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Le primarie del PD: il programma sulla scuola di Bersani, il vincitore

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Bersani non ha fatto molta fatica a mettere insieme il programma della scuola che è preso parola per parola da quello della maggiore organizzazione dei “lavoratori della conoscenza” e che si traduce in un aumento degli organici, più maestre, più compresenze, più tempo pieno per tutti con il doppio organico e via elencando. Apprezzabile lo slogan di “rilanciare” l’istruzione tecnica e professionale, se non fosse, per l’appunto, solo uno slogan.

Dichiarazioni di Bersani

Bersani, il vincitore“Negli ultimi anni la scuola e gli insegnanti sono stati umiliati e colpiti con continui tagli e con riforme che hanno creato disagi e disuguaglianze enormi. L’Italia ha un gran bisogno di scuola e investimento nei saperi. Non possiamo accettare che ogni sei mesi arrivi uno schiaffo alla scuola, nè in termini materiali nè in termini immateriali. La scuola paga errori fatti negli ultimi anni, ma ora è il momento di dire con chiarezza che non c’è democrazia senza istruzione. Per questo motivo nella prossima legislatura bisognerà fare un ragionamento di tipo costituente per mettere in sicurezza un sistema barcollante e per restituire dignità e risorse alla scuola pubblica e ruolo, rilievo e dignità agli insegnanti.

Se c’è un settore per il quale è giusto che altri ambiti della spesa statale rinuncino a qualcosa, è quello della formazione dei nostri giovani: la scuola, l’Università, la ricerca. L’istruzione e la ricerca sono gli strumenti più importanti per assicurare la dignità del lavoro, combattere le disuguaglianze, dare forza e prospettiva allo sviluppo”.

Il suo programma in 7 punti

  1. programma in 7 punti Assegnare un organico funzionale stabile per almeno un triennio ad ogni scuola.
  2. Un piano pluriennale per estendere la rete di asili nido e raggiungere l’obiettivo del 33% di copertura dei posti imposto dall’Europa.
  3. Cancellare il Maestro unico della Gelmini per riportare in vetrina i gioielli di famiglia del sistema scolastico italiano: tempo pieno e modulo a 30 ore con le compresenze nella primaria.
  4. Scuole aperte tutto il giorno, per permettere agli studenti di studiare a scuola da soli o in compagnia, per fare sport, musica e teatro. Perché le scuole diventino il cuore di quartieri e città.
  5. Lotta alla dispersione scolastica, perché nessuno sia lasciato indietro. Dimezzare la dispersione come chiede l’Europa 2020 richiede interventi mirati, percorsi individualizzati, tempi distesi per l’apprendimento.
  6. Un piano straordinario per l’edilizia scolastica. Oggi il 64% delle scuole non rispetta le norme di sicurezza. E’ una vera emergenza nazionale. Servono interventi urgenti: allentare il patto di stabilità interno per quegli enti locali che investono nella ristrutturazione o nella edificazione di nuove scuole, incentivando la costruzione di scuole con ambienti di apprendimento innovativi ed eco sostenibili; rifinanziare la nostra legge 23, che permetteva un’accorta pianificazione degli interventi di concerto con gli enti locali; offrire ai cittadini e alle cittadine la possibilità di destinare l’8 x mille dello Stato, in modo mirato all’edilizia scolastica.
  7. Rilanciare l’istruzione e la formazione tecnica e professionale, perché siamo stati un grande paese industriale, quando abbiamo avuto i grandi periti industriali.

“Questa è l’idea di scuola che abbiamo- conclude il segretario del Pd, che è al centro della mia campagna per le primarie e sarà in cima all’agenda di governo quando toccherà a noi. Solo riconoscendo il valore vero dell’istruzione e dell’insegnamento nella costruzione di una coscienza morale, etica e democratica possiamo davvero rinnovare il nostro Paese”.

Commento

CommentoSe è vero che alla Sinistra (cattolici, comunisti e socialisti) vanno tributati grandi meriti per quello che in passato ha fatto per la scuola, è altrettanto vero che, finita l’epopea con gli anni ’70, la prosa dei decenni successivi è sempre la stessa: più occupazione, più posti, che nella falsa ingenuità dei politici significa maggiore qualità dell’istruzione.

Bersani non ha fatto molta fatica a mettere insieme un programma che è preso parola per parola da quello della maggiore organizzazione dei “lavoratori della conoscenza” e che si traduce in un aumento degli organici (aspettiamo ancora che Hollande assuma i 65.000 insegnanti promessi), più maestre, più compresenze, più tempo pieno per tutti con il doppio organico.

E poi – altra grande novità – il piano straordinario per l’edilizia scolastica (sarebbe il decimo in cinquant’anni, e tutti straordinari!), e l’organico funzionale, riedizione anni Novanta delle DOA degli anni Ottanta, quando si poteva spendere con piena coscienza e deliberata volontà.

Apprezzabile lo slogan di “rilanciare” l’istruzione tecnica e professionale, se non fosse, per l’appunto, solo uno slogan.

In sintesi, noi della scuola non abbiamo mai creduto alla solenne promessa di Bersani di non raccontare favole. In realtà più che raccontar favole, che almeno farebbero sognare, esprime ritornelli vuoti, quelli che da anni ripetono come un mantra i sindacati scuola, l’ala più conservatrice di tutto lo spettro politico e culturale italiano, quelli che hanno fatto del futuro una minaccia e del passato una conquista.