OCSE: ADATTARE IL CURRICOLO PER COLMARE I DIVARI DI EQUITÀ
VERSO UN CURRICOLO INCLUSIVO

A cura di Marco Bardelli

INTRODUZIONE

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I paesi e le scuole di tutto il mondo utilizzano sempre di più quattro tipi di innovazioni curriculari:

  1. il curricolo digitale,
  2. il curricolo personalizzato,
  3. il curricolo basato sui contenuti e sulle competenze,
  4. il curricolo flessibile.

Quello che però è stato possibile verificare fino ad oggi è stato che tali innovazioni possono anche ampliare i divari di equità tra i diversi gruppi di studenti, invece di colmarli. Pertanto, questo rapporto si concentra su come adattare il curricolo per garantire che nessuno studente venga lasciato indietro, in particolare i più vulnerabili, e offre l’opportunità di riflettere più a fondo su “uguaglianza, equità e inclusione nella progettazione e nell’implementazione del curriculum“.

L’UGUAGLIANZA, L’EQUITÀ E L’INCLUSIONE

L’uguaglianza, l’equità e l’inclusione dovrebbero essere evidenziate in modo più esplicito durante le fasi di progettazione e attuazione del curriculum.

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I curricula del 21° secolo dovrebbero essere veramente inclusivi, senza lasciare indietro gli studenti. Alcuni paesi si concentrano sull’uguaglianza, ovvero sull’offerta di pari opportunità a tutti gli studenti (ad es. standard curriculari minimi o un curriculum di base); altri adottano un approccio incentrato sull’equità, fornendo un sostegno differenziato agli studenti in base alle loro esigenze individuali (ad es. apprendimento di recupero per studenti con difficoltà); altri ancora abbracciano la diversità e incorporano l’inclusione come principio della progettazione e dell’implementazione del curriculum (ad esempio, rimuovere le barriere sistemiche all’apprendimento in modo che gli studenti possano imparare senza alcun supporto differenziale).

Inoltre gli sforzi consapevoli per ascoltare “la voce” degli studenti e garantire loro apprendimento e benessere dovrebbero essere integrati nel processo di progettazione e attuazione del curriculum; ciò è in linea con la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia, ad esempio l’articolo 12 (rispetto delle opinioni del bambino), l’articolo 24 (salute e servizi sanitari) e il 28 (diritto all’istruzione).

I responsabili politici, i progettisti dei curricula e gli insegnanti possono prendere in considerazione approcci pratici per adattare i curricula a tutti i tipi di studenti (compresi quelli più vulnerabili) ai fini di una sempre più forte inclusività. Tra gli approcci disponibili più articolati ci sono:  il Design Thinking che spinge i progettisti del curriculum a comprendere a fondo le sfide che gli studenti affrontano, creando empatia e ascoltando gli studenti mentre viene esplorato lo spazio dei problemi con vari dati e analisi in modo iterativo, e l’ Universal Design for Learning (UDL) che  a sua volta invita i progettisti del curriculum a trovare sistematicamente come funziona un curriculum per tutti, non solo per alcuni studenti, concentrandosi sulla rimozione delle barriere attorno al cosa (contenuto e concetti), al perché (senso degli scopi e motivazione), e alle modalità di apprendimento (pedagogie e valutazione).

IL CURRICULUM DIGITALE

Il curriculum digitale  offre una miriade di nuove opportunità per il progresso umano, ampliando però allo stesso tempo i divari di equità se a questi non vengono contrapposti  sforzi consapevoli per colmarli.

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Il curricolo digitale si riferisce alla digitalizzazione dei curricula per supportare tutti gli studenti nel raggiungimento dei loro obiettivi educativi. Oltre ai contenuti digitali, può includere le funzionalità organizzative e i formati utilizzati per articolare i contenuti curriculari, come: libri di testo elettronici, materiali e archivi online, e strumenti tecnologici, inclusi hardware e applicazioni come YouTube, intelligenza artificiale (AI ) e piattaforme digitali. La definizione di curricolo digitale varia a seconda dei paesi ove si applica  e si sta evolvendo man mano che le scuole sperimentano un numero maggiore di applicazioni digitali.

Un curriculum digitale può aiutare a ridurre i divari di equità, può ad esempio:

  • consentire agli studenti di continuare a studiare al di fuori della scuola o in aree remote e rurali (ad esempio: studenti ricoverati in ospedale per motivi di salute, studenti che hanno abbandonato l’apprendimento, studenti nei campi profughi) purché sia ​​garantito l’accesso ai dispositivi e alla connessione Internet;
  • supportare gli studenti a continuare l’apprendimento durante disastri naturali o pandemie (ad esempio durante la chiusura delle scuole a causa della pandemia di Covid-19 nel 2020/21);
  • rimuovere alcune barriere per gli studenti con disabilità fisiche attraverso tecnologie specifiche;
  • motivare gli studenti che sembrano disinteressati all’apprendimento con l’uso di giochi e strumenti interattivi;
  • consentire agli studenti immigrati di beneficiare di un maggiore accesso ai dizionari digitali e ai materiali didattici tradotti;
  • supportare gli studenti che hanno difficoltà nell’apprendimento fornendo feedback “in tempo reale” attraverso tutor di intelligenza artificiale insieme ai loro insegnanti, in modo che possano fare progressi in base al proprio ritmo di apprendimento, alle loro conoscenze precedenti, ai livelli di abilità e alle proprie esigenze di apprendimento.

Nonostante molti vantaggi, un curriculum digitale comporta potenziali rischi quali :

  • una falsa dicotomia tra l’uso dell’intelligenza artificiale e i valori intrinseci umani, che dovrebbero essere i valori fondamentali della progettazione e dell’attuazione del curriculum; studenti e insegnanti dovrebbero trarre vantaggio dall’utilizzo di un curriculum digitale, senza essere privati ​​delle opportunità o dello spazio per esercitare la propria agentività;
  • i compromessi non sempre di facile attuazione con altre esigenze (ad es. sufficienti interazioni faccia a faccia con insegnanti e coetanei, protezione dalle minacce alla privacy e rischi relativi alla salute associati al tempo eccessivo davanti allo schermo, cicli del sonno alterati, livello di attività fisica ridotto e sentimenti di isolamento sociale, depressione e ansia);
  • la disparità nell’uso di un curriculum digitale (ad esempio problemi con l’accesso a software, hardware e connettività Internet, nonché l’assenza di un livello base di alfabetizzazione digitale per insegnanti e studenti);
  • le crescenti disuguaglianze nell’apprendimento e nell’ambiente in termini di benessere, associate a maggiori discrepanze nell’apprendimento degli studenti e nei risultati della loro istruzione.

Per affrontare tali sfide, i paesi investono nel colmare le lacune in vari settori:

  • supportare gli insegnanti e studenti per apprezzare i valori umani e le nuove opportunità offerte dalla trasformazione digitale;
  • garantire un accesso equo alle infrastrutture (ad es. dispositivi digitali, uso di libri di testo elettronici, materiali di stampa, piattaforme online);
  • sostenere i genitori per garantire un buon apprendimento e un ambiente di benessere a casa.

Come ha rivelato la crisi pandemica di Covid-19, è necessario prestare attenzione non solo alle lacune osservabili (ad es. mancanza di computer o Internet limitato), ma anche a sussulti più silenziosi e difficili da osservare (ad es. lacune nella motivazione degli studenti che possono tranquillamente disimpegnarsi e abbandonare quando si ricevono solo istruzioni online).

L’adozione di un curriculum digitale può anche comportare nuove opportunità e sfide per i partenariati pubblico-privato. Ad esempio alcuni governi stabiliscono standard per nuovi servizi di istruzione come EdTech o allentano le normative nei settori esistenti, ove appropriato. Le tendenze tipiche includono:

  • l’azione di editori che sviluppano libri di testo elettronici e le società di software che sviluppano nuovi sistemi di gestione dell’apprendimento e/o app di apprendimento;
  • l’introduzione di partner privati ​​nel processo di erogazione del curriculum;

Quest’ultima può sollevare altri dilemmi, come la dipendenza da specifici fornitori di servizi digitali o l’escalation dei costi dopo la scadenza delle versioni di prova dei servizi.

IL CURRICULUM PERSONALIZZATO

Il curriculum personalizzato non è nuovo, ma sta guadagnando terreno, accelerato dal curriculum digitale, consentendo una maggiore personalizzazione per soddisfare le diverse esigenze degli studenti.

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Il curriculum personalizzato o curriculum differenziato o curriculum su misura, si riferisce a un approccio che offre un’istruzione personalizzata agli studenti. L’apprendimento personalizzato ha molte definizioni e connotazioni, ma il suo scopo principale è quello di contribuire all’equità e all’inclusione adattando l’istruzione alle esigenze, alle abilità e agli interessi individuali degli studenti. Sebbene il curriculum personalizzato non sia necessariamente basato sulla tecnologia, gli approcci attuali fanno uso anche della tecnologia.

Il curriculum tradizionale è spesso progettato per consentire agli insegnanti di insegnare lo stesso contenuto a tutti gli studenti contemporaneamente e attraverso la stessa istruzione. Questo approccio è stato impegnativo in particolare per gli studenti vulnerabili, perché tendenzialmente trascura le differenze nei livelli di competenza, nelle conoscenze e abilità pregresse, nonché nei bisogni e nelle strategie di apprendimento. Un curriculum personalizzato, se implementato correttamente, ha il potenziale per cambiare la struttura del curriculum da un modello di progressione lineare e universale dell’ apprendimento a un modello di traiettoria dell’ apprendimento differenziato e non lineare, da cui tutti gli studenti possono trarre beneficio. Un curriculum personalizzato consente agli studenti un certo grado di scelta in termini di contenuto, ritmo di apprendimento, attività di apprendimento e valutazione. Ad esempio, la valutazione può essere adattata per supportare gli studenti nella definizione dei propri obiettivi di apprendimento individuali, per fornire un feedback più frequente e sostanziale sui progressi e per diagnosticare potenziali difficoltà di apprendimento. Questo approccio consente loro di prendere coscienza dei propri interessi personali e dei propri talenti, di dare un senso al motivo per cui imparano e di stabilire connessioni tra la vita scolastica e il proprio ambiente sociale e culturale.

Una delle sfide di questo approccio è il mantenimento del rigore e della coerenza in modo da evitare la stigmatizzazione che questo curriculum sia eccessivamente ridotto nei contenuti e negli obiettivi (spesso in seguito alle inferiori aspirazioni dei genitori o ai pregiudizi dell’insegnante). Un altro esempio di tali sfide è il garantire la responsabilità del raggiungimento degli standard nazionali o regionali attraverso l’allineamento dei contenuti curriculari personalizzati, delle pedagogie e delle valutazioni adattati a diversi gruppi di studenti (bisogni speciali, studenti immigrati, studenti a rischio di abbandono). Altri esempi includono i costi di gestione, compresi i costi diretti e indiretti associati all’implementazione del curriculum personalizzato: costi opportunità degli insegnanti per garantirne il benessere  e per il  supporto dell’agentività in modo che possano progettare e gestire curricula personalizzati affinché tutti gli studenti progrediscano.

La disponibilità di attività extracurriculari svolge un ruolo importante nella personalizzazione dei curricula. Queste attività possono migliorare il benessere psicologico e sociale degli studenti e possono migliorare le prestazioni degli studenti direttamente attraverso il tutoraggio e il supporto dei compiti a casa, o indirettamente, ad esempio attraverso gruppi di recitazione, concorsi di scienze e matematica e simili. Allo stesso tempo, le attività extracurriculari di orientamento strettamente disciplinare possono danneggiare il benessere psicologico e fisico degli studenti quando sono orientate solo alla preparazione del test, che alcuni paesi/giurisdizioni segnalano essere collegate al sovraccarico del curriculum.

IL CURRICULUM BASATO SU CONTENUTI TRASVERSALI
E SULLE COMPETENZE

Il curriculum basato sui contenuti trasversali e sulle competenze può coinvolgere tutti gli studenti, non solo alcuni, se è progettato e implementato correttamente.

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Si riferisce al curriculum costruito attraversando i confini delle aree disciplinari. Un tale curriculum sottolinea l’importanza della conoscenza interdisciplinare e offre contenuti interdisciplinari per consentire agli studenti di collegare tra loro le conoscenze delle diverse discipline. Si ritiene che alcune competenze generali, come il pensiero critico e la creatività, vengano sviluppate meglio attraverso un approccio interdisciplinare, che soddisfa maggiormente gli interessi e le esigenze degli studenti, aiutandoli a diventare cittadini partecipi in ​​un mondo globalizzato guidato dalla tecnologia.

Questo tipo di curriculum può contribuire all’equità offrendo esperienze di apprendimento più coinvolgenti, pratiche ed impegnative per tutti gli studenti e, quindi, responsabilizzarli. Può aiutare a preparare gli studenti alla vita civile, a una migliore salute  e al futuro lavoro. È probabile che gli studenti vulnerabili, in particolare gli studenti a basso reddito e appartenenti a minoranze, trarranno vantaggio dall’apprendimento integrato e dall’apprendimento basato sull’indagine, ad esempio: l’apprendimento delle scienze insieme all’alfabetizzazione, all’argomentazione e alla costruzione della conoscenza e l’apprendimento di scienze e matematica insieme in contesti di vita reale e attraverso la collaborazione tra studenti.  È importante riconoscere che pedagogie diverse funzionano per studenti diversi con scopi diversi; la meta-analisi ha mostrato che l’insegnamento esplicito può essere una strategia di istruzione efficace quando si insegnano abilità di pensiero critico.

Il contenuto interdisciplinare e il curriculum basato sulle competenze non dovrebbero implicare una falsa dicotomia tra conoscenza dei contenuti e competenze, ma dovrebbero invece valutare lo sviluppo delle competenze in senso lato (conoscenze, abilità, attitudini e valori) nelle aree di apprendimento. Allo stesso modo, non dovrebbe essere visto come una misura di equità che si rivolge solo a determinati gruppi di studenti, il che favorisce la stigmatizzazione. A meno che non sia progettato correttamente, può creare maggiore pressione verso un ulteriore sovraccarico del curriculum. Questo tipo di curriculum richiede il giudizio professionale e l’esperienza degli insegnanti per determinare quale tipo di strategia di insegnamento funziona meglio per studenti diversi. Incorporare valori legati all’equità nel curricolo come temi transdisciplinari (ad esempio inclusione, diversità, valori di diverse società e culture) può anche essere un potente strumento per promuovere i valori dell’inclusione nelle scuole e offre a insegnanti e studenti l’opportunità di mettere in pratica tali valori a scuola.

IL CURRICOLO FLESSIBILE

Un curricolo flessibile può essere particolarmente vantaggioso per gli studenti vulnerabili, contro i rischi di approfondire le differenze negli apprendimenti.

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Il curriculum flessibile si riferisce alla capacità delle scuole e degli insegnanti di prendere decisioni locali sul loro curriculum. I curricula flessibili consentono alle scuole e agli insegnanti una certa libertà di fare scelte curriculari specifiche su contenuti e obiettivi di apprendimento, pedagogia, valutazione e tempi e luoghi dell’apprendimento. Ciò avviene ad esempio quando si apprendono i contenuti previsti nel curriculum come lo sviluppo sostenibile: gli insegnanti e gli studenti possono scegliere di approfondire un problema ambientale che colpisce profondamente la loro comunità locale (ad esempio la diversità della vita oceanica nelle aree costiere). Un curriculum flessibile accoglie tali opportunità per contestualizzare l’apprendimento.

Un curriculum flessibile è simile al curriculum personalizzato nei modi in cui consente agli studenti di apprendere in modo diverso i contenuti, di adattare il tempo di apprendimento, le  pedagogie e la valutazione, in base alle esigenze degli studenti. Ad esempio, la flessibilità nella valutazione (come la. valutazione formativa) nonché il tempo e il luogo di apprendimento (se abbinati a un curriculum digitale) promettono di ampliare l’accesso e migliorare la qualità dell’apprendimento per tutti, come per  studenti che si trovano ad accedere all’istruzione da ospedali,  aree remote, campi profughi, dall’estero, ecc.

I curricula flessibili nei contenuti, tuttavia, possono inavvertitamente avere effetti negativi sulle prestazioni degli studenti e possono persino portare a maggiori divari di equità tra i gruppi di studenti con conseguente aumento del divario tra studenti provenienti da ambienti agiati e studenti provenienti da ambienti poveri. Ad esempio, le scuole con più risorse potrebbero essere in grado di supportare meglio la formazione o altri strumenti di istruzione necessari per implementare il curricolo in modo flessibile.

 Altre preoccupazioni includono variazioni regionali e locali su come viene utilizzato il curriculum, nonché variazioni sugli investimenti nell’insegnamento e negli insegnanti, che possono inavvertitamente aumentare i divari di equità. Per contenere tali rischi, alcuni paesi cercano di riservare un curriculum flessibile a gruppi specifici di studenti, come le minoranze linguistiche e agli studenti con scarsi risultati. Altri paesi incoraggiano le scuole a essere flessibili e proattive per sostenere gli studenti provenienti da contesti svantaggiati attraverso l’utilizzo di piani educativi personalizzati. Pertanto, il curricolo flessibile viene discusso nel contesto dell’autonomia curricolare, delegando la responsabilità agli enti locali di prendere decisioni informate, essendo essi più informati delle realtà degli studenti.

La flessibilità del curriculum riguarda anche la  valutazione e si riferisce a cosa e come vengono valutate le abilità e le conoscenze. Da una prospettiva di equità, ciò potrebbe significare flessibilità nel modo in cui gli studenti vengono valutati, ovvero in modo diverso in base ai loro diversi background per far emergere il pieno potenziale di ciascuno. Gli adattamenti sono frequenti, ad esempio quando si valuta l’apprendimento di studenti con bisogni speciali. Fornire vari mezzi agli studenti per dimostrare ciò che sanno è uno dei principi chiave della Progettazione Universale  per l’Apprendimento,  Universal Design for Learning, UDL.

La flessibilità nel dove e quando gli studenti possono imparare aiuta anche gli studenti di diversa estrazione sociale e con esigenze diverse. L’uso di un curriculum digitale ha il potenziale per espandere apparentemente tale flessibilità, in particolare attraverso una qualche forma di curriculum misto, che consente agli studenti di continuare ad apprendere al di fuori della scuola. Un curriculum digitale non è, tuttavia, l’unico modo per rendere più flessibili il luogo o i luoghi di apprendimento e le tempistiche riservate all’apprendimento. Solo per fare un esempio, una scuola superiore negli Stati Uniti consente agli studenti di iniziare la scuola alle 15:00 per consentire loro di lavorare, prendersi cura delle esigenze familiari o per via del loro programma di sonno. Gli studenti provenienti da contesti svantaggiati, in particolare, possono beneficiare di orari alternativi, poiché potrebbero aver bisogno di supportare le esigenze della loro famiglia. Tale flessibilità potrebbe aiutare gli studenti che sono “giovani accompagnatori” che si prendono cura di un membro della famiglia che è disabile o malato di mente o che ha una malattia grave a lungo termine.

Allo stesso modo, l’apprendimento in servizio, i programmi di apprendistato e l’apprendimento basato sul lavoro, l’apprendimento all’aperto e l’apprendimento in natura, utilizzando strutture comunitarie per il nuoto, il pattinaggio su ghiaccio e l’arrampicata sono altri modi in cui l’apprendimento avviene al di fuori dei tradizionali confini delle mura scolastiche. Possono essere opzioni positive per l’inclusione e il coinvolgimento di tutti gli studenti in varie forme di apprendimento supportando il lavoro di squadra e la responsabilità sociale, le transizioni scuola-lavoro e il benessere. Tali opzioni possono anche aiutare gli studenti di ogni provenienza a collegare il loro apprendimento al loro contesto culturale e sociale e a sperimentare un apprendimento autentico. Diversificare le modalità di rappresentazione dei contenuti (ad esempio presentandoli in contesti di “vita reale”) è uno dei principi dell’UDL: rimuove le barriere all’apprendimento consentendo agli studenti una gamma di possibilità per impegnarsi nell’apprendimento.

QUELLO CHE RESTA DA SAPERE

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La concettualizzazione di curricoli  digitali, personalizzati, interdisciplinari basati sulle competenze, nonchè innovazioni curricolari flessibili,  tutti discussi in questo rapporto, è ancora nuova e spesso oggetto di dispute. Di conseguenza, la ricerca sulle implicazioni relative al loro utilizzo per colmare i divari di equità, e non ampliarli, rimane limitata, spesso esplorativa e frammentata. Si suggeriscono le seguenti aree per ulteriori approfondimenti:

  1. Fattori che contribuiscono all’impatto

E’ necessaria un’analisi più granulare delle competenze degli studenti per garantire l’impatto delle innovazioni curriculari sul loro apprendimento e su altri risultati, tra cui equità, inclusività e benessere. In particolare, l’autoregolamentazione è una competenza importante nei curricula che assumono una sorta di controllo dello stesso studente sul proprio apprendimento (ad es. curriculum personalizzato, curriculum digitale e curriculum flessibile). La ricerca deve comprendere meglio gli interventi che aiutano ad aumentare le capacità di autoregolamentazione degli studenti, in particolare tra quelli a rischio. È inoltre necessaria un’analisi più granulare delle competenze degli insegnanti per garantire l’impatto sull’apprendimento degli studenti e su altri risultati.  Così come si sa poco sull’impatto delle innovazioni curriculari e dell’equità nei confronti degli gli studenti, altrettanto poco si sa sui prerequisiti per gli insegnanti.

  1. Implicazioni per la preparazione all’insegnamento e la formazione professionale

Considerato che il curriculum è spesso progettato tenendo presente la maggioranza degli studenti (o il profilo degli studenti definito dalle norme), può essere difficile per gli insegnanti trovare nel curriculum opportunità che garantiscano l’equità dell’apprendimento. La riprogettazione dei  curricula in modo che siano dinamici e inclusivi per tutti i tipi di studenti comporta cambiamenti strutturali, ivi inclusi cambiamenti nella mentalità dei professionisti, dei responsabili politici e dell’intera comunità. Gli insegnanti possono anche aver bisogno di un supporto esplicito per intraprendere tali innovazioni, che devono includere  diversi gruppi di studenti e al tempo stesso le esigenze dei singoli studenti.

  1. Efficacia delle innovazioni digitali per promuovere l’equità  

In generale, la ricerca sull’efficacia delle innovazioni curriculari digitali è scarsa. Le conoscenze sull’efficacia delle innovazioni curriculari digitali nei gruppi specifici come studenti a basso reddito, minoranze linguistiche o BES, è ancora più imprecisa e meno chiara. Sono in particolare necessarie innovazioni incentrate sul benessere degli studenti e non solo sui risultati. Le conseguenze dell’implementazione di diverse tecnologie (ad esempio learning analytics, libri di testo digitali e intelligenza artificiale) sono ancora sconosciute. Allo stesso modo, la ricerca che valuta l’efficacia e l’accessibilità dei “libri di testo elettronici” è un’esigenza crescente.

  1. Impatto del curriculum personalizzato sul benessere degli studenti.

Le teorie e le ricerche educative possono suggerire che l’apprendimento personalizzato è uno strumento efficace per insegnare e coinvolgere gli studenti. Ma, anche se ci sono numerosi aneddoti su come l’apprendimento personalizzato promuova il benessere degli studenti, devono ancora essere sviluppate prove solide al riguardo.

  1. Il ruolo degli sviluppatori, in particolare nella tecnologia educativa

 in due delle quattro innovazioni curriculari (curriculum digitale e curriculum personalizzato) emergono modelli educativi a scopo di lucro e misti accanto al settore dell’istruzione pubblica. Sono necessarie pertanto ulteriori ricerche che indaghino le implicazioni e i rischi di tali sviluppi, nonché la scelta migliore ai fini dell’equità.

RIFLESSIONI E APPROFONDIMENTI A PARTIRE DAL DOCUMENTO OCSE

image012Con questo documento  l’OCSE procede con  l’analisi dei curricoli, con un ampio focus sul rapporto tra loro innovazione ed equità. Quest’ultima è messa in stretta relazione con l’inclusione che nel rapporto è indicata come un fine da raggiungere, e per la quale si adottano strategie diverse a seconda dei paesi e  dei sistemi di istruzione.

Le tipologie innovative del curricolo presentate nel documento OCSE allontanano la scuola dai modelli della standardizzazione e della scuola “di massa” (non “di ciascuno”) tipici del ‘900. Sono perciò comprensibili le difficoltà che incontrano queste innovazioni in tutti i Paesi. Tali difficoltà sono delineate alla fine del documento, nella presentazione delle ricerche da condurre e delle ulteriori conoscenze da acquisire per poter percorrere, nel cambiamento dei curricoli, strade più sicure e più aderenti alla realtà attuale.

L’Italia non partecipa a questa indagine OCSE ma il suo sistema scolastico è ovviamente coinvolto in tutti e quattro i tipi di cambiamento curricolare indicati.

La prima innovazione curricolare analizzata dal documento riguarda il digitale. Le nuove tecnologie hanno sempre avuto, in molti paesi, difficoltà a essere accettate nella scuola, basti pensare che nel lontano 1809 buona parte degli insegnanti americani accolsero con diffidenza l’utilizzo della lavagna in ardesia. Ai giorni nostri in Italia la spinta più forte verso l’introduzione delle nuove tecnologie si è avuta col varo nel 2015 del PNSD (Piano Nazionale Scuola Digitale) che all’origine, tra i punti essenziali, prevedeva: internet veloce in tutte le classi, innovazione permanente per la didattica, animatori digitali in ogni scuola, realizzazione di ambienti per la didattica digitale integrata, sviluppo di competenze digitali e coding e una spinta forte verso la pratica BYOD. La successiva grande spinta si è avuta con l’evento drammatico della pandemia Covid 19

Tra le varie questioni che contrappongono  sostenitori e detrattori del digitale, appare opportuno focalizzare l’attenzione sulla connessione tra tecnologia, società e didattica che va oltre l’analisi delle opportunità didattiche fornite dallo strumento digitale. Questa connessione, peraltro presente nel documento OCSE, permette di approcciare le innovazioni tecnologiche all’interno di un discorso più ampio sull’istruzione, nel quale esse rappresentano una delle variabili. In questa visione si pone innanzitutto l’esigenza di comprendere come organizzare al meglio i percorsi di  insegnamento/apprendimento, e solo al loro interno l’utilizzo delle tecnologie digitali. Ciò significa un nuovo modo di pensare  l’insegnamento e l’apprendimento in un mondo dove le tecnologie  sono ormai assorbite completamente nel tessuto della nostra quotidianità, tanto da non essere più distinte  da essa, e dove  i device digitali, come i libri e i giornali, ne fanno parte a pieno titolo.

Le competenze digitali entrano quindi di diritto nei curricoli dove sono già ora distinte in due dimensioni: una di carattere tecnico-operativo e una di tipo critico. Tali competenze oggi consentono una più piena partecipazione civile e un arricchimento del capitale umano. Il Parlamento europeo ha  individuato la digital competence tra le otto competenze chiave per affrontare le sfide della globalizzazione e dal 2009 OCSE/PISA misura il digital reading (simile alla competenza digitale). Queste competenze si presentano distribuite in forma tutt’altro che omogenea nella popolazione e nelle aree geografiche dei diversi paesi. Nei giovani c’è un deficit soprattutto nella dimensione critica per la quale ha un ruolo discriminante la provenienza socioculturale.

Nella maggior parte dei Paesi i curricula scolastici faticano a prevedere un ruolo per l’insegnamento delle competenze critiche nell’utilizzo dei media, nonostante diventino sempre più centrali data la carenza di consapevolezza critica nei ragazzi. L’esigenza che si prospetta è quella di un passaggio dall’insegnamento della tecnologia all’insegnamento con la tecnologia, attraverso un uso cooperativo e critico delle ICT. In tutto questo gli insegnanti sono chiamati a un ruolo cruciale e decisivo.

La seconda forma di variazione del curricolo proposta nel documento riguarda la personalizzazione anche questa letta ai fini dell’equità e dell’inclusione. Se si pensa alla particolarità dell’inclusione nella scuola italiana, che, con i suoi oltre 40 anni di storia, ha reso accessibile, almeno teoricamente, l’istruzione a tutti in ogni grado scolastico, indipendentemente dal tipo di disabilità, diventa alquanto insopportabile la retorica di una narrazione, spesso autoreferenziale, che rallenta il progresso reale dell’inclusione e ben poco promuove la personalizzazione (le due cose dovrebbero procedere integrandosi reciprocamente ma non è così). Troppo spesso vi è poca congruenza tra bei principi e la spinta alla medicalizzazione deresponsabilizzante con progressivo incremento di certificazioni, definizioni, catalogazioni, etichettamenti con poca qualità reale del servizio in corrispondenza dell’energia e delle risorse profuse. Non giova alla causa la scarsa incisività e volontà nel condurre studi e ricerche, in particolare quantitative, che diano conto dei risultati ottenuti che potrebbero invece rendere più credibile ed esportabile il modello italiano a livello internazionale. Del resto la retorica dell’inclusione serve anche a limitare le indagini, soprattutto appunto quelle quantitative, che, non sia mai,  diano esiti contrari alla vulgata retorica, non consentendo più, tanto facilmente, l’autocelebrazione e l’aneddotica,  le quali sono  molto più manipolabili e tutelano meglio l’esistente.

Per favorire l’inclusione nel documento OCSE si insiste molto sull’ Universal Design for Learning (UDL) che consente ai curricula di essere inclusivi rimuovendo le barriere per tutti i tipi di studenti. L’ UDL è un framework basato sulla ricerca per la progettazione di programmi di studio, ambienti di apprendimento e strumenti. È stato originariamente adattato dal movimento che cercava di progettare edifici accessibili alle persone con disabilità fisiche. Gli assunti alla base dell’UDL sono le differenze individuali nell’apprendimento (che riguardano tutti e non solo le persone con disabilità)  e le competenze influenzate dalle caratteristiche del contesto, che va pertanto reso il più possibile libero da barriere che ne impediscono lo sviluppo e l’espressione. Da questi presupposti risulta superata la logica dell’adattamento individualizzato a posteriori,  per compensazione delle difficoltà progressivamente individuate, a favore di uno spostamento dell’attenzione sulla creazione di un contesto formativo accessibile a tutti fin dall’inizio del percorso di apprendimento.

Nell’UDL la progettualità didattica segue fondamentalmente tre principi:

  1. Fornire molteplici mezzi di rappresentazione (diversi mezzi e linguaggi per sostenere la percezione e la comprensione).
  2. Fornire molteplici mezzi di azione ed espressione (disponibilità verso gli studenti di scegliere i mezzi espressivi più adeguati per elaborare conoscenze e competenze).
  3. Fornire molteplici mezzi di coinvolgimento (far apprendere in modo esplicito strategie di controllo e attivare la motivazione ad esempio attraverso una vera valutazione formativa).

Rispetto alla personalizzazione del curricolo in senso stretto è ormai tempo, se vogliamo proprio tenere a  scuola a forza i nostri ragazzi fino a oltre la maggiore età, di dare loro almeno una parte di responsabilità, meglio se condivisa con i docenti, sulle scelte di cosa studiare, se non altro come prova di capacità di orientarsi verso il proprio futuro nell’età adulta. La personalizzazione però non può essere una delega in bianco rispetto alle scelte degli studenti, perché tra le poche certezze che abbiamo, come riscontro di indagini internazionali, vi è il fatto che studenti di basso status socioeconomico hanno minori possibilità di accesso a conoscenze in ambito matematico, oggi fondamentali nel mondo del lavoro e nella vita quotidiana. E’ quindi da evitare il rischio di una comoda fuga dall’impegno verso questi saperi “potenti”, indispensabili per affrontare il mondo di domani.

In conclusione nella progettazione del curriculum scolastico dovrebbero essere posti maggiormente al centro gli interessi e le esigenze degli studenti, il che offrirebbe  l’opportunità di dare risposta ai bisogni degli studenti più vulnerabili e alle voci inascoltate degli studenti. Il curriculum personalizzato può motivare positivamente gli studenti e aumentare le loro aspettative sulle proprie potenzialità di riuscire a scuola e nella vita adulta. E questo è particolarmente importante per gli studenti provenienti da contesti svantaggiati.

Un ultimo sguardo alla flessibilità del curriculum (rispetto a contenuti e competenze si è già scritto nella presentazione del documento Curriculum overload). In un curriculum flessibile agli studenti vengono fornite più opportunità per gestire il proprio processo di apprendimento e l’ambiente di apprendimento (ad esempio la possibilità di seguire lezioni a distanza), questo è particolarmente importante per studenti con differenti bisogni e capacità. Si potrebbe allora dire che la flessibilità ruota attorno agli studenti per quanto concerne le scelte disponibili e il modo in cui queste influenzano il loro apprendimento. La flessibilità dovrebbe riguardare soprattutto il dove e il quando dell’apprendimento come precondizione di un’inclusività e di un’accessibilità in tempi di sempre maggiore mobilità e incertezza sociali. In questi ultimi due anni abbiamo avuto un esempio di flessibilità imposta e “vincolata” dall’emergenza Covid e risolta per via digitale. Al di là delle difficoltà di carattere tecnico, che non sono poche, e di impatto spesso decisivo sulla didattica, non bisogna cedere alla misconcezione che le tecnologie digitali forniscano di per se flessibilità. Anche un’istruzione che si avvale del digitale per essere flessibile deve essere centrata sugli apprendimenti dello studente, perché solo così le decisioni dello studente sui propri processi di apprendimento possono diventare centrali e l’insegnate può assumere il ruolo di autorevole “facilitatore”.

Resta da capire quanto gli altri stakeholders abbiano veramente intenzione di investire su questo tipo di innovazioni.

LINK : ALTRI DOCUMENTI ADI SU CURRICOLO OCSE

  1. OCSE: IL SOVRACCARICO DEL CURRICOLO. Le possibili soluzioni
  2. OCSE: UNA BUSSOLA PER L’APPRENDIMENTO 2030
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