COME SI POSSONO PREPARARE GLI STUDENTI PER UN MONDO SEMPRE PIÙ COMPLESSO

Dall’articolo di Andreas Schleicher “Learning about a pandemic – and for a more uncertain world

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Premessa

E’ con soddisfazione che notiamo una crescente attenzione nei confronti del sovraccarico dei curricoli e dei modi per rifondarli. Sono 20 anni, ormai, che ADi si batte, vox clamantis in deserto,  contro la bulimia dei contenuti nei curricoli e per privilegiare l’approfondimento rispetto all’estensione. Per tutto questo abbiamo salutato con grande apprezzamento lo studio dell’OCSE sui curricoli OECD Future of Education and Skills 2030 .

In sintonia con questi principi, ci piace riportare qui alcune parti del recente articolo di Andreas Schleicher, Direttore di Education and Skills all’OCSELearning about a pandemic – and for a more uncertain world”.

Dopo aver esaminato quanta consapevolezza vi sia negli studenti  su questioni relative alla salute pubblica come le pandemie, nonché quanti argomenti inerenti la salute siano ricompresi nel curricolo, e verificate le carenze in entrambi, Schleicher, si interroga sul da farsi. E’ questa parte che qui riprendiamo, in particolare Come si possono preparare gli studenti per un mondo sempre più complesso.

Dall’articolo di Andreas Schleicher:

Come si possono preparare gli studenti per un mondo sempre più complesso.

È facile dire che in passato si sarebbe dovuta prestare maggiore attenzione ai problemi della salute pubblica, e che se lo si fosse fatto ora le popolazioni avrebbero potuto rispondere alla pandemia con maggiori livelli di consapevolezza, conoscenza e responsabilità personale e sociale. Il problema è che i programmi scolastici sono già sovraffollati. Nel corso degli anni, molti Paesi hanno risposto alle  richieste di nuovi apprendimenti, sovrapponendo al loro curriculum un numero sempre maggiore di contenuti, con il risultato che i curricula, e quindi gli apprendimenti  degli studenti, sono spesso diventati “estesi un kilometro ma profondi solo un centimetro”. Si impartiscono tantissimi contenuti senza approfondirli. L’aggiunta di nuovo materiale è un modo semplice per mostrare  pubblicamente che i sistemi educativi rispondono alle richieste emergenti. Ma il risultato è quel tipo di apprendimento superficiale che PISA ha fatto emergere come  caratteristica di tanti studenti  e di molti Paesi.

Più promettente sembra l’approccio di alcuni Paesi:  insegnare meno cose in modo più approfondito e, allo stesso tempo, sperimentare l’integrazione di materie, argomenti e temi emergenti nelle aree del curricolo tradizionale. Questi approcci riconoscono l’importanza di una comprensione profonda. Ad esempio, pensare come uno scienziato è più importante della semplice conoscenza di formule o procedure specifiche; o pensare come uno storico – capire come una società sia emersa, si sia sviluppata, abbia progredito e talvolta sia stata distrutta quando il contesto è cambiato – va ben oltre il ricordare date, nomi e luoghi.

Ciò che sembra più necessario è un più attento equilibrio tra il curriculum “negoziato” e quello progettato. In altre parole, ci deve essere un’ampia consultazione e anche un compromesso nella selezione di ciò che deve essere insegnato, ma il risultato deve essere un prodotto finale ben progettato. La fiducia del pubblico e l’impegno della professione devono mirare non solo all‘inclusività del processo di sviluppo del curricolo, ma anche alla qualità del curricolo e del sistema di istruzione, fondata su principi chiari e coerenti.

E’ importante riflettere in modo più sistematico su ciò che vogliamo ottenere dalla progettazione dei curricula, piuttosto che continuare ad aggiungere “cose” a ciò che viene insegnato

I curricula del XXI secolo si distingueranno per  rigore (costruendo ciò che viene insegnato su un  livello alto di domanda cognitiva); per focus (puntando sulla comprensione concettuale, dando priorità alla profondità rispetto all’ampiezza dei contenuti); e per coerenza (organizzando l’istruzione sulla comprensione scientifica delle modalità di apprendimento e dello sviluppo umano).

I curricula rimarranno fedeli alle discipline, ma mireranno all’apprendimento interdisciplinare e allo sviluppo della capacità degli studenti di vedere i problemi attraverso più lenti. Bilanceranno la conoscenza del contenuto disciplinare con la conoscenza delle basi e dei principi delle discipline.

Inoltre, per aiutare gli studenti ad affrontare problemi futuri ancora sconosciuti, i programmi di studio del 21 ° secolo dovranno concentrarsi su ambiti con un altissimo tasso di trasferibilità, in altre parole, dovranno dare priorità alle conoscenze, abilità e attitudini che possono essere apprese in un contesto e applicate in altri – e per raggiungere questo obiettivo occorre esplicitare come si verifica tale tasso di trasferibilità.

Non da ultimo, i curricula devono inquadrare l’apprendimento in contesti pertinenti e realistici e aiutare gli insegnanti a utilizzare approcci tematici, basati su problemi e su progetti e co-creati con i colleghi e gli studenti. A questo fine, il nostro programma OECD Future of Education and Skills 2030 fornisce un utile quadro di riferimento.

La conclusione è che, oggi, l’istruzione non può consistere nell’insegnamento di nozioni o nella preparazione a tutte le eventualità, ma nell’aiutare a sviluppare una bussola affidabile e strumenti per navigare con sicurezza in un mondo che è sempre più complesso, sempre più volatile e sempre più incerto.

Il successo dell’istruzione riguarda l’identità, il coinvolgimento e lo scopo.

Si tratta di costruire  curiosità – aprire le menti, compassione – aprire i cuori, e coraggio– mobilitare le nostre risorse cognitive, sociali ed emotive per agire.

E questa sarà anche la nostra migliore arma contro le più grandi minacce dei nostri tempi:  l’ignoranza – la mente chiusa, l’odio – il cuore chiuso, e la paura – il nemico del libero arbitrio.