|
|
Alla fine di un anno di governo giallo verde è giusto chiedersi: “Dove va la scuola?” Va detto in premessa che in Italia l’istruzione non figura quasi mai tra le priorità né delle campagne elettorali né dei governi, tanto più dopo la mala sorte della Buona Scuola, e che, di norma, ciascun governo si assume inesorabilmente il compito di demolire ciò che è stato fatto da quello precedente. L’articolo esamina gli aspetti centrali dell’istruzione sui è intervenuto il governo giallo verde e termina con un giudizio sull’attuale stato di salute della scuola. |
|
|
|
L’ADI sostiene da sempre una seria decentralizzazione che renda la distribuzione delle funzioni fra Stato, Regioni, altri Enti Locali e scuole più adeguata ad affrontare i nodi centrali del nostro sistema di istruzione e formazione. La riforma del Titolo V della Costituzione (2001) aveva autorizzato tante speranze, che negli anni si sono disperse, finchè il tema è tornato di attualità sotto veste di “autonomia regionale differenziata” per iniziativa di Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna. L’ADi ha predisposto un articolato documento, Scuola e autonomia regionale differenziata: un bene, un male? di cui sintetizzano qui i punti essenziali. |
|
|
|
Un anno di successi sul campo, di innovazioni e sviluppi per INVALSI, ma anche di rinati sospetti e retromarce da parte del Governo, che destano preoccupazione in quel mondo della scuola e della ricerca che ritiene che l’analisi dei dati sia uno strumento fondamentale per il miglioramento del sistema scolastico. L’articolo esamina entrambi gli aspetti: 1) il consolidamento e l’estensione delle prove INVALSI, 2) le allarmanti prospettive delineate dal Governo. |
|
|
|
Dal 1955- anno del varo dei Programmi per la scuola elementare- ad oggi, abbiamo avuto 20 provvedimenti normativi sul tema dell’educazione civica, più o meno uno ogni tre anni, l’ultimo è approdato al Senato il 25/06/19, dopo l’approvazione della Camera e sarà operativo dal prossimo settembre. Spontanea viene la domanda: Qual è la ratio di questi cambiamenti? Che senso ha questa coazione a ripetere? Perché non prendere atto che l’ “educazione civica” in questi 65 anni non è mai stata realmente né insegnata né appresa? Questo articolo non è solo la storia dei passati fallimenti e dei contenuti di questa nuova legge, ma anche il tentativo di proporre soluzioni alternative. |
|
|
|
Nella Raccomandazione di 23 pagine recapitato all’Italia il 6 giugno 2019 dal Consiglio dell’Unione Europea non c’è solo una minuziosa radiografia del preoccupante andamento del debito pubblico italiano, ma figurano anche due commi, il 19 e il 20, dedicati all’istruzione e agli insegnanti. Si punta il dito sulle nostre note debolezze e si interviene anche sugli insegnanti. Come? Continua a leggere |
|
|
|
Con l’autorizzazione dell’OCSE, ADI ha tradotto, e ora mette a disposizione degli utenti italiani, l’Indagine OCSE School User Survey: Improving Learning Spaces Together, che fa parte del Programma di valutazione degli ambienti di apprendimento dell’OCSE, Learning Environments Evaluation Programme, LEEP. Questa indagine offre la possibilità a coloro che utilizzano giornalmente la scuola, di esprimere la loro opinione sugli spazi di apprendimento del loro istituto. I risultati del sondaggio possono essere utilizzati per diversi scopi.
|
|
|
|
E’ stato, a detta di molti, il più bel seminario internazionale dell’ADi, ricco, vario con un giusto equilibrio fra relazioni teoriche ed esempi di scuole innovative da tutto il mondo. Scuole statali, scuole private, scuole in luoghi privilegiati, scuole in zone diseredate. Un alternarsi fra visioni ottimistiche sul futuro dell’educazione ed altre molto più critiche rispetto ai risultati finora ottenuti dall’istruzione di massa. Ma da ogni relazione nuovi spunti, nuova voglia di fare, nuovo desiderio di mettersi in gioco e provare. Tutte le relazioni sono sul sito ADI, sia in testo, sia in video. Un regalo per i nostri lettori. Continua a leggere |
|
|
|
Continua l’importante lavoro di Tiziana Pedrizzi volto a farci conoscere alcuni dei più interessanti testi che fanno parte degli Oxford Studies in Comparative Education. Questa volta si tratta di Educazione e Sviluppo Internazionale- questioni teoriche e pratiche. Un libro di Clive Harber dell’Università di Birmingham, concepito come testo per studenti universitari. Il volume intende sollecitare i giovani a discutere il rapporto tra educazione e sviluppo, inteso in termini non solo economici ma anche, se non soprattutto, sociali, culturali e politici. Il testo fornisce un’interessante rassegna delle principali teorie relative al rapporto fra educazione e sviluppo, mettendo anche in discussione le tesi occidentali secondo cui la relazione tra educazione e sviluppo ha connotati positivi in sé. |
|
|
|
European Basic Skills Network, EBSN, è una rete di stakeholder a livello europeo, impegnati nella formazione delle competenze di base per gli adulti. Gli obiettivi di EBSN sono: promuovere l’eccellenza nell’elaborazione e nell’attuazione di politiche, a livello europeo e nazionale, in un settore , quello dell’istruzione degli adulti, che ha un impatto plurimo su istruzione, occupazione, inclusione sociale, lotta alla povertà e crescita economica sostenibile. |
|
|
|
Sono sempre più di attualità i temi legati allo sviluppo delle competenze di leadership e imprenditorialità e tuttavia i metodi didattici per implementarle sono ancora inadeguati. Per promuovere una didattica su queste “competenze ed attitudini“ è necessario saper incidere sulla creatività, sulla consapevolezza di sé, sulla motivazione e far ricorso ad approcci empirici e operativi. Ecco perché riteniamo interessanti gli strumenti che ADi ha raccolto e descritto grazie alle partnership nei due progetti europei Play to lead 2018-1-DK01-KA201-04708 e Toolvip24 2018-1-IT01-KA202-006730-PIC948464934 che qui indichiamo. Continua a leggere |
|
|
|
Avvicinandosi la conclusione del primo Piano triennale della formazione appare opportuno farne un bilancio. Una delle criticità per le scuole, emersa dall’ingresso sul panorama formativo di innumerevoli soggetti erogatori di formazione, è quella di poter accedere a una formazione di qualità e poter distinguere tra agenzie formative a scopo di lucro e enti che, al contrario, si distinguono per statuto nel perseguire l’interesse della scuola e degli insegnanti. |