Ci ha lasciato Luigi Berlinguer , uno dei migliori ministri dell’istruzione del dopoguerra e socio onorario di ADi
Alessandra Cenerini: “Ho incontrato per la prima volta Luigi Berlinguer al Ministero nel 1999, l’ADI si era da poco costituita.
Ho un ricordo vivissimo di quell’iniziale approccio, a cui seguì una sincera amicizia. Fu cordiale, quasi intimo. Era atterrato da poco dall’Inghilterra, visibilmente stanco, ma mi accolse. Parlò solo lui, con una velata tristezza. Il Tony Blair di “Education, education, education” stava portando in porto la riforma della carriera docente, nonostante l’opposizione del più forte sindacato inglese degli insegnanti, l’allora NUT. Lui, invece, su quella riforma era accerchiato. Si battè con determinazione e, fra compromessi vari, il 23 dicembre 1999 riuscì ad emanare il bando del “concorsone” ( così rimase tristemente noto), che doveva assegnare 6.000.000 di lire in più al 20% degli insegnanti. Ma il 7 gennaio 2000 fu costretto a revocarlo. Quel fallimento segnò anche la fine del suo ministero.
Mi piace ricordarlo per un Regolamento, forse il più bello e limpido uscito da Viale Trastevere, il DPR 275/1999, Regolamento dell’autonomia scolastica. Lui, a quell’autonomia, continuò a credere, anche quando la burocrazia ministeriale e il conservatorismo scolastico e sindacale stavano svuotandola.
Di Luigi Berlinguer è la legge 62/2000 sulla parità scolastica, conclusione di una battaglia durata decenni ma che non superò lo scoglio del “senza oneri per lo stato” e nemmeno quello dell’unificazione, in un solo sistema, delle scuole dell’infanzia statali e comunali, relegate queste ultime a scuole paritarie.
Sua fu la legge 30/2000 sul riordino dei cicli di istruzione, con un primo ciclo settennale di scuola di base, un secondo ciclo quinquennale con la conclusione della scolarizzazione a 18 anni, alla maggiore età. Una legge troppo avanzata, travolta dalla riforma Moratti, non solo e non tanto per la nota vicenda dell’onda anomala, ma perché, ancora una volta alla riforma si frapponeva la salvaguardia dell’organico dei docenti.
ADI non fu mai compiacente con le riforme berlingueriane , di ognuna ha sempre messo in luce pregi e difetti, ma sempre con spirito costruttivo, riconoscendone la lungimiranza, la volontà di rompere ataviche incrostazioni.
Nel 2015, anche a seguito di collaborazioni e relazioni nei nostri seminari internazionali, il direttivo ADI nominò Luigi Berlinguer socio onorario, un titolo che accolse con gioia. Per noi fu ed è motivo di orgoglio.
Qui Luigi Berlinguer al nostro seminario internazionale del 2015. Si ammalò, purtroppo, e ci mandò questo video”