Non è facile il compito che la ministra Fedeli si trova a svolgere. Il tempo a disposizione è poco e la matassa è molto intricata.
Proprio per questo bisognerebbe selezionare poche priorità, cosa che non appare dall’Atto di indirizzo per il 2017. Un elenco di obiettivi, che si era già trovato fatto, e che evidentemente non ha avuto nemmeno il tempo di analizzare.
Il documento prevede 6 punti riservati alla scuola, 3 alla ricerca e alla formazione superiore, con l’indicazione di più di 40 obiettivi che riguardano le aree del miglioramento e dell’inclusione, dell’innovazione digitale e dell’edilizia scolastica, passando attraverso l’investimento sul capitale umano e il potenziamento dell’offerta formativa.
Contemporaneamente con i Sindacati, sdoganati dall’accordo del 30 Novembre con il Governo, si è raggiunto l’Accordo sulla mobilità. E nello stesso giorno è stato varato il Decreto mille proroghe
Le contraddizioni sono palesi:
- Il progetto di Renzi della disintermediazione sindacale ( escludere il sindacato dalla gestione della cosa pubblica)non ha avuto successo, senza che vi siano alternative valide ad una gestione più moderna del personale, che ritorna alla cogestione con il Sindacato, rafforzato non solo dall’accordo del 30 novembre con il governo, ma anche dalla presenza di una ministra che ha fatto una quarantennale vita da sindacalista.
- Si coltiva l’utopia di “completare” l’edificio della L. 107/15, senza accorgersi che le fondamenta che dovrebbero sostenere un grattacielo sono di argilla. E’ questo il problema più acuto delle politiche di riforma, e cioè l’ inefficienza e la scarsa competenza della macchina amministrativa, che è la principale causa della cattiva implementazione di ogni cambiamento.
- Il decreto mille proroghe sposta ancora in avanti provvedimenti decisivi, ci saranno altre decine di migliaia di immissioni in ruolo in attesa…. della riforma del reclutamento e, c’è da scommetterci, con la riproduzione di nuovo precariato.
- Infine ancora una volta si va al Contratto senza avere prima riformato nel profondo lo Stato Giuridico, con il rischio di sempre: un po’ di pezze e rinvio a commissioni. E’ così da 40 anni.
Vediamo ora i contenuti dei tre provvedimenti: 1) Atto di indirizzo 2017, 2) Decreto Milleproroghe, 3) Accordo Mobilità.
I Contenuti dell’Atto di Indirizzo per il 2017 (23/12/2016)
Ecco, in breve, le priorità indicate nell’ Atto di Indirizzo per il 2017 dal Ministero dell’Istruzione
1) Miglioramento del sistema scolastico: formazione iniziale/reclutamento, formazione in servizio, autonomia e valutazione.
Occorre ottimizzare l’utilizzo dell’organico dell’autonomia, dare certezza e stabilità alle scuole attraverso i concorsi a DS e DSGA, ridefinire il rapporto funzionale tra formazione iniziale e reclutamento del personale docente; avviare la costituzione di un sistema integrato di educazione e istruzione da 0 a 6 anni; rivedere i percorsi dell’istruzione e della formazione professionale nella prospettiva di un compiuto sistema duale.
2) Inclusione scolastica: per un’offerta formativa personalizzata ed inclusiva.
Bisogna incentivare, anche con l’ausilio delle nuove tecnologie, culture e prassi inclusive, integrare gli alunni stranieri e sostenere le classi multiculturali, ridurre la dispersione scolastica, prevenire il disagio giovanile con particolare riferimento alla parità di genere, ai fenomeni di bullismo e alla lotta alle dipendenze, garantire a tutti il diritto allo studio.
3) Potenziamento e miglioramento dell’offerta formativa attraverso l’innovazione didattica in una dimensione internazionale.
Bisogna migliorare i risultati degli studenti attraverso pratiche innovative della didattica anche in un’ottica internazionale; sostenere la flessibilità scolastica curricolare, potenziare l’alternanza scuola lavoro e l’apprendistato per lo sviluppo dell’occupazione, rafforzare la filiera tecnico- scientifica comprensiva della formazione tecnica superiore.
4) Innovazione digitale.
Occorre continuare l’innovazione tecnologica del sistema nazionale di istruzione, in coerenza con i principi del Piano Nazionale per la Scuola Digitale.
5) Edilizia scolastica.
Occorre proseguire nell’opera di riqualificazione del patrimonio edilizio sotto il profilo della sicurezza dell’agibilità e della funzionalità, portando avanti il piano nazionale attivato nel 2014.
6) Prevenzione della corruzione, trasparenza e miglioramento della qualità dei servizi erogati.
Occorre migliorare l’efficienza e la qualità dei servizi, informatizzare le procedure, sviluppare piani e misure di prevenzione e repressione della corruzione a tutti i livelli.
7) Attuazione del programma nazionale per la ricerca.
Occorre dare efficace attuazione alla strategia del Programma Nazionale per le Ricerca. Avviare gli strumenti di partenariato strategico tra ricerca e sistema delle imprese in piena collaborazione con i territori.
8) Autonomia responsabile delle istituzioni della formazione superiore e della ricerca.
Occorre semplificare l’attuale quadro normativo che regola il funzionamento del sistema universitario. Dare piena attuazione lla riforma dell’Autonomia degli Enti Pubblici di Ricerca, intervenire sull’autonomia del sistema AFAM.
9) Investire sul capitale umano nel sistema della formazione superiore e la mobilità di studenti e docenti.
Semplificare le figure pre-ruolo del sistema universitario, intervenire aggiornando le norme che regolano il dottorato di ricerca.
Le proroghe (29/12/2016)
Prima di esaminare i contenuti della Bozza del Decreto Milleproroghe varato il 29/12/2016 e il cui testo completo non è stato ancora reso noto, ci si chiede perché, fra le proroghe annunciate non figurino le deleghe delle L.107/2015 in scadenza a metà gennaio 2017. Eppure, almeno quella sullo 0-6, richiede altre consultazioni dopo la pronuncia di parziale illegittimità emessa dalla Corte Costituzionale. Potrebbe essere che la Ministra segua la strada, come rilevato da Tuttoscuola, di sollecitare le commissioni parlamentari ad esprimere (e deliberare) il richiesto parere, in modo da far scattare la clausola speciale prevista dalla 107/15 per la proroga automatica di 90 giorni, rispetto al termine ufficiale del 15 gennaio 2017. Non vediamo alternative tra la richiesta di proroga che a tutt’oggi non figura, o questa seconda strada, pena i rischi di illegittimità già corsi dai decreti Madia.
Ed ora le proroghe annunciate che interessano anche l’istruzione-
1) Salvataggio” per 40 mila precari della Pubblica Amministrazione.
E’ questo l’atto più impegnativo del decreto milleproroghe varato il 29/12/2016 dal Consiglio dei Ministri (ancora in bozza). Se non fosse stata varata questa proroga, dal primo gennaio, secondo una norma del Jobs act, sarebbero stati vietati i rinnovi dei contratti a termine e delle collaborazioni con la pubblica amministrazione. Proroga voluta dai sindacati, ma anche dalla riconfermata ministra della Funzione pubblica, Marianna Madia, secondo cui era necessario arrivare ad una proroga dei precari almeno fino al varo del “Testo unico” del Pubblico Impiego, secondo il quale i concorsi per le assunzioni non dovrebbero più svolgersi in base alla pianta organica ma alle effettive necessità.
2) Proroga per tutto il 2017 delle graduatorie dei vincitori di concorsi (circa 4.500) e di coloro che sono stati dichiarati “idonei” in un concorso (circa 150 mila).
3) Proroga utilizzo risorse per l’edilizia scolastica.
Si consente ai Comuni di poter utilizzare le risorse già stanziate per interventi di ristrutturazione ma soprattutto di spostare il pagamento dei lavori fino al 31 dicembre 2017. La proroga si rende necessaria, in quanto gli enti locali hanno potuto aggiudicare le gare per l’esecuzione dei lavori solo entro il 29 febbraio 2016 con conseguente ritardo sugli interventi di risanamento degli edifici.
4) AFAM, proroga al 31 dicembre 2021 del termine per l’equipollenza dei titoli di studio Afam (ossia quelli rilasciati dagli istituti dell’alta formazione artistica e musicale).
5) Università proroga di un mese per le commissioni chiamate a valutare, ai fini dell’abilitazione, i candidati che aspirano alla cattedra.
L’accordo sulla mobilità 2017/18 (29/12/2016)
Firmato l’accordo sulla mobilità, ora si tratta di completare la trattativa con la stesura articolata del contratto.
Questi i punti:
1) Chi ne può usufruire
Tutti i docenti senza distinzione di anno di assunzione (vecchi assunti, assunti in tutte le fasi del 2015/16, gli assunti del 2016/17, ivi incluse le nomine giuridiche)
2) Le preferenze che si possono esprimere
Complessivamente non più di 15, di cui fino a 5 preferenze riferite a singole scuole, le altre riferite a ambiti o a codici sintetici di provincia comprendenti tutti gli ambiti. Le 15 preferenze possono riferirsi a scuole del medesimo ambito/provincia oppure di ambiti/province diverse
3) Destinazione dei posti residui dopo la mobilità provinciale
I posti residui dopo la mobilità provinciale sono così destinati:
- 60% alle assunzioni
- 30% alla mobilità interprovinciale
- 10% alla mobilità professionale
4) Soprannumerari su sede
Chi risulta soprannumerario su sede è soggetto a mobilità su scuola, sia a domanda che d’ufficio. La mobilità d’ufficio avviene all’interno della provincia.
5) Mobilità da ambito a scuola
Le procedure per la mobilità da ambito a scuola saranno definite in un separato accordo, che sarà varato insieme a quello sulla mobilità. Si prevedono requisiti stabiliti a livello nazionale, e la valorizzazione del Collegio dei docenti nelle scelte a livello di singola scuola.