RELAZIONE DI ARMANDO PERSICO ED EDOARDO PENNACCHIA
ARMANDO PERSICO
Mi presento
Sono Armando Persico, insegno imprenditorialità in un ITS, dopo avere insegnato discipline economico-giuridiche in un istituto tecnico commerciale. Sono stato nominato l’anno scorso tra i 50 migliori docenti al mondo. Ho sempre cercato di capire quello che i miei studenti mi chiedevano rispetto a quello che stavo dando loro, ho cercato nuove metodologie fino ad approdare all’introduzione dell’imprenditorialità nella scuola, al fare come occasione di apprendere. Siamo partiti nel 1996, avendo in mente questa frase di Santo Versace:
“Per imparare dalla realtà occorre però un metodo, una scuola, che sistematicamente aiuti chi vuole imparare dalla propria azione, da quella degli altri, a riscoprire il significato di parole vecchie che occorre guardare in modo nuovo: lo scopo dell’impresa, il lavoro, il guadagno, il sapere, l’innovazione, la ricerca.
Una scuola che aiuti ad agire prima che a re-agire, a ri-conoscere prima che a conoscere, che non sia una sospensione dal lavoro, ma un lavoro «nel» lavoro.”Santo Versace 1996 – imprenditore
Il percorso all’ITC IMIBERG
Nel 1996 abbiamo dato avvio alla prima proposta di piccole imprenditorialità nella scuola, stiamo parlando di 22 anni fa, quindi non archeologia ma quasi.
Da questa intuizione di fondo, con i miei colleghi abbiamo cominciato a fornire piccoli servizi alle aziende del territorio, finchè nel 1999 diventano produzioni dei ragazzi in risposta ad alcuni bisogni che loro notavano nel quotidiano. E’ stato creato, in quell’anno, il primo portaombrelli per auto brevettato, commercializzato e poi strutturato come prodotto a sé stante.
Ciò che ci interessava non era tanto la commercializzazione ma il processo.
Nel 2004 ha preso avvio un’altra proposta. Questa l’abbiamo filmata, quindi ve la mostro e lascio parlare il video
C’è stata la presentazione in Borsa Valori a Milano, con professionisti, imprenditori, professori universitari che giudicavano il lavoro dei ragazzi. Quindi non più lavori autoreferenziali, ma all’esterno sul territorio. I miei studenti risultarono vincitori.
Salto al 2018 e vi mostro questa pubblicità di Vodafone che mi ha fatto sobbalzare, poi capirete il perché.
… ma nel 2011 altri miei studenti…
Il grande risultato sul versante dell’occupazione
Questo modo di lavorare porta a gradi risultati. Quando mi hanno chiesto di presentare la candidatura per il Global teacher prize ho fatto semplicemente un elenco dei miei studenti che si sono diplomati, e accanto ho indicato chi esercita un’attività imprenditoriale in proprio o come consulente. Ebbene ho scoperto che il 20% dei miei studenti diplomati svolge attività in proprio, rispetto alla media europea del 3%. Attività non basate su quello che avevano fatto durante il periodo scolastico, ma rese possibili dalla mentalità acquisita, dalla capacità di muoversi in autonomia, dalla creatività e dal coraggio di affrontare i rischi per sé e per gli altri e creare valore.
L’esperienza nell’ITS e il paragone con la Germania
La Germania ha 800.000 studenti nelle “Fachhochschule”, i percorsi terziari alternativi all’università, che danno un’opportunità più veloce e pratica di inserirsi nel mondo del lavoro. Un numero molto alto. Per fare un paragone, in Canada, dove sono stato a vedere istituti simili alle Fachhochschule, gli studenti che li frequentano sono complessivamente 15.000.
Io ora insegno presso la Jobs Academy, uno degli Istituti del sistema ITS in Italia, che sono complessivamente circa 90. Sono, come noto, Istituti postsecondari biennali con approccio professionalizzante, che offrono ottime opportunità di lavoro.
“Il nostro lavoro finisce quando inizia il tuo” mi sembra una dichiarazione molto forte, che mette sicuramente al centro la persona.
Ancora due dati per concludere.
La Jobs Academy, l’ ITS in cui insegno, è partita nel 2011 con 40 iscritti, attualmente ne ha quasi 400, con 10 percorsi, che hanno le percentuali di occupazione, che vedete sotto, all’atto dell’acquisizione del diploma, non dopo 3 o 4 anni dal conseguimento del titolo. Questo perché la costruzione delle professionalità insieme al mondo del lavoro, i tirocini di 800 ore in due anni garantiscono questi risultati.
Adesso un’ultima testimonianza da parte di Edoardo.
EDOARDO PENNACCHIA
La mia esperienza con il Prof. Persico e oltre
Io sono qui a testimoniare, con la mia esperienza, che quanto avete appena visto e sentito dal Professor Persico è vero, che questo metodo di insegnamento spinge noi ragazzi – io ho 22 anni ho finito di studiare davvero da pochissimo – a capire chi siamo, quali sono i nostri valori e come possiamo sfruttarli all’interno di un’esperienza lavorativa, all’interno della società.
Vi racconterò, quindi, il mio percorso dalla scuola al lavoro.
La mia esperienza inizia nel 2009 nella scuola secondaria di 2° grado. Ho avuto la fortuna di essere stato da subito alunno del Professor Persico, che come docente di Economia Aziendale, ci ha dato la possibilità di incontrare esperti e professionisti, di approfondire tematiche di economia applicata al mondo del lavoro, di confrontarci con lui, fra di noi e con studenti di altre classi, per iniziare ad acquisire un metodo che ci permette di capire come arrivare alla soluzione di un problema, come analizzare un problema.
Questo metodo ci ha permesso nel 2013 di sviluppare un’esperienza di microimpresa. La mia classe non era fra quelle che avete visto, non abbiamo avuto la fortuna di vincere, ma siamo arrivati a Londra a rappresentare l’Italia con un quarto posto, è andata bene lo stesso. Anche qui la parola chiave è stato il confronto. Quindi se prima ho detto che questo metodo ci ha portato a capire come sviluppare un prodotto, come assegnare dei ruoli all’interno dell’azienda, fra i compagni, qui siamo arrivati a confrontarci con altre realtà, con altri studenti, altri professori, altri professionisti.
Nel 2015, terminato il mio percorso nella scuola secondaria superiore, ho deciso di seguire i miei interessi, e, guarda caso, di seguire anche il Professor Persico e andare a frequentare l’ ITS di San Paolo d’Argon per un percorso postsecondario di marketing e internazionalizzazione delle imprese, qui la parola chiave è stata crescita, perché è stato un percorso estremamente pratico, tutto votato all’ imparare guardando e facendo, guardando chi fa, guardando i professionisti e sporcandoci le mani noi, quindi riuscire a capire come approfondire certe dinamiche di marketing.
Nel 2016 ho fatto uno stage organizzato dalla fondazione ITS, attraverso la quale ho anche ottenuto una proposta di lavoro da un’agenzia di marketing abbastanza grossa di Milano, Triboo. Un’esperienza bellissima, che mi ha permesso di mettere in pratica tutto quello che avevo imparato e che avevo già fatto in tutti gli anni a partire dalle scuole superiori, di metterlo in pratica nel mondo del lavoro, quindi confrontarmi con persone che si sono trovati davanti un ragazzo – ora non voglio essere presuntuoso – già pronto, capace, a conoscenza degli strumenti che doveva utilizzare. Un ragazzo che doveva solo essere inserito praticamente nella quotidianità di un lavoro, ma che comunque aveva già dimestichezza con tutti gli strumenti, con tutti i termini e con tutte le dinamiche.
Tutte queste esperienze mi hanno portato nel 2017 ad affrontare una grande sfida decidere di aprire partita IVA, di aprire una piccola società, insieme ad un collega di quell’agenzia, e quindi di diventare consulenti in proprio, di sporcarci davvero le mani, non più come avevamo fatto con la finta impresa, ma con una vera impresa, nel mondo del lavoro, mettendo in pratica tutto quello che avevo appreso e sviluppato.
Conclusione
Tutte queste parole chiave in realtà non sono fine a se stesse, non le ho messe a caso all’interno di quei pezzettini di vita che vi ho raccontato prima.
In realtà quello che è importante, e che racchiude un po’ tutti gli interventi che ho ascoltato stamattina, è capire che per noi studenti quello che può sembrare un gioco, un divertimento, come creare una microimpresa, come ascoltare un imprenditore, come confrontarci tra noi per gestire dei ruoli, trovare un ruolo all’interno della microazienda creata, ci da la possibilità di capire come possiamo renderci utili all’interno del mondo del lavoro, come possiamo renderci utili alla società, quali sono davvero i nostri valori e come sfruttarli al meglio, senza sentirci vittime del mondo del lavoro, senza provare la sensazione di non essere all’altezza, come sento dire da tanti miei amici. Al contrario, impariamo a conoscere da soli ciò su cui siamo forti e quindi a sapere come possiamo valorizzarci al meglio.