DALLA LICENZA MEDIA ALLA MATURITÀ.
IL PERCORSO VISTO ATTRAVERSO I DATI INVALSI

image006In un  editoriale su INVALSIOpen,  Roberto Ricci, Responsabile nazionale delle prove INVALSI, fa una interessante analisi longitudinale, basata sui dati INVALSI, del percorso di circa mezzo milione di studenti dall’“esame di terza media” all’”esame di maturità”  (per usare termini antichi).

Le Prove INVALSI, oltre a fornirci gli esiti degli apprendimenti, sono infatti costruite in modo da riuscire a seguire il percorso scolastico degli studenti.

Ciò che emerge è che 1 alunno su 5 non è riuscito a concludere il percorso di studi in regola, perché ha ripetuto uno o più anni, o si è addirittura disperso, e  che i risultati che i nostri studenti ottengono nelle Prove INVALSI in seconda e in quinta superiore sono fortemente influenzati dai risultati in uscita dalla scuola media.

Ciò significa che sono molti, troppi, gli allievi che non riescono a superare le difficoltà accumulate alla fine del primo ciclo d’istruzione e a terminare il secondo ciclo con livelli di preparazione di base in linea con quanto è previsto dalle Indicazioni nazionali o dalle Linee guida.

Su questo fenomeno pesa anche il livello di studio dei genitori che, anche dopo 13 anni di scuola, continua a essere un fattore molto influente sui risultati degli studenti e penalizza notevolmente coloro che provengono da famiglie meno colte.

Un altro aspetto sicuramente interessante che emerge chiaramente dai dati INVALSI e sul quale occorre riflettere, è un evidente processo di autoselezione negativo degli studenti. Gli alunni che per qualche ragione non svolgono le Prove INVALSI sono quelli più deboli, quelli che in terza media hanno avuto risultati peggiori e per i quali c’è bisogno di maggiore attenzione.

Come ADI, da molto tempo riteniamo che le scuole debbano  imparare ad utilizzare tutte le potenzialità offerte dai  dati INVALSI, il cui scopo principale è quello di supportare, con dati robusti e affidabili, azioni tempestive per migliorare i risultati degli studenti più deboli. È quindi evidente che perdere le informazioni, i dati appunto, è un danno che si ripercuote soprattutto su chi ha maggiore bisogno di sostegno.

Il percorso ad ostacoli dalla 3^secondaria  di 1° grado alla 5^ secondaria di 2° grado 

Nel 2014 circa 515.000 ragazzi di terza media hanno partecipato alle Prove INVALSI e hanno poi superato l’esame di Stato.

La prima informazione che appare è che dei 515.000 solo 333.900 hanno svolto le Prove INVALSI del 2° anno delle superiori  nel 2016 o nel 2017: un ragazzo su tre non è stato censito.

L’analisi dei dati mette in luce che si astengono  dal sostenere la Prova INVALSI perlopiù i ragazzi che alla licenza media hanno avuto punteggi più bassi.

Nel 2019 gli allievi che hanno svolto le Prove INVALSI di quinta superiore sono stati 350.621, pari al 68% dei ragazzi di cinque anni prima.  L’INVALSI dispone  quindi di un’informazione sui livelli di uscita solo di 7 giovani su 10.

I dati sono piuttosto preoccupanti. Oltre il 45% degli studenti in difficoltà al termine della scuola media rimane in questa situazione anche alla fine della scuola superiore. In Matematica la percentuale sale al 50%.

Restano 165.000 studenti di cui non si sa più nulla, mancano i risultati. Parte di questi ragazzi è ancora all’interno del sistema di istruzione come ripetenti, altri sono entrati nel circuito della formazione professionale, ma il numero di questi ultimi è molto difficile da stimare. Tutti gli altri però sono dispersi e la maggioranza di questi erano quegli studenti con un risultato basso o molto basso nel 2014, alla fine della terza media.

Questi numeri definiscono certamente un quadro poco confortante, sul quale tuttavia si può intervenire. Uno strumento importante per migliorare lo offrono i dati INVALSI in uscita dalla terza media, che sono in grado di identificare piuttosto bene gli alunni a forte rischio di insuccesso.

Per le scuole superiori è possibile quindi avere immediatamente a disposizione queste informazioni e intervenire tempestivamente con azioni di supporto mirate per permettere a tutti di raggiungere il pieno successo formativo.

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