LEADERSHIP EDUCATIVA INTERMEDIA

UN’ESIGENZA IMPROROGABILE PER LE SCUOLE AUTONOME
a cura di Alessandra Cenerini

PREMESSA

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Nell’affrontare la questione della leadership intermedia e quindi della carriera docente occorre avere ben chiari gli obiettivi che si intendono perseguire, per non ripetere gli infiniti fallimenti che si sono succeduti negli ultimi 30/40 anni ( v. cronistoria dei fallimenti)

A parte il “bonus” per merito della L. 107/2015 ( art.1 commi 126/130), che non consideriamo perché non solo  non ha risolto nessun problema ma ne ha creato di ulteriori, una prima distinzione deve essere fatta fra progressione  stipendiale di carriera e differenziazione di carriera. Le due questioni sono state spesso intrecciate, come si può vedere dalla cronistoria sopracitata, ma nella situazione data pare  opportuno separarle concettualmente, chiarendone i contenuti.

  1. La progressione stipendiale di carriera, ora solo per anzianità e su 35 anni, è stata ripetutamente messa in discussione a partire dal 1987. E’ stata prima bloccata, poi ripristinata , quindi modificata con passaggio da scatti biennali a sessennali e settennali. Ci fu poi il tentativo, durato pochi anni, di collegare lo scatto stipendiale all’assolvimento di 100 ore di formazione. La progressione stipendiale è insomma un tormentone che ci accompagna da 25 anni, su cui la posizione di ADI è sempre stata chiara: la progressione non può essere eliminata ( è presente ovunque),ma  va sviluppata su un numero inferiore di anni- a regime non dovrebbero essere più di 10/15- con scatti biennali. Quale relazione fra valutazione e scatti? La valutazione dei docenti è opportuna e necessaria, ma come operazione continua. Una valutazione fondata sui dati dei risultati educativi nel contesto dato,  su standard professionali e auspicabilmente su un codice etico-deontologico. Ai fini dello scatto stipendiale dovrebbe essere considerata solo la possibilità di blocco per demerito, per non trasformare l’operazione in un ulteriore quanto inutile carico burocratico. La questione dell’accelerazione di carriera per merito, di cui si è parlato tante volte e lo si è fatto anche nelle linee guida della buona scuola ( ma solo per contingentare la progressione), appare oggi un retaggio di un’antica impostazione della docenza e fuorviante rispetto alla differenziazione di carriera, su cui dovrebbe essere concentrata tutta l’attenzione.
  2. Differenziazione di carriera con assunzione di un diverso stato giuridico e di una diversa scala retributiva. E’ questo il tema che si intende affrontare in tutti i suoi aspetti, dalla definizione di nuovi percorsi professionali agli standard, dalla formazione alla valutazione attraverso possibili differenziate tappe, dalla selezione alla quantificazione delle figure professionali, dalla retribuzione ai costi dell’operazione, dal superamento degli attuali temporanei incarichi ai possibili recuperi di risorse ecc… Ciò che impone questa scelta è la consapevolezza, ormai universalmente condivisa, che, per costruire una buona scuola, non servono figure solitarie di bravi docenti, ma équipe di professionisti che possono, vogliono e devono lavorare insieme in modo efficace, sostenuti da un’organizzazione tecnica ben strutturata, con precisi livelli di responsabilità e di competenze differenziate.
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