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[stextbox id=”custom” color=”800000″ bgcolor=”FFB9AB” mright=”100″ image=”null”]Grandi numeri, piccole novità[/stextbox]
La fase consultiva sul progetto “ La Buona Scuola” si è conclusa con la diffusione, il 15 dicembre 2014, dei risultati. L’operazione ha coinvolto 1.800.000 soggetti: “la più grande consultazione d’Europa”, sostiene con orgoglio il MIUR.
A rispondere, com’era prevedibile, sono stati in maggioranza gli addetti ai lavori (60% circa), insegnanti e dirigenti. Le opinioni espresse, ad essere sinceri, non presentano né novità di rilievo né originalità. D’altra parte non poteva essere altrimenti, dal momento che la consultazione è apparsa come adesione “emozionale” e “politica” al progetto, più che analisi critica o riflessione informata.
[stextbox id=”custom” color=”800000″ bgcolor=”FFB9AB” mright=”100″ image=”null”] Risposte che non orientano[/stextbox]
Ci troviamo di fronte a domande e risposte che non sono di grande aiuto alla definizione di un’agenda di interventi prioritari. Di seguito alcuni esempi di domande, con le risposte che hanno avuto maggiore consenso:
- Cosa deve premiare il nuovo concorso? La capacità di insegnare
- La valutazione deve modificare la retribuzione? Si e no. Anzianità o merito? Tutti e due.
- Gli organi collegiali vanno modificati? Le funzioni ma non la composizione.
- Cosa fare nell’orario extra scolastico ? Studiare le materie curricolari
- Quali competenze? Musica, educazione fisica, storia dell’arte, inglese, ecc.
- E cosa altro? Educazione civica.
- Rafforzare l’autonomia delle scuole? Sì, ma senza stravolgimenti.
- Cambiare i cicli scolastici? No, e soprattutto No alla riduzione della durata.
E si va avanti più o meno così e c’era da aspettarselo.
[stextbox id=”custom” color=”800000″ bgcolor=”FFB9AB” mright=”100″ image=”null”] I tre fuorvianti capisaldi della “campagna comunicativa”[/stextbox]
E’ questo il risultato di una campagna comunicativa impostata su tre capisaldi, verso i quali abbiamo ripetutamente espresso motivato dissenso, e cioè :
1. il periodo delle “vacche magre” per la scuola è finito; oggi finalmente si può investire secondo una lista della spesa capace di “sfamare tutte le bocche”;
2. le riforme si fanno aumentando il personale: il mitico organico funzionale; il resto seguirà;
3. i 140.000 iscritti nelle Gae hanno il “diritto” ad essere assunti in ruolo subito in blocco, anche se i posti vacanti sono solo 50.000.
Ora è ben noto che il periodo delle vacche magre è tutt’altro che finito (si chieda all’INVALSI come se la passa). Il problema era ed è quello di una più efficace allocazione delle risorse, che va in senso contrario all’aumento dell’organico. L’intangibilità dell’organico rappresenta da molto tempo il maggior freno alle riforme. E’ uno dei maggiori ostacoli alla conclusione della scolarizzazione a 18 anni, è stato uno dei maggiori impedimenti all’unificazione dell’istruzione professionale statale con la formazione professionale regionale
[stextbox id=”custom” color=”800000″ bgcolor=”FFB9AB” mright=”100″ image=”null”] I problemi veri rimangono tutti sul tappeto[/stextbox]
Ciò premesso va aggiunto che se le risposte erano scontate, vuol dire che i problemi, quelli veri, rimangono sul tappeto, come l’autonomia, la formazione professionale e la stessa valutazione dei docenti.
Un segnale è venuto dallo stesso PD, il quale – nel seminario di sabato 13 dicembre – ha iniziato a proporre serie modifiche a uno dei capisaldi di “La Buona Scuola” e cioè il modello di valutazione e progressione di carriera degli insegnanti. Ma nemmeno in quella sede si è avuto la capacità politica di indicare poche chiare priorità su pochi argomenti decisivi: insegnanti, decentralizzazione e autonomia, istruzione e formazione professionale. Né si è manifestata la consapevolezza che non si può continuare a “rimpinzare” i curricoli come fossero insaccati, e che è piuttosto ora di farne un’analisi “spietata”, snellirli ( less is more), introdurre opzionalità, ecc..
[stextbox id=”custom” color=”800000″ bgcolor=”FFB9AB” mright=”100″ image=”null”] La spedizione dei Mille[/stextbox]
Il Presidente Renzi ha detto che ora servono mille persone per portare in porto la riforma.
Noi siamo disponibili quindi non gufiamo, ma fateci dire che forse prima ci servirebbe Garibaldi.
[stextbox id=”download” caption=”Download” image=”null”]MIUR – I risultati della consultazione[/stextbox]