8) ISTITUTI QUADRIENNALI E CONCLUSIONE DELLA SCOLARIZZAZIONE ALLA MAGGIORE ETÀ

A questo tema, tutt’altro che secondario, il PNRR   dedica 2  righe  entro la riforma del sistema dell’orientamento, che recitano: “verrà ampliata la sperimentazione dei licei e tecnici quadriennali, che attualmente vede coinvolte 100 classi in altrettante scuole su territorio nazionale e che si intende portare a 1000”. Nulla di più nelle Linee Programmatiche.

Nessuna analisi del perché questa sperimentazione langua e abbia perso il suo iniziale appeal. Nessuna riflessione sul fatto che purtroppo la sperimentazione non prevede una nuova tipologia di  istituti con proprio curricolo quadriennale, ma si riduce alla compressione in 4 anni degli istituti quinquennali, di cui devono mantenere tutte le discipline e lo stesso monteore complessivo.

Infatti non ci si è mai liberati della sentenza del Consiglio di Stato (n. 832/2015) che,  per battere il ricorso della CGIL al TAR contro la sperimentazione quadriennale in 4 scuole,  sancì che:

alla riduzione di un anno fanno da contraltare:

  • un maggiore numero di ore settimanali di lezione;
  • un maggiore numero annuale di giorni di lezione;
  • la sostanziale invarianza delle materie di insegnamento;
  • la piena conferma ed applicazione delle vigenti disposizioni in tema di esame di Stato”

Come si vede, se davvero si vuole ampliare la sperimentazione, per poi portarla, come ci si augura, a regime, non basta dire che si passerà da 100 a 1000 classi, ma bisogna indicare con chiarezza che non si tratta di una compressione in 4 anni dello stesso identico  curricolo quinquennale.

Le ragioni a favore della conclusione della scolarizzazione alla maggiore età

ADi  si è sempre espressa favore dei percorsi quadriennali dell’istruzione secondaria di 2° grado, con conclusione della scolarizzazione alla maggiore età.

Per questo sostiene ora l’ampliamento della sperimentazione quadriennale, con l’auspicio che  preluda all’andare a regime  di tutta la scuola superiore.

I percorsi quadriennali consentono infatti di:

  • armonizzare la durata della scolarizzazione con quella della maggior parte dei Paesi europei e non solo europei;
  • concepire tempo, energie, risorse in una visione di longlife learning;
  • anticipare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro e nel ciclo terziario di istruzione (accademico e non);
  • garantire il raggiungimento, alla maggiore età, della piena autonomia delle nuove generazioni

La sperimentazione  deve condurre a un nuovo assetto organizzativo e culturale

Premesso  il nostro ragionato  sostegno alla sperimentazione  degli istituti quadriennali, dichiariamo al contempo la nostra totale contrarietà  all’attuale impostazione che prevede il mantenimento di tutte le discipline e di tutte le ore del percorso quinquennale semplicemente compresse in 4 anni, con la relativa inalterabilità dell’organico.

E’ venuto, crediamo,  il tempo della disciplina della verità  e dell’autocritica per la scuola e il caso dei percorsi quadriennali  può costituire un potente banco di prova. Il ridisegno su quattro annualità può  e deve essere la leva per rivisitare l’ecosistema dell’insegnamento e dell’apprendimento, liberando nuove energie attraverso il superamento degli assetti tradizionali.

Tutte le precedenti riforme che non hanno intaccato la struttura organizzativa tradizionale  non hanno avuto esiti positivi, nemmeno quando è stata fatta l’operazione inversa all’attuale, ossia quella dell’aumento degli anni della secondaria superiore, che ha caratterizzato le riforme dalla fine degli anni Sessanta del secolo scorso. Si pensi alla quinquennalizzazione  dei licei artistici e degli istituti magistrali e lo svuotamento delle qualifiche  triennali degli istituti professionali a favore dei diplomi quinquennali.  Queste plastiche additive  non hanno migliorato  la formazione nè aumentato la motivazione ad apprendere, basti guardare allo scarto  tra gli iscritti al primo anno e quelli al quinto per avere  conferma  delle incongruenze e della non sostenibilità dei percorsi.

In conclusione anziché concentrarsi sul recupero dell’anno perduto si ragioni in termini di anno guadagnato!