L’agenda 2030

di Maria Chiara Pettenati - INDIRE

Una poesia per l’umanità

Ormai si cominciano a vedere ovunque questi quadretti colorati e il cerchio che vedete sotto a sinistra in varie rappresentazioni, spero che possa diventare una “bandiera” all’ingresso di ogni scuola.

L’immagine sopra a destra la conoscete e rappresenta i 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile che sono un piano per l’umanità e per il pianeta.

Il video istituzionale di ASviS quando illustra l’Agenda 2030, afferma “è l’unico piano che abbiamo per salvare l’unico pianeta che abbiamo” e ci illustra questo piano come un programma articolato in 17 obiettivi che a loro volta nascondo altri sotto-obiettivi.  Non vi lasciate scoraggiare l’apparente genericità dei 17 goal: essi nascondono 169 target e il loro raggiungimento è misurato dal oltre 260 indicatori. Tutti questi obiettivi parlano di problemi molto concreti delle persone, del pianeta, per poter garantire una prospettiva di pace e un futuro all’umanità e al pianeta.

I traguardi dei sotto-obiettivi (target) sono estremamente concreti da raggiungere, ad esempio dietro all’obiettivo “sconfiggere la povertà” c’è una misura di quanto ci proponiamo di sconfiggere la povertà, ci sono dei numeri, degli elementi che ci aiutano a seguire quanto siamo vicini, paese per paese, regione per regione, dal raggiungimento di quell’obiettivo.

L’agenda 2030 è una bella storia. Di recente il Ministro Fioramonti l’ha definita come “un modo intelligente per raccontare al mondo un’altra narrazione di sviluppo”. È una definizione che apre alla speranza, che è quello che una bella storia deve fare.

Se avete la pazienza di leggere la Risoluzione n.70 delle Nazioni Unite, sottoscritta il 25 settembre 2015 da tutti i Paesi, nell’introduzione potete anche leggere la poesia che sta dietro a questa storia:

Noi immaginiamo un mondo libero dalla povertà, dalla fame, dalla malattia e dalla mancanza, dove ogni vita possa prosperare. Immaginiamo un mondo libero dalla paura e dalla violenza. Un mondo universalmente alfabetizzato. Un mondo con accesso equo e universale a un’educazione di qualità a tutti i livelli, a un’assistenza sanitaria e alla protezione sociale, dove il benessere fisico, mentale e sociale venga assicurato. Un mondo dove riaffermiamo il nostro impegno per il diritto all’acqua potabile e a servizi igienici sicuri e dove ci sia un’igiene migliore; e dove il cibo sia sufficiente, sicuro, accessibile e nutriente. Un mondo dove gli insediamenti umani siano sicuri, resistenti e sostenibili e dove ci sia un accesso universale ad un’energia economicamente accessibile, affidabile e sostenibile. Il mondo che immaginiamo è un mondo dove vige il rispetto universale per i diritti dell’uomo e della sua dignità, per lo stato di diritto, per la giustizia, l’uguaglianza e la non discriminazione; dove si rispettano la razza, l’etnia e la diversità culturale e dove vi sono pari opportunità per la totale realizzazione delle capacità umane e per la prosperità comune. Un mondo che investe nelle nuove generazioni e in cui ogni bambino può crescere lontano da violenza e sfruttamento. Un mondo in cui ogni donna e ogni ragazza può godere di una totale uguaglianza di genere e in cui tutte le barriere all’emancipazione (legali, sociali ed economiche) vengano abbattute. Un mondo giusto, equo, tollerante, aperto e socialmente inclusivo che soddisfi anche i bisogni dei più vulnerabili.
9. Il mondo che immaginiamo è un mondo in cui ogni paese gode di una crescita economica duratura, aperta a tutti e sostenibile, e in cui vi è un lavoro dignitoso per ciascuno. Un mondo in cui i consumi, i processi di produzione e l’uso delle risorse naturali (dall’aria alla terra, dai fiumi, i laghi e le falde acquifere ai mari e agli oceani), sono sostenibili. Un mondo dove democrazia, buon governo e stato di diritto, così come un ambiente favorevole a livello internazionale e nazionale, sono essenziali per lo sviluppo sostenibile: per una crescita economica sostenibile e inclusiva, per lo sviluppo sociale, per la tutela dell’ambiente e per sconfiggere la fame e la povertà. Un mondo in cui lo sviluppo e l’impiego della tecnologia sono sensibili al clima, rispettano la biodiversità e sono resilienti. Un mondo in cui l’umanità vive in armonia con la natura e in cui la fauna selvatica e le altre specie viventi sono protette.

(A/RES/70/1 Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile)

Il ruolo di ASviS in Italia

In Italia, abbiamo una possibilità straordinaria, grazie al ruolo di ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), che è la più grande coalizione della società civile e che conta oltre 220 alleati e oltre 110 aderenti, dove alleati e aderenti sono istituzioni, università, enti, tra cui Indire, il mio istituto.  ASviS ha un modello di funzionamento fortemente innovativo ed efficace, in cui ogni alleato presta i propri esperti all’alleanza.  Gli esperti, lavorando insieme sotto la bandiera dei 17 obiettivi, amplia i punti di vista. Ciascun esperto lavora insieme agli altri membri dell’alleanza, e rientrando presso il proprio ente o istituto, allarga l’alleanza con la visione dell’Agenda 2030.

Lo scorso 4 ottobre è stato presentato a Roma il Rapporto ASviS 2019 che illustra dettagliatamente lo stato di raggiungimento dell’Italia rispetto agli obiettivi prefissati.

È stata un’occasione straordinaria, a quattro anni dalla costituzione dell’Alleanza, testimoniare una grande attenzione istituzionale da parte del nostro Paese rispetto al raggiungimento degli obiettivi. Tra i presenti c’erano il Presidente della Repubblica, il Presidente del Senato, il Ministro dell’Economia che esprimeva il suo punto di vista sugli obiettivi raggiunti e su quelli ancora da raggiungere, sulle iniziative del Governo nel perseguimento degli obiettivi, tutti hanno ascoltato e compreso l’importanza, ma anche l’urgenza di questa “bella storia” di sviluppo che è l’Agenda 2030.

Il report ASviS 2019 contiene dei grafici che spiegano dove siamo rispetto al raggiungimento dei singoli obiettivi, goal per goal, ad esempio nel caso del primo Goal, sconfiggere la povertà, la situazione del nostro paese sta peggiorando. Andando a leggere il report con attenzione si comprende su quali elementi (indicatori) poggia il tracciamento dell’andamento. Il questo caso il peggioramento è dovuto a “un aumento della povertà assoluta e della povertà relativa, che registrano entrambe il valore più alto di tutta la serie storica osservata (rispettivamente, 8,4% e 15,6% della popolazione). Tra gli individui in povertà assoluta si stima che i giovani di 18-34 anni siano 1 milione e 112mila, il valore più elevato dal 2005.”

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Nonostante i numerosi progressi e gli sforzi fatti nel nostro Paese, stiamo migliorando in 9 settori, peggiorando su 6 e siamo stazionari su 2. Ma anche rispetto a quelli in cui stiamo migliorando, occorre dire che siamo ancora lontani dagli obiettivi fissati per il 2030.

In particolare, sui temi legati al cambiamento climatico (Goal 13) e sulla sostenibilità dell’ecosistema marino e terrestre (Goal 14 e Goal 15), il peggioramento è più diffuso, non solo in Italia ma anche in Europa. È importante pensare quindi alle iniziative trasformative, come vuole l’Agenda delle Nazioni Unite, che ci riorientino in direzione dall’armonia tra ambiente e persone anche all’interno della scuola.

Vorrei che ascoltaste un’intervista che parla di una ricerca scientifica che è stata pubblicata quest’estate su Science a luglio 2019 laddove si parla di un progetto di riforestazione planetario, questo risultato straordinario è un’iniziativa concreta dove è possibile leggere dei risultati della scienza e dove è possibile capire come e dove si dovrebbe riforestare per ottenere come obiettivo la compensazione dei 2/3 di CO2 che abbiamo introdotto nell’atmosfera a partire dall’era dell’industrializzazione. Apprezzo questa ricerca da molti punti di vista, non ultimo per il fatto che è stata sviluppata da un ricercatore molto giovane.

Il Goal n.4

Se concentriamo il nostro sguardo sul Goal n.4, Istruzione di qualità, ne testimoniamo un miglioramento seppur lento. Si vede appunto che la curva cresce di meno negli ultimi anni.

Il report ASviS ci dice che le sfide che si pone l’Italia per il 2020 possono essere riassunte in:

  • qualità degli apprendimenti con attenzione alle competenze per l’occupabilità e la vita
  • contenimento della dispersione scolastica
  • precedenza all’inclusione
  • apprendimento permanente
  • diffusione dell’educazione alla sostenibilità e alla cittadinanza globale

Se queste possono sembrare indicazioni generiche, nel Report ASviS a pagina 144, vengono suggerite delle attenzioni specifiche su ciascuno di questi punti perché esso rappresenta il nostro punto di partenza su cui lavorare il prossimo anno.

L’Agenda non è solo una sequenza di obiettivi, ma è anche una grande rete di relazione a cui centro c’è per l’appunto il Goal n.4. Questa bella grafica del Financial Times ci porta appunto a considerare che “l’istruzione di qualità non è un obiettivo in sé ma è uno strumento per raggiungere gli altri obiettivi”.

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I goal sono intrecciati tra loro e quindi esistono delle correlazioni chiave che hanno la capacità di generare effetti positivi nel raggiungimento degli altri goal: la rete di complessità tra i goal e tra i target è estremamente fitta e complessa.

Un’altra rappresentazione degli stessi goal che riportiamo sotto, mette in evidenza la centralità e la base di alcuni goal che riguardano il pianeta sui quali poi possono essere perseguiti gli altri goal: senza un pianeta in salute ovviamente non ci sarà vita, economia, alleanza e pace.

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Chiudo citando questa definizione di sostenibilità formulata da Gianfranco Bologna, uno scienziato, il direttore scientifico di WWF Italia: “sostenibilità vuol dire imparare a vivere, in una prosperità equa e condivisa con tutti gli altri essere umani e in armonia con la natura, entro i limiti fisici e biologici dell’unico pianeta che siamo in grado di abitare: la Terra” questa definizione contiene due elementi che mi sembrano molto importanti: indica lo spirito del desiderio di pace e felicità che sottosta’ al disegno dell’Agenda 2030 e ci ricorda quanto la scienza, e quindi l’istruzione, siano determinanti per definire e farci comprendere “i limiti” in cui muoverci per potere sperimentare pace e prosperità per le persone e il pianeta.

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