Indispensabile sapere come usare i dati per migliorare gli apprendimenti
[stextbox id=”grey” image=”null”][/stextbox]
[stextbox id=”info” image=”null”]La sfida per le scuole[/stextbox]
Concluse le rilevazioni del Servizio Nazionale di Valutazione (SNV) dell’INVALSI, a questo punto si apre la sfida per tutti di utilizzare al meglio i dati che verranno restituiti a ciascuna scuola a partire dai primi mesi dell’anno scolastico 2010-2011.
E’ cruciale che ogni Istituzione scolastica metta in gioco le proprie forze per la lettura consapevole dei dati che possono essere il motore per la programmazione di azioni di miglioramento. Questo è un passaggio fondamentale per dare compimento e realizzazione alle finalità di un Servizio Nazionale di Valutazione rivolto a tutti gli studenti di determinati livelli scolastici (II e V primaria e I secondaria di primo grado; dal prossimo anno anche secondaria di 2° grado). Solo in questo modo le informazioni desumibili dalla lettura congiunta dei dati e delle prove potranno essere veramente declinate alla realtà specifica di ciascuna scuola.
[stextbox id=”info” image=”null”]Scuole: i confronti possibili[/stextbox]
Vi sono molteplici confronti che la scuola può avviare:
1) Il confronto con standard esterni
Possibilità di:
- confrontare il risultato medio della propria scuola con le medie nazionale e locale (regione, macro-area)
- collocare la propria scuola rispetto a scuole simili sotto il profilo della composizione della popolazione scolastica
- determinare la distribuzione degli alunni della propria scuola nei livelli di prestazione
- evidenziare le differenze significative, in termini statistici e di entità della differenza, eventualmente riscontrate
- individuare le possibili cause delle differenze riscontrate
- interrogarsi sulla possibilità di formulare un’ipotesi sulle possibili cause e sulla necessità di raccogliere ulteriori informazioni
2) il confronto al proprio interno
- confrontare i risultati di classi della propria scuola dello stesso livello (ad es.: II) o di livello diverso (ad es.: II e V) e, nel caso di disomogeneità di risultati, formulare ipotesi sulle possibili cause (differenze originarie nel livello di abilità degli alunni delle varie classi, differenze nel curricolo “insegnato”, differenze tra gli insegnanti …)
- comparare il punteggio medio ottenuto dalle classi nelle prove INVALSI e le valutazioni medie degli insegnanti di classe, in particolare in Italiano e in Matematica
- riscontrare l’eventuale differenza di risultati fra i principali sottogruppi della popolazione della mia scuola (ad es. fra maschi e femmine, fra alunni italiani e non, ecc.)
- verificare l’eventuale presenza di differenze rilevanti fra i risultati nella prova di Italiano e nella prova di Matematica, e, all’interno di ciascuna, tra le loro principali articolazioni (ad es. tra testo narrativo ed espositivo, nel caso dell’Italiano, o tra l’ambito “Numeri” e l’ambito “Spazio e figure” nel caso della Matematica)
[stextbox id=”info” image=”null”]La sfida per gli insegnanti: dalle interpretazioni soggettive alla conoscenza informata[/stextbox]
Il primo passo per avviare un rigoroso processo di professionalizzazione degli insegnanti è quello di passare da un insegnamento basato su un’interpretazione soggettiva dei risultati del proprio lavoro e in generale dell’andamento della classe e della scuola a una “conoscenza informata”, basata su dati obiettivi, che devono riguardare in primo luogo i risultati di apprendimento degli alunni.
Questo è avvenuto in tutti i Paesi, basti citare l’Inghilterra, dove si è intrapreso una valorizzazione della professione docente, proprio sviluppando le competenze per l’uso e l’interpretazione dei dati dell’apprendimento a fini migliotativi.
Un lavoro siffatto richiede preparazione, guida e sistematicità.
[stextbox id=”info” image=”null”]Corso di formazione ADi per un proficuo utilizzo dei dati[/stextbox]
L’ADi ha predisposto un corso di formazione e un’attività di sostegno sistematico a scuole e docenti per una lettura e un uso mirato dei dati ai fini del miglioramento degli apprendimenti.
Il corso si propone di illustrare il processo in base al quale vengono costruite le prove standardizzate in funzione dei quadri di riferimento per la valutazione. Con ciò si vogliono perseguire due finalità differenti: da un lato fornire alla scuola delle utili indicazioni per la costruzione di prove oggettive e, dall’altro, consentire una lettura più consapevole e approfondita dei dati che da esse si possono trarre.
Chiarito il quadro interpretativo in cui si collocano le prove standardizzate, il corso prevede la simulazione di una riunione del collegio dei docenti in cui vengono letti i risultati delle prove standardizzate nazionali. In questo modo si vogliono illustrare gli aspetti tecnici per la lettura consapevole dei risultati, ma allo stesso tempo ci si propone di esaminare come possono essere progettate azioni di miglioramento nell’organizzazione dell’attività didattica, proprio partendo dai punti di forza e di debolezza che emergono dalla lettura dei risultati conseguiti da ciascuna scuola nelle prove standardizzate nazionali.
Infine il corso vuole illustrare l’incidenza e l’importanza dei dati di contesto nella lettura dei risultati delle prove cognitive, anche in termini di valore aggiunto, ovvero di quella parte di guadagno cognitivo conseguito da ciascun allievo in funzione dell’azione della scuola.
Contenuti del corso rivolto alle scuole o reti di scuole:
Parte I
- La genesi delle prove standardizzate e i quadri di riferimento
- Similitudini e differenze con le prove prodotte dalle scuole
- La struttura dei dati forniti a ciascuna dal Servizio Nazionale di Valutazione e la loro lettura in relazione alle prove cognitive
Parte II
- Le comparazioni per il miglioramento
- I confronti esterni alla scuola
- I confronti interni alla scuola
- I dati di contesto e il valore aggiunto