di Carlo Marzuoli
Ordinario di Diritto Amministrativo. Università di Firenze
[stextbox id=”warning” image=”null”]Un progetto di legge lombardo attribuisce alle scuole il reclutamento dei docenti[/stextbox]
Il progetto di legge lombardo contenente “Misure di crescita per lo sviluppo economico e l’occupazione” contiene una disposizione (l’art. 8 del testo approvato dalla Giunta, in gran parte corrispondente all’art. 5 del testo apparso in precedenza su alcuni siti) che, a integrazione dell’art. 3 LR n. 19/2007 (Norme sul sistema educativo di istruzione e formazione della Regione Lombardia), attribuisce alle istituzioni scolastiche statali la funzione di organizzare, a partire dall’anno 2012-2013, concorsi per il reclutamento del personale docente necessario a svolgere le attività annuali.
Il fatto merita di essere annotato, anche se con la riserva di quanto altro possa derivare (in vario senso) da una conoscenza dei testi nella versione ufficiale.
[stextbox id=”warning” image=”null”]Una disposizione che presenta problemi costituzionali, ma oggi l’autentico scandalo è l’immobilismo[/stextbox]
Un tal genere di disposizione, a legislazione vigente, pone dubbi di legittimità costituzionale. Peraltro, non si può tacere, come anche da altri già notato, che oggi l’autentico scandalo e insieme il punto centrale da aggredire è l’immobilismo. La proposta in oggetto non può essere dunque sbrigativamente liquidata, per due ragioni.
- La prima. Da oltre un decennio siamo in una evidente condizione di inadempimento costituzionale: la non attuazione del Titolo V in materia di istruzione. Vero è che politiche costituzionalmente non corrette dello Stato non rendono legittime iniziative del medesimo genere ad opera di altri soggetti. Vero è anche però che le responsabilità sono assai diverse. E le differenze, in punto di responsabilità, mai debbono essere confuse, pena l’impossibilità di affrontare un qualsiasi problema. La Regione Lombardia, con la progettazione di questa norma, ci ricorda che le responsabilità in materia stanno, innanzitutto, in testa allo Stato. E allo Stato si deve tornare, poiché, senza un intervento legislativo nazionale, non è probabile il conseguimento di soluzioni stabili e utili.
- La seconda ragione è costituita dalle continue prove, purtroppo non buone, dell’amministrazione oggi ancora statale. E’ sempre più difficile governare il sistema e addirittura provvedere ad incombenze di ordinaria normalità: basti pensare alla vicenda della procedura concorsuale in atto per dirigente scolastico. La situazione pare essere destinata a peggiorare. Ai difetti di sempre si somma una profonda contraddizione interna all’ordinamento vigente. Da un lato, alcune norme, a cominciare dalla Costituzione (Titolo V), vogliono che gli apparati statali dell’istruzione abbiano esclusivamente funzioni di governo, di studio, di valutazione e di controllo nei confronti di un sistema fondato sull’autonomia delle regioni, degli enti territoriali, delle istituzioni scolastiche (e della dirigenza scolastica); da un altro lato, tantissime altre norme tengono invece inchiodata detta amministrazione ad un assetto a suo tempo costruito in base a una logica opposta. Tutto questo rischia di produrre effetti incontrollabili, che la crisi economica e finanziaria moltiplica e dilata.
[stextbox id=”warning” image=”null”]La vera urgenza: l’adeguamento dello statuto giuridico dei docenti al Titolo V[/stextbox]
L’iniziativa lombarda è un ennesimo campanello d’allarme, cosicché il punto che deve essere posto all’ordine del giorno risulta ancora più chiaro.
Le questioni da affrontare, con un’urgenza sempre maggiore, sono, a ben vedere, una: l’adeguamento dello statuto giuridico del personale docente, e della conseguente disciplina del reclutamento, al sistema delineato dal Titolo V. Non vi sono misteri da risolvere, né vi è troppo da studiare o da inventare, né complesse indagini da effettuare. Il personale docente deve passare dallo stato alle regioni o agli istituti scolastici; il personale docente può essere selezionato e assunto anche a livello di istituto scolastico o di reti di istituti.
A questo fine, però (da qui nascono i molti problemi posti dalla disposizione in esame), è necessario un quadro in cui vi siano poche norme, uniformi per l’intero sistema nazionale, in tema di garanzia della funzione docente, di valutazione dell’utile esercizio della funzione, di accesso alla funzione. Ma, è da precisare, non occorre un intervento modellato sulla premessa che tutti (le regioni) facciano tutto e tutti insieme. Non è più ragionevole (posto che in qualche momento lo sia stato), né prudente, addurre preoccupazioni concernenti alcune regioni per paralizzare le capacità di innovazione di quelle che intendono svolgere fino in fondo il proprio ruolo, come la Lombardia (o altre, ciascuna secondo il proprio indirizzo politico, nel rispetto della Costituzione). Lo Stato, insomma, deve quanto meno fornire il tassello che manca a chi da subito vuole avviare il cambiamento. Le esperienze che matureranno saranno il più efficace ausilio per gli altri.
[stextbox id=”warning” image=”null”]In conclusione[/stextbox]
In conclusione: solo domande. Quanto ancora dovrà aggrovigliarsi la situazione della scuola in un ulteriore intreccio di contenzioso, di inefficienze e di sprechi, affinché l’autorità nazionale di governo (Parlamento compreso) si decida a fare ciò che deve?
Quanto dovremo aspettare affinché quella tradizione (politica, culturale, istituzionale) che è stata protagonista della lenta e faticosa (anch’essa) attuazione della Costituzione nel primo mezzo secolo di vita della Repubblica possa riprendere e praticare l’antica virtù (anche nei confronti del nuovo Titolo V)? e le Regioni, Lombardia per prima, oltre ad atti volti a riportare l’attenzione sulle questioni centrali, possano definire, nel frattempo, a legislazione nazionale vigente, disposizioni meno discutibili di quella in oggetto e perciò tali da acquisire consensi più larghi?
[stextbox id=”download” caption=”Download”]Regione Lombardia, Progetto di legge della Giunta “Misure per la Crescita, lo Sviluppo e l’Occupazione”, 10-02-12[/stextbox]