la cosa più importante da innovare nel sistema scolastico della Gran Bretagna. Abbiamo convenuto che l’obiettivo prioritario era quello di affrontare insieme due importanti problemi.
1) Il primo riguardava il grandissimo numero di adolescenti che a scuola si annoiano, che non riescono a scorgere nessuna connessione tra quanto apprendono in classe e il loro futuro lavoro.
2) Il secondo si riferiva al fatto che i datori di lavoro si lamentano che i ragazzi al termine della scuola non sono pronti per il lavoro, non hanno acquisito nè il giusto atteggiamento né le competenze necessarie.
Quindi ci siamo chiesti: che tipo di scuola attirerebbe gli adolescenti anziché respingerli? E dopo centinaia di conversazioni con i ragazzi, gli insegnanti, i genitori e i datori di lavoro, le scuole dal Paraguay all’Australia,
e dopo aver preso in considerazione ricerche accademiche, che mostrano l’importanza di quelle che sono ora note come competenze non cognitive – come la motivazione, la determinazione – che sono altrettanto importanti di quelle cognitive, vale adire le competenze formali disciplinari, abbiamo trovato una risposta, in un certo senso semplicissima, cui abbiamo dato il nome di Studio School.
L’abbiamo chiamata Studio School per riprendere quell’idea originale che risale al Rinascimento quando lavoro ed apprendimento si identificavano. Si lavora imparando e si impara lavorando.
E lo schema che abbiamo concepito ha alcune caratteristiche che ora vi indico.
Innanzitutto, volevamo creare scuole più piccole, circa 300, 400 alunni, per studenti dai 14 ai 19 anni, e cosa più importante, circa l’80% del programma di studio non doveva essere svolto seduti in classe, ma attraverso progetti pratici e autentici, lavorando su commissione di imprese, organizzazioni non governative ed altri.
Tutti gli alunni dovevano avere un tutor sul lavoro, oltre agli insegnanti, e dovevano rispettare gli stessi orari che si fanno in azienda. E tutto questo doveva essere realizzato nel sistema pubblico, finanziato con fondi pubblici, ma gestito in maniera del tutto autonoma.
E non dovevano esserci costi extra, non doveva esserci selezione, e si doveva dare la possibilità agli alunni che frequentavano una studio school di accedere all’Università, anche se chi si iscriveva aveva inizialmente l’aspirazione di intraprendere lavori manuali .
Lo schema si basa su idee molto semplici, vale a dire sul fatto che moltissimi adolescenti imparano meglio realizzando qualcosa, e imparano meglio lavorando in gruppo. E’ l’esatto opposto dello schema adottato dall’attuale sistema scolastico.
Ci sembrava una buona idea, quindi siamo passati alla fase di realizzazione di un prototipo. Inizialmente abbiamo provato nella città di Luton , famosa per il suo aeroporto e non per molto altro, e nella città di Blackpool, famosa per le sue spiagge ed intrattenimenti. Abbiamo scoperto, pur tra molte cose che andavano migliorate, che ai giovani piaceva.
I ragazzi ritengono che sia un sistema molto più motivante ed emozionante dell’istruzione tradizionale. E, fatto forse più importante di tutti, due anni dopo sono arrivati i risultati degli esami, gli alunni, che hanno preso parte a questi esperimenti sul campo e che nella scuola tradizionale era tra quelli con risultati peggiori, sono entrati a far parte del gruppo dei migliori , praticamente il decile superiore nei risultati al GCSE, che è il sistema di valutazione inglese nell’istruzione secondaria.
Non sorprende che questi risultati abbiano fatto pensare ad alcune persone che avevamo scoperto qualcosa. Il Ministro dell’istruzione dichiara di esserne un “fan entusiasta”. E anche le associazioni imprenditoriali hanno ritenuto che avessimo scoperto qualcosa utile, che fossimo riusciti a preparare i ragazzi molto meglio per l’attuale ambiente di lavoro. E infatti il Presidente delle Camere di Commercio è diventato il Presidente della Fondazione delle Studio Schools e sostiene il progetto, non solo tramite le grandi imprese, ma anche tramite le piccole imprese di tutto il Paese.
Abbiamo cominciato con due scuole. E quest’anno sono diventate 10. E per l’anno prossimo, pensiamo di raggiungere 35 scuole aperte in tutta l’Inghilterra e 40 altre zone vogliono aprire le loro scuole. Una diffusione piuttosto rapida di quest’idea. E’ interessante notare che, è accaduto quasi completamente senza supporto dei media. E’ accaduto quasi senza il sostegno di grandi finanziamenti.
L’idea si è diffusa tramite il passaparola tra insegnanti, genitori e persone che lavorano nell’educazione. Si è diffusa perché è una idea potente. Ed è l’idea molto molto semplice di invertire completamente il sistema educativo, prendere gli aspetti che erano marginali, come lavorare in gruppo, realizzare progetti pratici, e metterli al centro dell’educazione.
C’è un intero gruppo di nuove scuole che apriranno durante questo autunno. Una nello Yorkshire la scuola che, spero, sarà frequentata da mio nipote. E’ specializzata nelle industrie creative e nei media. Altre sono specializzate nella sanità, nel turismo, nella meccanica ed in altri campi.
Pensiamo di avere un progetto valido. Non è ancora perfetto, ma pensiamo che questa idea possa trasformare la vita di migliaia, forse di milioni di adolescenti che sono veramente stanchi della scuola, perché la scuola non li stimola. Non riescono a stare seduti in fila ed ascoltare per ore ed ore cosa viene detto loro. Vogliono fare qualcosa, vogliono sporcarsi le mani, vogliono che la loro educazione sia pratica. Io spero che qualcuno tra voi possa aiutarci.
Noi crediamo di essere all’inizio di un cammino di sperimentazione e di miglioramento per trasformare l’idea della Studio School in qualcosa di reale, non come risposta universale per ogni ragazzo, ma per lo meno una risposta per alcuni ragazzi in ogni parte del mondo. E spero che almeno alcuni di voi possano aiutarci a farlo accadere.
Molte grazie.