RAPPORTO EURYDICE SU EDUCAZIONE
E CURA DELLA PRIMA INFANZIA

L’Europa e le promesse del nuovo Governo

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E’ uscita a luglio 2019 a cura di Eurydice la seconda edizione dei Key Data on Early Childhood Education and Care in Europe, il rapporto sulla educazione della prima infanzia, che fornisce una panoramica delle politiche dei vari Paesi europei nel settore educativo dalla nascita all’inizio della scuola obbligatoria.

Sul sito ADi, a cura di Antonella Portarapillo, presidente ADi Campania, si trova tradotto e sintetizzato il testo con il titolo Educazione e Cura della Prima Infanzia, articolato in 5 macrodimensioni (1. Governance, 2. Accesso.3. Personale. 4.Linee guida. 5. Monitoraggio e valutazione).
Questa analisi comparativa è particolarmente utile per l’Italia, considerato che il Governo Conte 2 ha lanciato l‘obiettivo dell’azzeramento delle rette degli asili-nido a partire dall’ a.s. 2020-21 e l’ampliamento dei posti disponibili, soprattutto nel Mezzogiorno.
Vediamo allora, in un quadro comparativo europeo, che cosa del Rapporto di Eurydice può interessare l’Italia.

Scuola dell’infanzia

Accesso

Sappiamo che la nostra scuola dell’infanzia regge bene il confronto con gli altri Paesi europei, infatti l’Italia è nona con il l 92,6 % di bambini frequentanti dai 3 ai 6 anni (dati 2016), una percentuale superiore rispetto all’obiettivo del 90% fissato dalla UE. Va però sottolineato che siamo in presenza di un trend negativo iniziato nel 2012-13 soprattutto nel Sud, considerato che nell’a.s. 2011-12 la frequenza era maggiore, attorno al 95%.

Rispetto alla questione ricorrente in Italia se anticipare l’obbligo di frequenza alla scuola primaria a 5 anni o rendere obbligatorio l’ultimo anno della scuola dell’infanzia, la situazione europea appare abbastanza variegata.
La frequenza alla scuola dell’infanzia è obbligatoria dai 3 anni in Ungheria da settembre 2015 e in Francia da settembre 2019; è obbligatoria dai 5 anni In Olanda, mentre in Grecia l’obbligatorietà si sta spostando verso i 4 anni (entro il 2021). In Belgio e Slovacchia è in discussione una legge per rendere obbligatorio l’ultimo anno da Settembre 2020.
Infine il diritto legale per tutti di accesso alla scuola dell’infanzia senza obbligo, è vigente in Repubblica Ceca, Polonia e Portogallo.
Per quanto riguarda l’anticipo alla scuola primaria a 5 anni è in vigore nel Regno Unito e a Malta.

Titoli di studio degli insegnanti

L’Italia è fra i 4 Paesi europei, insieme a Francia, Portogallo e Irlanda, che richiedono agli insegnanti della scuola dell’infanzia la laurea magistrale (3+2), mentre la maggioranza degli altri Paesi richiede la laurea triennale, e solo una minoranza il diploma di scuola secondaria superiore.

Nidi

Accesso

La situazione italiana degli asili nido è arretrata rispetto sia agli obiettivi europei sia alla situazione della maggioranza degli altri Paesi UE. Nel nostro Paese la frequenza dei bambini in età si attesta al 24% rispetto al traguardo europeo del 33%. Come sempre la situazione più problematica è al Sud.
Ci sono in Europa otto Paesi, Danimarca, Germania, Estonia, Lituania, Slovenia, Finlandia, Svezia e Norvegia che garantiscono a tutti un posto al nido fin dai primissimi mesi di vita.

Sistema unitario nidi-scuola infanzia

In Italia l’avvio di un sistema unitario 0-6 è stato previsto nel decreto 65/2017; attualmente esperienze di poli 0-6 si trovano nelle strutture private o in quelle comunali laddove i Comuni gestiscono sia la scuola dell’infanzia sia i nidi. Permane infatti in Italia una gestione abbastanza bizzarra delle scuole dell’infanzia divisa fra amministrazioni comunali e amministrazione statale. Una modalità tutt’altro che razionale, che non si è mai riusciti a risolvere, se non facendo lentamente morire le scuole comunali.

In Europa il sistema nidi- scuole infanzia è variegata, ci sono: 1) sistemi unitari 0-6 principalmente nei Paesi Nordici (Svezia, Finlandia, Danimarca e Norvegia) dove è garantito a tutti il diritto al nido, 2) sistemi separati di norma 0-3 3-6 nella maggioranza dei paesi europei, 3) sistemi misti, in cui sono presenti contemporaneamente poli unitari e organizzazioni separate.

Gratuità

Solo 5 Paesi garantiscono la gratuità al nido (Lussemburgo, Lettonia, Lituania, Romania, Montenegro) ma per un numero di ore limitato circa 20 ore alla settimana.
La gratuità universale è garantita da tutti i Paesi solo per l’ultimo anno della scuola dell’infanzia, anche se la maggioranza dei Paesi l’assicura a partire dai 3 anni.
La gratuità al nido costituisce quindi un’eccezione a livello europeo e riteniamo che ci vorrà molta cautela a proporla in Italia. Occorrerà andare per gradi, assicurandola prioritariamente ai bambini di 2 anni, mettendo a regime le sezioni primavera. Nelle altre fasce d’età si tratterrà di privilegiare chi è in condizioni economiche e sociali disagiate.

Titoli di studio delle educatrici

Nella maggioranza dei Paesi europei il titolo richiesto alle educatrici di nido è il diploma di scuola secondaria superiore. Solo in 13 il titolo minimo richiesto è la laurea triennale e solo in due la laurea magistrale (Portogallo e lslanda).
In Italia, come noto, con il decreto 65/2017 è stata introdotto l’obbligo della laurea triennale, che andrà comunque a regime gradualmente.