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Come riaprire le scuole dopo la pandemia di coronavirus?

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di Alastair Blyth e Julie Velissaratou – traduzione di Mariagrazia Marcarini

Il ritorno a scuola di 1,5 miliardi di studenti sarà un sollievo per genitori e governi. I genitori possono tornare al lavoro, le economie possono iniziare a riprendersi, ma la minaccia delle future ondate di COVID-19 rimane. Man mano che le scuole imparano ad affrontare questa situazione, ci sono molte questioni da considerare come il sostegno agli studenti vulnerabili, la garanzia di equità e il rafforzamento della capacità di apprendimento on-line.

Alcuni Paesi stanno iniziando a introdurre misure per affrontare la pandemia, altri hanno già annunciato la revoca di alcune restrizioni. Alcune scuole dell’infanzia sono state già riaperte in Danimarca e lo stesso dovrebbe succedere in Norvegia. È difficile determinare il momento giusto per la riapertura delle scuole. Test e tracciamento sono alcuni dei metodi discussi nel percorso per allentare le restrizioni nei confronti dell’isolamento.

A parte i tempi di riapertura, una delle preoccupazioni immediate sta nella preparazione degli edifici scolastici e delle aule. Quali suggerimenti iniziali si possono trarre da ciò che si sta già vedendo?

La riapertura delle scuole dovrebbe essere pianificata con cura e allineata alle raccomandazioni dei funzionari sanitari“, consiglia Kim Shannon, Capo del servizio delle infrastrutture educative del Ministero dell’Istruzione della Nuova Zelanda, che presiede anche il lavoro dell’OCSE sugli Ambienti di Apprendimento Efficaci.

Chiaramente, non esiste una soluzione unica per tutti e molto dipenderà da come la pandemia di Covid19 ha colpito i singoli Paesi e la loro resilienza.

Tre aree di interesse sono al centro delle discussioni dei decisori in relazione agli ambienti fisici di apprendimento edifici scolastici post-pandemia: incoraggiare nuove abitudini igieniche; consentire il distanziamento sociale nelle scuole e rafforzare l’apprendimento online.

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Incoraggiare nuove abitudini igieniche

Una volta riaperta la scuola, tutti saranno tenuti a lavarsi regolarmente le mani e tossire o starnutire nel gomito o in un fazzoletto. Le scuole dovranno pensare a come implementare una serie di misure complementari tra cui:

  • Spazi e servizi: le scuole avranno bisogno di strutture igienico-sanitarie in cui sia possibile il distanziamento sociale e sarebbe opportuno che disponessero di un luogo d’isolamento per un sospetto infetto da COVID-19. Saranno necessarie pulizie aggiuntive delle strutture scolastiche e una pulizia profonda e disinfezione a intervalli regolari.
  • Approvvigionamento di prodotti per l’igiene: gel igienizzante da utilizzare, ad esempio, prima di entrare in classe, salviette antibatteriche per la pulizia di scrivanie e sedie, uso di mascherine e/o guanti. Distributori di sapone liquido anzichè sapone solido.
  • Formazione: alle scuole potrebbe essere richiesto di formare studenti, insegnanti e personale sull’igiene di base e sui gesti per mantenere il distanziamento e persino sui sintomi e sugli effetti del Covid19.

Attuazione del distanziamento sociale nelle scuole

Il distanziamento sociale o fisico nelle scuole comporta che gli studenti siano collocati ad almeno due metri di distanza l’uno dall’altro e anche dagli insegnanti. Questo non è facile per i bambini piccoli e impossibile per una classe di 30 studenti in un’aula di dimensioni standard di 60m2.

La riduzione del numero di studenti all’interno degli spazi di apprendimento può essere in gran parte ottenuta modificando la programmazione. Ad esempio, suddividendo ogni classe in gruppi più piccoli, programmando orari scolastici più brevi, programmando turni mattutini e pomeridiani (come per fasce d’età), utilizzando spazi più grandi come mense, palestre, biblioteche e sale. Un’opzione ibrida potrebbe essere quella di condurre alcune lezioni a scuola e altre online.
Ci si concentra principalmente su ciò che accade all’interno degli edifici scolastici, ma ci sono anche gli spazi fuori dall’aula. Nei climi più miti, potrebbe essere possibile utilizzare spazi esterni attorno agli edifici scolastici purché sia ​​fornita un’ombreggiatura adeguata.

Gli spazi ben ventilati sono ancora più importanti di prima. Gli arredi scolastici potrebbero essere utilizzati per far mantenere agli studenti la distanza di due metri l’uno dall’altro, altre soluzioni includono elementi grafici sul pavimento per garantire la distanza minima, proprio come nelle code dei supermercati.

L’istruzione online è in aumento, ma rischia di aggravare le disuguaglianze

Sebbene l’accesso alle risorse online abbia senza dubbio aiutato molti studenti a casa, quelli che hanno un accesso limitato o nessun accesso alle risorse on-line sono stati svantaggiati. Queste disuguaglianze sono state fonte di preoccupazione per molti governi che si stanno concentrando su misure per gli studenti più vulnerabili per affrontare le loro carenze di apprendimento e garantire il loro benessere. Alcuni governi si sono concentrati sulla fornitura agli studenti di laptop o tablet e un migliore accesso alla rete mobile 4G. In Inghilterra, ad esempio, il Ministero della Pubblica Istruzione ha recentemente annunciato un pacchetto sostanzioso per supportare l’apprendimento online. Altri stanno aumentando i canali alternativi per l’apprendimento a distanza come TV e radio.

Sebbene non possiamo prevedere come cambierà la vita a scuola dopo la pandemia, considerato però che si potranno avere più ondate, è bene imparare rapidamente la lezione dalla crisi attuale e costruire solide strategie per il futuro.

Nell’ambito dello sviluppo continuo di un quadro di risposta rapida al COVID.

19, la Harvard Graduate School of Education e la Direzione dell’OCSE per l’istruzione e le competenze hanno lanciato un nuovo sondaggio incentrato principalmente sulla riapertura della scuola.

Si può partecipare on line https://harvard.az1.qualtrics.com/jfe/form/SV_9zU9B7zfBpvMA9n fino al 7 maggio.

 

Qui il testo inglese in OECD Education and Skills: How do we re-open schools after the coronavirus pandemic?

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Alastair Blyth, è consulente del progetto OCSE sugli ambienti di apprendimento efficaci e professore all’Università di Westminster, Regno Unito
Julie Velissaratou, è consulente del progetto OCSE sugli ambienti di apprendimento efficaci