L’ISTRUZIONE NEI PROGRAMMI DI PARTITI E COALIZIONI PER LE ELEZIONI DEL 25/09/2022.
NIHIL SUB SOLE NOVUM
La finzione
Quasi tutti i programmi elettorali sulla scuola sono finzioni, liste di promesse senza soluzioni, dall’adeguamento europeo degli stipendi degli insegnanti al superamento del precariato, dalla diminuzione del numero degli alunni per classe al maggior numero di docenti di sostegno, dai maggiori investimenti nell’istruzione al rilancio dell’edilizia scolastica, da più tempo a scuola al superamento dell’abbandono scolastico e della dispersione ecc….
Alcuni tratti distintivi
L’analisi più interessante sta allora nell’individuazione di alcuni tratti distintivi nei programmi dei vari schieramenti, insieme alla rilevazione di un preoccupante elemento comune: la scomparsa dell’autonomia scolastica.
Abbiamo scelto di esaminare e di commentare alla luce della visione di ADi sull’istruzione, i programmi relativi a:
1) Coalizione di Centro Sinistra: a. Partito Democratico, b. + Europa, c. Alleanza Verdi e Sinistra, d. Impegno civico;
2) Coalizione di Centro Destra: Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Noi Moderati,
3) Movimento 5 Stelle,
4) Azione + Italia Viva
1. COALIZIONE DI CENTRO SINISTRA
Non esiste un programma comune, si esaminano i programmi dei singoli partiti.
Le tipicità nel programma del PD
Gli elementi più tipici nel programma del PD, che sull’istruzione ha prodotto una specifica scheda, sono quelli che Letta ha esposto al meeting di CL, senza riscuotere, in realtà, grandi consensi. Si tratta, utilizzando le esatte parole della loro scheda, di:
1. “scuola dell’infanzia obbligatoria e gratuita”
2. “estensione dell’obbligo formativo da 10 a 13 anni di frequenza e relativa armonizzazione dei percorsi di istruzione e formazione professionale”
Li esaminiamo e commentiamo singolarmente.
- Obbligatorietà della scuola dell’infanzia, ossia obbligo scolastico a partire dai 3 anni. Il tipo di accuse contro questa proposta, giudicata dalla ministra Carfagna addirittura “sovietica”, ci paiono infondate e per alcuni aspetti abbastanza risibili (v. la sovietizzazione). Tale obbligatorietà è stata recentemente realizzata dalla Francia di Macron e non si sono sentite critiche di questo tipo. Le criticità di questa proposta sono altre:
a. non si tratta di una priorità per i prossimi 5 anni, poiché la frequenza quasi universale nella scuola dell’infanzia è stato il solo obiettivo UE già realizzato dall’Italia fin dai tempi di Lisbona 2000. La vera priorità sono gli asili nido, insieme all’estensione delle “sezioni primavera” o meglio della “scuola dei 2 anni” gratuita.
b. L’obbligatorietà comporta la disponibilità per tutti di scuole dell’infanzia statali o statali e comunali a gestione unificata. Un costo enorme, tenuto conto che le scuole dell’infanzia paritarie private coprono il 30% del totale. Ma attenzione, il programma del PD specifica che la scuola dell’infanzia sarà” gratuita e obbligatoria nell’ambito del sistema integrato esistente”. Ora non è ammissibile che si imponga l’obbligo di frequenza in scuole gestite, ad esempio, da enti religiosi, per quanto paritarie, laddove non ci siano sufficienti scuole pubbliche statali e comunali.
- Estensione dell’obbligo formativo da 10 a 13 anni. Attenzione anche in questo caso! Non si parla di obbligo a 18 anni, ma a 19, cioè al termine degli attuali 5 anni di scuola secondaria di 2° grado, tanto che la proposta è completata dalla frase “e relativa armonizzazione dei percorsi di istruzione e formazione professionale”, che significa portare anche la IeFp, l’Istruzione e Formazione Professionale regionale, a 5 anni. Non siamo d’accordo. Come noto, ADi sostiene da sempre la conclusione della scolarizzazione a 18 anni, cioè alla maggiore età, e ha sempre favorito, pur con modificazioni, la sperimentazione della quadriennalizzazione degli istituti secondari di 2° grado.
Le tipicità nel programma di + EUROPA
Gli elementi più tipici nel programma di +Europa riteniamo siano:
1. riduzione del ciclo scolastico da 13 a 12 anni, a parità di giorni di frequenza, ed estensione dell’obbligo a 18 anni.
2. Superamento del valore legale del titolo di studio, che risulta meramente formale.
3. Formazione e abilitazione degli insegnanti della scuola secondaria, attraverso un percorso universitario costituito da un triennio di natura disciplinare e una magistrale orientata alla didattica.
Sono obiettivi condivisibili.
L’obbligo a 18 anni coniugato insieme alla riduzione del ciclo scolastico da 13 a 12 anni, è molto più coerente rispetto alla proposta del PD, ma ci si augura che la “parità dei giorni di frequenza” riguardi l’intero percorso scolastico, non solo la secondaria di 2° grado quadriennalizzata; se così non fosse ci sarebbe un sovraccarico insostenibile di orario e curricolo.
Le tipicità nel programma di Alleanza Verdi e Sinistra
Gli elementi tipici nel programma di Alleanza Verdi e Sinistra stanno sostanzialmente nel rispolvero di vecchie e nuove parole d’ordine, quali:
1. ribaltare la funzione produttivistica del sapere; la logica aziendalista nella gestione, il prevalente economicismo nelle finalizzazioni.
2. Liberare gli istituti tecnici e professionali dalla subalternità alle “esigenze dell’impresa”.
3. Cambiare radicalmente finalità e metodologie degli strumenti INVALSI, rimettendo al centro le scuole e i loro organi collegiali.
4. Poi finalmente in positivo: il riconoscimento giuridico del diritto di cittadinanza, alle persone di origine straniera, nate in Italia e figli di immigrati, e tra esse, tanti studenti e studentesse.
Che dire? Difficile confrontarsi con chi imposta quasi tutto il proprio programma sull’opposizione alla presunta “logica aziendalistica” di cui la scuola sarebbe subalterna.
Le tipicità nel programma di Impegno Civico
Nelle poche righe sull’istruzione, nel programma di Impegno Civico, non si trovano specificità.
E’ un richiamo a ridare dignità alla scuola, un cenno agli ITS e alle “figure strategiche di sistema” associate ai collaboratori dei dirigenti.
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2. COALIZIONE DI CENTRO DESTRA
Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Noi Moderati hanno presentato un programma comune, “Per l’Italia”. Questo esamineremo, salvo alcune specificità dei singoli partiti.
Due sono, a nostro avviso, le tipicità del programma che viene proposto unitariamente dalla coalizione di Centro Destra:
1. Valorizzazione e promozione delle scuole tecniche professionali volte all’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.
2. Riconoscimento della libertà di scelta educativa delle famiglie attraverso il buono scuola
Di seguito analisi e commento dei 2 singoli punti.
- Valorizzazione delle scuole tecnico-professionali. È nota l’importanza che da sempre ADI attribuisce all’istruzione tecnico-professionale ed è altrettanto nota la critica da sempre rivolta dalla nostra Associazione alla sinistra di non saper valorizzare la “cultura del lavoro”. Ciò detto l’obiettivo espresso in questo programma rimane general-generico, incapace di affrontare alcuni nodi non più eludibili come l’unificazione fra Istruzione professionale statale e IeFP regionale e la creazione di un unico ecosistema fra istruzione tecnico-professionale secondaria e terziaria non accademica. Quindi nihil sub sole novum.
- Libertà di scelta e buono scuola. E’ stato da sempre un cavallo di battaglia della destra che la sinistra non ha mai laicamente saputo affrontare, vivendo la contraddizione di nutrire da un lato una sostanziale opposizione ai finanziamenti alle scuole paritarie, in nome dell’art.33 della Costituzione, ma di affidare dall’altro a enti privati, sostenendone tutti i costi, l’istruzione e formazione professionale, dove si assolve l’obbligo di istruzione (nella Regione Emilia Romagna, tali enti possono anche essere a fini di lucro!). Il buono scuola gode di una certa popolarità fra le varie soluzioni al finanziamento delle scuole private e, per es. in USA, ha avuto recentemente una notevole diffusione, ma anche alcune forti opposizioni (v. un recente articolo del Hechinger Report (2022), che, con dati e argomentazioni, lo considera “dangerous to American education”, mentre sostiene le charter schools).Il punto, come spiegato in vari documenti OCSE, tra cui School choice and school vouchers: An OECD perspective ( 2017), è che la libera scelta e i vouchers di per sé non assicurano né minano una buona educazione, poiché quasi tutto dipende da politiche nazionali intelligenti. La vera scelta funziona in un sistema di scuole autonome e decentralizzate con un alto tasso di professionalizzazione dei docenti e della leadership e il coinvolgimento dei genitori e della comunità locale. Da qui si dovrebbe partire!
Specificità nel programma di Fratelli d’Italia
Nel programma di Fratelli d’Italia, specifica è la sottolineatura della “tutela delle materie classiche” nella scuola e della “tutela dei saperi umanistici” nell’università. Una strana “tutela”, quella dei saperi umanistici, quando all’università solo una ragazza su sei e un ragazzo su tre frequentano una facoltà di tipo scientifico, mentre abbiamo sovrabbondanza di lauree di tipo umanistico.
Un altro punto specifico rispetto agli alleati è la riduzione di un anno del percorso di studio scolastico, a parità di monte ore totale, per consentire ai giovani italiani di diplomarsi a 17-18 anni. La parità di monteore, evocata a questo scopo, anche da +Europa e Azione e Italia Viva, serve forse a mantenere posti degli insegnanti, non certo a favorire gli apprendimenti e il benessere degli studenti, sovraccaricando orari e curricoli.
Specificità nel programma della Lega
Fra i primi punti del programma della Lega si legge: “Stop alla propaganda a scuola. Per qualunque proposta educativa (..) in particolare per quanto riguarda progetti relativi a bullismo, educazione all’affettività, superamento delle discriminazioni di genere e di orientamento sessuale, pari opportunità, dispersione scolastica, educazione alla cittadinanza e alla legalità e ogni altra iniziativa che coinvolga l’ambito valoriale e dell’educazione sessuale, deve esserci l’esplicito e libero assenso dei genitori o di chi ne fa le veci”. Ci manca solo questo!
Specificità nel programma di Forza Italia
Un punto specifico nel programma di Forza Italia è l’ “introduzione nel programma scolastico di un’ora curricolare di educazione emotiva”.
E’ abbastanza singolare che l’educazione emotiva sia sviluppata aggiungendo un’ora ai curricoli. Il problema è caso mai l’inverso: alleggerire curricoli sovraccarichi creare benessere a scuola, sviluppare le competenze sociali ed emozionali in modo trasversale a tutte le discipline in una concezione olistica dell’educazione.
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3. MOVIMENTO 5 STELLE
Nello stringatissimo programma sulla scuola del Movimento 5 Stelle, si possono individuare due tipicità:
1. Introduzione della scuola dei mestieri per valorizzare e recuperare la tradizione dell’artigianato italiano
2. Benessere a scuola. Più psicologi e pedagogisti per fornire un sostegno ai ragazzi e a tutta la comunità scolastica
Il primo punto, per quanto contenga in sé aspetti di positività, resta troppo generico e avulso dal contesto generale dell’istruzione professionale statale e dell’istruzione e formazione professionale regionale per capire dove e come si collochi.
Il secondo punto è interessante per la citazione del “benessere”, un tema che ha avuto in questi ultimi tempi una grande eco a livello internazionale. I dubbi sorgono sul fatto che il benessere sia ottenuto con più psicologi e pedagogisti.
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4. AZIONE E ITALIA VIVA
Il programma di Azione e Italia Viva è forse quello che utilizza meno slogan e introduce alcuni chiari e documentati elementi innovativi, di cui alcuni simili a quelli di +Europa, con cui Azione era precedentemente alleata. Tra questi ricordiamo:
1. Obbligo a 18 anni con revisione dei cicli scolastici e termine delle superiori a 18 anni, a parità di tempo scuola.
2. Creazione della carriera docente con figure di vero e proprio middle management.
3. Valorizzazione del sistema nazionale di valutazione come necessario corollario all’autonomia delle scuole.
4. Libertà di scelta educativa, sia attraverso la compiuta attuazione della parità scolastica (studiando gli strumenti migliori- buono scuola, rimborsi fiscali, costo standard, ecc.), sia attraverso la “rivoluzione copernicana” di scuole realmente autonome.
5. Ristrutturazione della formazione professionale secondaria sul modello degli ITS
Di questi punti, in larga misura condivisibili, si sottolineano le seguenti criticità:
- Ci si augura che il mantenimento dello stesso tempo scuola in un percorso scolastico di 12 anni anziché 13, non riguardi la sola quadriennalizzazione della scuola secondaria di 2° grado, perché, come già notato nel programma di +Europa, si genererebbe un sovraccarico insostenibile dell’orario e del curricolo, anziché una loro innovativa riconfigurazione.
- Nel nuovo modello di formazione professionale rimane nell’ombra il destino dell’istruzione professionale statale, dal momento che non si dice esplicitamente che dovrà confluire in un’unica filiera di istruzione e formazione professionale.
CONCLUSIONI
Le conclusioni, alla luce di questa analisi complessiva, sono che nemmeno noi, uomini e donne di scuola, dovremmo ricercare spunti per la decisione sul voto nei programmi sull’istruzione, perché davvero pochi o nulli sono i “colpi d’ala” che ci possono far dire “Ecco le risposte che cercavo!”.
Ciò che complessivamente manca è la capacità di definire poche, ma sostanziali, riforme, o innovazioni migliorative, da realizzare nei prossimi 5 anni.
Nessun partito e coalizione, con alcune piccole isolate differenze, si sottrae all’elenco della lunga sequela di tutti i mali della scuola, senza saper trovare una sola soluzione credibile e ravvicinata capace di modificare uno status quo che si protrae da decenni.
Sta a noi saper scegliere guardando oltre l’immediato, senza smettere mai di nutrire l’idea, come dice François Dubet, di “una scuola che sa costruire una narrazione in cui la nazione è nel mondo, in cui le minoranze e i migranti hanno un posto, in cui la nazione è un’arte di vivere insieme, un patriottismo di cittadini piuttosto che un’identità basata sul rifiuto degli altri”.
E allora Buon Voto a tutti noi, che non dobbiamo in nessun caso, per il ruolo sociale che svolgiamo, farci prendere dalla sfiducia che porta all’astensione.