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In Gazzetta Ufficiale il decreto del TFA speciale ora PAS!

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Mentre 18.000 corsisti stanno discutendo la tesi che conclude il primo TFA ordinario, un decreto dà il via libera all’ennesima sanatoria che farà piombare sulle graduatorie 75.000 persone che sbaraglieranno i giovani. Parte il ricorso al TAR. Ultimi giorni per aderire.

NON ABBIAMO PIU’ PAROLE!

Parte il ricorso

[stextbox id=”white” image=”null”]What now? Ricorso[/stextbox]

 La grande beffa: 18.000 corsisti, in gran parte giovani, stanno in questi giorni discutendo la tesi che conclude il primo TFA ordinario, con il miraggio di conquistarsi un posto in seconda fascia delle graduatorie di istituto.

Prima ancora di potersi gustare la conquista dell’abilitazione, scoppia su tutti la bomba del TFA speciale, anzi del Percorso Abilitante Speciale, PAS, nomen omen.

Accuratamente confezionato da tutti i sindacati e da tutti partiti, questo percorso, passato indenne per le mani di più ministri, regalerà l’abilitazione a 75.000 persone, che piomberanno sulle graduatorie, sbaragliando i giovani.

Quasi tutte bocciate alla selezione del TFA ordinario, queste persone possiedono l’unico merito riconosciuto in questo Paese: l’anzianità.

 Troppo banale indire per settembre un secondo “normale” TFA per tutti!

 No, un PAS e via, e i giovani aspettino! L’importante è mantenere, per gli anni a venire, il primato del corpo docente più vecchio d’Europa, anzi del pianeta.

Non abbiamo più parole.

Dopo avere esperito tutte le vie, rimane ora solo il RICORSO al TAR del Lazio, che stiamo predisponendo insieme ai corsisti del TFA ordinario.

L’organizzazione è partita da tempo, e rimangono solo pochissimi giorni per aderire.

Ringraziamo gli oltre 800 docenti universitari che si sono spesi, attraverso un appello sul nostro sito, per fermare questa nuova offesa alla professionalità docente e al riconoscimento del merito. Sono benvenute altre adesioni.

Ora vogliamo sperare che il Tribunale riconosca la profonda ingiustizia di questo percorso, un vulnus che colpisce tante persone impegnate, in maggioranza giovani, e che compromette per molti anni a venire ogni possibilità di miglioramento nella nostra scuola.
Sappiamo dalle ricerche internazionali che la qualità della docenza  è elemento indispensabile per promuovere gli apprendimenti dei ragazzi e che il primo passo per avere docenti bravi è una rigorosa selezione iniziale. L’Italia non raggiungerà mai questo obiettivo perché  ad ogni norma che va in questa direzione fa regolarmente corrispondere la sua deroga in una drammatica coazione a ripetere.

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