L’ISTAT ha reso noto in agosto 2009 i risultati della quarta Indagine sui percorsi di studio e di lavoro dei diplomati realizzata nel 2007, intervistando i ragazzi che hanno conseguito il titolo nel 2004.
La rilevazione presenta un’importante innovazione rispetto alle precedenti edizioni: i dati raccolti forniscono, infatti, per la prima volta, stime rappresentative a livello regionale.
La condizione occupazionale dei giovani a tre anni dal diploma
Dopo la scuola secondaria di secondo grado, i giovani devono decidere se proseguire gli studi – attraverso l’iscrizione all’università o a un altro corso non universitario (ad esempio, di formazione professionale) – o entrare nel mondo del lavoro. A tre anni dal conseguimento del titolo, il 29,9% dei 415.247 diplomati del 2004 è impegnato esclusivamente negli studi universitari, mentre il 67,4% è attivo nel mercato del lavoro: oltre la metà dei diplomati si è dichiarata occupata (52,6%) e il 14,8% in cerca di un’occupazione .
Naturalmente, nell’analisi dell’ingresso dei diplomati nel mercato del lavoro occorre tener conto che la conclusione degli studi secondari superiori rappresenta spesso solo una tappa intermedia del percorso formativo dei giovani.
Nel periodo successivo al conseguimento del diploma sono infatti sempre più frequenti le cosiddette situazioni “miste”, in cui i giovani sperimentano – almeno inizialmente – sovrapposizioni tra studio, ricerca del lavoro e occupazione, che inevitabilmente condizionano non solo le scelte occupazionali, ma anche le caratteristiche del lavoro svolto. Nel 2007, mentre il 29,9% di ragazzi è impegnato unicamente negli studi universitari ed il 39,3% ha scelto solo di lavorare, il 13,3% lavora e nello stesso tempo studia, così come l’8% è contemporaneamente iscritto all’università ed alla ricerca di un lavoro.
Rilevanti sono le differenze di genere: le ragazze risultano meno frequentemente occupate (con il 45,3% rispetto al 60% dei ragazzi), più spesso alla ricerca di un lavoro (16,9% contro il 12,7%) e impegnate maggiormente negli studi universitari (34,7% a fronte del 25% dei maschi). La prosecuzione degli studi universitari vede la preminenza delle donne anche quando già lavorano (14,8% rispetto all’11,7% dei maschi) o sono alla ricerca di una occupazione (rispettivamente 9,5% e 6,5%).
Le stime a livello regionale
Le scelte dei giovani diplomati si differenziano fortemente anche in base all’area geografica di provenienza. La percentuale di chi si è già inserito nel mondo del lavoro diminuisce notevolmente da Nord a Sud, passando dal 62,6% di occupati nell’Italia Nord-occidentale a solo il 45% del Sud e al 44,6% delle Isole (Figura qui a destra). In particolare, le regioni che si contraddistinguono per i tassi di occupazione più elevati sono: la Lombardia (65,1%), il Veneto (63,4%) e il Piemonte (61,5%). Al contrario, la Basilicata (35,6%), il Molise (37,1%) e la Calabria (37,4%) sono quelle con i livelli più bassi di occupazione (oltre 15 punti percentuali inferiori alla media nazionale).
Se in alcune regioni i valori minimi della quota di occupati riflettono una maggiore tendenza a dedicarsi esclusivamente allo studio, nella maggior parte sembrerebbero dipendere da effettive difficoltà d’inserimento lavorativo. È proprio nel Mezzogiorno, infatti, che la quota di diplomati in cerca di un’occupazione, a tre anni dal conseguimento del titolo, aumenta significativamente: il 21,5% dei diplomati (quota che raggiunge il 24,7% in Sardegna, il 23,7 in Basilicata e il 23,4 in Calabria) contro il 7,9% registrato nel Nord (con valori inferiori al 6% in Trentino Alto Adige e Valle D’Aosta).
La soddisfazione nel lavoro
I diplomati occupati esprimono giudizi sostanzialmente positivi del proprio lavoro. In particolare il grado di autonomia si rivela l’aspetto più appagante, per il quale si dichiara molto o abbastanza soddisfatto circa il 90% dei ragazzi . Anche le mansioni svolte vengono giudicate positivamente da una quota consistente di giovani (l’87,4%). Un buon livello di soddisfazione viene espresso anche nei confronti della stabilità e sicurezza del posto di lavoro (81,8%) e del trattamento economico (76,6%).
Gli aspetti più critici appaiono, invece, l’utilizzo delle conoscenze acquisite nella scuola secondaria di secondo grado (4 diplomati su 10 si dichiarano poco o del tutto insoddisfatti) e le possibilità di carriera (con il 32% di insoddisfatti).
Le donne si dichiarano, in misura lievemente maggiore rispetto agli uomini, più insoddisfatte per la stabilità e la sicurezza del posto di lavoro e nettamente meno gratificate dalle prospettive di carriera. Per quest’ultimo aspetto, infatti, il 72,6% degli uomini si ritiene molto o abbastanza soddisfatto (contro poco più del 62% delle donne).
DOWNLOAD
- Testo integrale dell’indagine ISTAT su Percorsi di studio e di lavoro dei diplomati del 2004 (indagine svolta nel 2007 e pubblicata nel 2009)
- Tavole dell’indagine ISTAT su Percorsi di studio e di lavoro dei diplomati del 2004 (ZIP)