Considerazioni di Franco Fondriest
dirigente scolastico di Modena
Mercoledì 18 è stata giornata di sciopero nella scuola, proclamato da CGIL e GILDA. Non voglio, in questa sede, entrare nel merito delle motivazioni, ma esporre le modalità dell’organizzazione dello sciopero nella scuola.
Alcuni giorni prima dello sciopero arriva a casa di tutte le famiglie una nota con la quale il dirigente scolastico comunica quali servizi funzioneranno e quali saranno sospesi.
In molti casi, questa nota è assolutamente ambigua, fino ad arrivare a formulazioni che, più o meno, vogliono dire: “… io non so che dirvi; venite al mattino a vedere se gli insegnanti ci sono o no …”
Cerchiamo di capire perché succede questo.
Il diritto di sciopero è tutelato dall’articolo 40 della Costituzione che prevede che esso venga regolamentato dalla legge (art. 40 “Il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano”).
Si è dovuto attendere fino al 12 giugno 1990 affinché venisse approvata una legge (n. 146) che lo regolamentasse nei pubblici servizi.
Un successivo contratto nazionale di lavoro del personale della scuola ne ha, a sua volta, regolato l’attuazione.
Vediamo come.
Chiariamo innanzitutto che l’insegnamento, secondo la legge non è un servizio pubblico essenziale; da ciò deriva che non si possono formare contingenti minimi di docenti obbligati ad essere in servizio.
Quindi:
- il dirigente scolastico deve chiedere ai docenti e ai bidelli se intendono o meno aderire allo sciopero
- i docenti ed i bidelli, se vogliono (!!!), rispondono
Sulle base delle risposte avute (o non avute), il dirigente decide se e in che misura tenere aperte le scuole; opera alquanto ardua.
E’ chiaro che laddove c’è personale collaborativo e responsabile che dichiara la propria intenzione, il dirigente viene messo nella condizione di poter dare indicazioni precise alle famiglie.
Laddove, invece, il personale non dichiara, legittimamente, quello che vuol fare, il dirigente decide “al buio”.
Quindi, può chiudere le scuole con la conseguenza di lasciar fuori gli alunni e trovarsi con tutti gli insegnati in servizio a schioccar le dita; oppure, può decidere di tener aperte le scuole e non trovar nessun insegnante in servizio.
Siamo proprio sicuri che sia una cosa di destra regolamentare meglio lo sciopero in modo tale che le famiglie sappiano con certezza se i propri figli avranno o non avranno l’insegnante (si pensi ad esempio alla scuola dell’infanzia e alla scuola primaria) e che chi non sciopera sia nelle condizoni di prestare regolarmente il proprio servizio ?