INTRECCIARE LE “INTELLIGENZE MULTIPLE” CON LA RICERCA DEL “BENE”
Howard Gardner ha recentemente scritto sul suo blog che a distanza di quasi quarant’anni da quando ha iniziato a scrivere di “intelligenze multiple”, l’argomento riempie ancora la sua casella di posta.
Il tutto potrebbe fargli piacere, ma c’è una cosa che gli genera invece frustrazione: quasi mai chi fa domande parla degli usi ai quali devono essere rivolte le diverse intelligenze.
Gardner dice di aver cercato per decenni di sottolineare che le intelligenze sono moralmente ed eticamente neutre: si può usare la stessa intelligenza per fini buoni o malvagi. Per esempio sia Goethe che Goebbels avevano una notevole intelligenza linguistica. Goethe ha usato questo talento per scrivere grandi prose e poesie; Goebbels ha usato la sua intelligenza linguistica per creare le forme più obbrobriose di propaganda. E si potrebbero fare esempi simili per ciascuna delle restanti intelligenze – musicali, spaziali, corporee, naturalistiche, logiche, ecc…
Naturalmente, una volta che si inizia a discutere di ciò che è bene e ciò che è male, si entra nella sfera dei valori, una zona nei confronti della quale gli scienziati (e molti non scienziati) sono diffidenti. Va bene minimizzare la questione dei valori quando si discute di atomi o geni, ma quella neutralità può spingersi troppo oltre. Dagli atomi si può produrre energia e quell’energia può essere utilizzata per scopi buoni o malvagi. Allo stesso modo, ora si possono creare e manipolare i geni, ancora una volta, per scopi positivi o discutibili.
Gardner e i suoi colleghi hanno a lungo affrontato questo tema: cosa significa essere buoni e cosa significa fare del bene e hanno costruito uno specifico progetto, The Good Project, Il Buon Progetto. A questo fine hanno cercato di identificare le tre componenti di un buon lavoro (le tre E, rappresentate da una “tripla elica”): un buon lavoro è tecnicamente Excellent, Eccellente, è personalmente Engaging, Coinvolgente, ed è realizzato in modo Ethical, Etico.
Allo stesso modo, hanno identificato le tre componenti della buona cittadinanza. Ancora una volta, il buon cittadino è eccellente: conosce le leggi; è impegnato: si preoccupa di ciò che accade nella società, e cerca di svolgere le sue funzioni in modo etico.
E’ stata anche delineata una nuova tipologia di ruoli in cui si manifesta la “bontà” in una società complessa e globalizzata: il ruolo di lavoratore/ professionista e il ruolo di cittadino. E hanno coniato l’espressione “etica dei ruoli”.
Decidere ciò che è buono, e quindi perseguire il bene, non è mai stato facile. E ai tempi di Internet, dei media digitali, dei social network, dell’intelligenza artificiale, del deep learning e simili, è più difficile che mai. Ma a meno che non decidiamo di limitarci a gettare in aria una monetina o ignorare del tutto il “buono”, dobbiamo mettere in campo le nostre migliori risorse per cercare di delineare e difendere ciò che crediamo sia buono, e per raggiungerlo.
A questo fine hanno formulato, in ordine approssimativo, diverse D:
- Dilemma (riconosciuto come tale inizialmente o indicato da un individuo competente).
- Discussione o dibattito sul dilemma, come meglio articolare e affrontare la sua risoluzione.
- Decisione (e conseguente azione o inazione).
- Debriefing, o rapporto, su ciò che è accaduto e se il dilemma avrebbe potuto essere gestito in modo più efficace e su come gestirne uno simile quando si presenterà in futuro.
Conclude Gardner che la sua più grande speranza è poter mobilitare le diverse intelligenze per determinare ciò che è bene e il modo migliore per realizzarlo.
Link
Qui il testo integrale in italiano tradotto dal blog di Howard Gardner
E qui il link diretto al Blog di Howard Gardner