UN GRANDE EVENTO
E’ stato indimenticabile!
Un caldo abbraccio corale ci ha avvolto per due giorni.
Via le barriere, via i confini del mondo, abbiamo condiviso la stessa visione: l’istruzione universale può essere realtà.
Ci sono gli strumenti e le conoscenze per abbattere le barriere che si frappongono all’apprendimento. Oggi sappiamo che ciascun bambino, ciascun ragazzo può imparare.
Le scuole che si sono susseguite, le indicazioni teorico/pratiche che sono state illustrate ci dicono che è solo questione di volontà politica, di capacità di avere un orizzonte verso cui tendere.
Noi insieme possiamo costruire nuovi scenari ma …… la scuola deve essere liberata!
Non possiamo più accontentarci di esperienze di nicchia.
TUTTI i bambini, TUTTE le bambine, hanno diritto a una scuola che sia luogo di benessere, che lasci sprigionare la loro creatività e le loro energie positive. Una scuola dove tutti apprendono!
LIBERATECI LA SCUOLA DAI CIARPAMI BUROCRATICI! La politica si metta in ascolto e cerchi di capire dove oggi va l’apprendimento.
NOI CI SIAMO E CON NOI UNA MERAVIGLIOSA COMUNITÀ DI DOCENTI E DIRIGENTI.
Chiediamo solo di poter lavorare in condizioni dignitose, con un’autonomia reale, dove le responsabilità non si risolvono in adempimenti burocratici ma si fondano sulla capacità di costruire una comunità che apprende!
DALLA POLITICA ATTENDIAMO RISPOSTE!
Lettere ricevute dai relatori
E infine un commento di Norberto Bottani
Cara Alessandra,
I miei vivissimi complimenti per il convegno del 26 e 27 febbraio scorsi. Partecipo a questi convegni da anni, ma mai come quest’anno ne ho colto l’utilita’, l’importanza, l’interesse. Relatori di eccellente qualita’, che hanno saputo catturare, con la loro competenza, l’interesse del vastissimo pubblico presente.
Con pochissimi mezzi siete stati capaci di muovere le montagne.
So quanto arduo sia organizzare un seminario internazionale. Occorre davvero essere coraggiosi, avere fiuto per selezionare i buoni relatori, spiegare loro cosa vale la pena descrivere, illustrare il contesto scolastico, politico, economico italiano che non e’ affatto facile, rivedere le relazioni, fare in modo che le voci e le testimonianze non cadano nel vuoto, che siano recepite da insegnanti e dirigenti scolastici motivati, ma che hanno a che fare con realtà quotidiane diverse. Tutto questo poi in altre lingue. Ebbene, quest’ anno siete riusciti a stabilire una sintonia profonda tra gli interlocutori e i presenti hanno vibrato all’unisono con i relatori. E un altro mondo, ben diverso da quello della quotidianita’ scolastica, e’ apparso davanti a tutti.
Le buone scuole ci sono, si possono realizzare, sono realta’ concrete non immaginarie, gli strumenti per costruirle esistono, le idee sono state messe alla prova, alcune certezze si possono affermare.
Anche in Italia esiste buona volonta’, desiderio di innovare, di cambiare le scuole. Non ho mai sentito come quest’anno una fusione così profonda tra le testimonianze dei relatori e le attese di un’udienza attentissima. Complimenti davvero per l’enorme lavoro di preparazione svolto dietro le quinte che ha reso possibile questo risultato.
Ecco quanto mi sono permesso di scrivere in diretta dalla biblioteca di San Domenico, mentre si concludeva l’incontro:
Fermenti di cambiamento ovunque al Convegno #BigBang ADI a Bologna. Vasta gamma di esperienze reali nel mondo: scuole che cambiano ma restano nel sistema, scuole che si liberano dagli obblighi del sistema scolastico , che diventano autonome e indipendenti, scuole diverse fuori dal sistema scolastico. Si ha l’impressione che in Italia esista poca innovazione scolastica, che ci siano pochi tentativi alternativi, ma c’è voglia di cambiamento. Però paura, scarso supporto. Si esita a rompere con il modello dominante statale diretto dal MIUR e a proporre varianti. Le idee non mancano. Gente che soffre e ha proposte nel cassetto ce n’è, ma mancano le condizioni che mettano sulla rampa di lancio innovazioni ed esperienze alternative nella scuola. Come dice Ribolzi il sistema è ingessato.
Perche’ vengo all’ADi? Per prima cosa perche’ mi trovo bene. Poi perche’ è una delle rarissime occasioni che ho in Italia per avere un approccio comparato alla politica scolastica. Infine perche’ ai convegni dell’ADi incontro persone di scuola attentissime, entusiaste, tolleranti, avide di informazioni che completino le loro esperienze, desiderose di operare in scuole giuste, eque, accoglienti e in un sistema scolastico diverso da quello esistente.