Un evento memorabile
Nella suggestiva atmosfera della grande sala della biblioteca di San Domenico, 550 insegnanti, dirigenti scolastici e amministratori hanno insieme intrapreso un viaggio che li ha virtualmente trasportati da un mondo in cui il veicolo della cultura è stato per centinaia di anni il libro stampato, a un mondo dove lo strumento di trasmissione del sapere è sempre più costituito dalle nuove tecnologie cibernetiche.
Un passaggio assolutamente cruciale per la scuola, che attorno al libro di testo ha costruito la propria organizzazione, rigidamente definita nel tempo e nello spazio: l’aula, le cattedre, l’orario, il calendario.
Le sfide dell’apprendimento cibernetico
Norberto Bottani, Francesc Pedrò e Domenico Parisi hanno delineato il futuro.
In un arco di tempo di 10 o 20 anni potrebbe implodere l’impalcatura scolastica che è durata pressochè immutata per secoli, almeno dai tempi delle scuole dei gesuiti, di cui la Ratio Studiorum del 1599 costituì il modello regolatore.
Non è fantascienza , è semplicemente il risultato di studi e di osservazioni su quanto sta avvenendo ad una rapidità sconvolgente. I nuovi modi di apprendere dei “nativi digitali” sono già realtà.
Nel ventre della scuola alcune esperienze crescono
Rispetto ad una politica scolastica che ignora quanto si sta muovendo, e continua a volgere sguardi strabici alla scuola del passato, crescono fortunatamente nel ventre della scuola italiana esperienze che si misurano con i nuovi strumenti di diffusione e costruzione del sapere.
Di queste esperienze ci hanno parlato nella sessione pomeridiana Paola Limone, Romano Nesler, Fabio Stacchini e Lorenzo Frizzera.
L’apporto delle scienze cognitive
Nella sessione del sabato mattina Roberto Cubelli ha illustrato il contributo delle scienze cognitive, sviluppando in particolare l’apporto della memoria nell’apprendimento.
La sua relazione è stata accolta da un lunghissimo applauso, quasi un ringraziamento perché in quella relazione i docenti hanno ritrovato alcune certezze, che nella precedente mattinata erano state fortemente messe in discussione. Non vi è dubbio che nel generale clima di destabilizzazione gli insegnanti sentano la necessità di alcune conferme del loro ruolo professionale.
Questi bisogni sono tanto più pressanti nella situazione italiana, che vede la totale assenza di una politica scolastica lungimirante che sappia cogliere e indirizzare i cambiamenti, come è stato sottolineato nella tavola rotonda conclusiva. Non è così ovunque. In altri Paesi, in Inghilterra, in Francia, per non parlare degli Stati Uniti, l’impegno profuso per capire e guidare il cambiamento, pur tra moltissime difficoltà, esiste ed è palpabile.
Nativi digitali e nuova ecologia della mente
Ma il cambiamento è nelle cose. Le nuove generazioni di nativi digitali hanno già profondamente modificato i loro modi di apprendere, gli stili di vita e le forme di comunicazione e socializzazione. Le nuove tecnologie hanno determinato, come ha affermato Domenico Parisi, una “nuova ecologia della mente”.
La mente non è qualcosa che si formi indipendentemente dall’ambiente. Le nuove tecnologie hanno sviluppato un nuovo ambiente per la mente, non necessariamente positivo, ma con il quale la scuola deve, volente o nolente, fare i conti e che dovrebbe tentare di volgere al meglio.
Prossimamente gli atti del seminario
Sarà cura dell’associazione costruire e pubblicare nel più breve tempo possibile gli atti del seminario.
…. Ma da subito la relazione di Mike Smith
Pubblichiamo fin da ora la relazione che Mike Smith avrebbe voluto fare, ma che non ha potuto svolgere perchè, come ha annunciato ai partecipanti Norberto Bottani suo amico di lunga data, è stato chiamato come Senior Advisor nello staff del Presidente Obama per rilanciare l’istruzione negli Stati Uniti. Smith non è nuovo a Washington, essendo già stato sottosegretario all’istruzione nell’era Clinton.
Siamo molto grati a Mike Smith per averci fatto pervenire la sintesi della relazione che avrebbe voluto svolgere e che da subito pubblichiamo tradotta in italiano.
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Reportage